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In Sicilia debiti e malaffare

La Corte dei conti: ''Le finanze siciliane sono in una fase di notevole deterioramento''

01 luglio 2009

La finanza della Regione siciliana è "in una fase di notevole deterioramento". Così si è espressa la Corte dei conti nella relazione delle sezioni riunite nel giudizio di parifica del bilancio regionale 2008.
"Tutti i saldi fondamentali di bilancio - dice la relazione - presentano valori negativi". "Sono tra l'altro - prosegue - aumentati i ritmi di crescita della spesa corrente; l'indebitamento è cresciuto dell'83,14% e il debito complessivo al 31 dicembre 2008 è di oltre 5 miliardi di euro, di cui oltre 4 miliardi e mezzo a carico della Regione e altri 460 milioni rimborsati dallo Stato".
Tra tanti risultati negativi vi è un risultato positivo: la tendenza alla riduzione della spesa sanitaria che comunque impegna oltre il 53% dell'intero bilancio.

Giovanni Coppola, procuratore generale d'appello della Corte dei conti, nella sua requisitoria durante la presentazione di ieri ha lanciato l'allarme su una minaccia costituita "dalla complessa rete di malaffare che in una Regione come la Sicilia ad alto rischio di condizionamento mafioso lascia poco tranquilli. L'allerta va data in un momento in cui stanno arrivando in Sicilia i fondi Por 2007-2013 che rappresentano l'ultima erogazione in tal senso per la nostra regione a seguito dell'ingresso nell'Ue di molti Paesi dell'est che versano in condizioni economiche deteriori e che, per l'entità delle risorse finaziarie coinvolte pari a parecchi miliardi di euro, non possono che attirare le brame di certi poteri forti non sempre trasparenti".
Il procuratore generale ha quindi tirato le orecchie al mondo politico dicendo che alla fine della requisitoria riceve tante congratulazioni e apprezzamenti tuttavia "passa un anno, viene presentato un nuovo rendiconto e ci si accorge che poco o nulla è cambiato rispetto all'anno precedente, anzi spesso si deve constatare l'aumento della spesa pubblica". Per Coppola "in Sicilia, dove assistiamo alla rappresentazione della commedia dell'assurdo, non è cambiato nulla. Siamo agli ultimi posti in Italia come qualità della vita ma abbiamo un alto livello di spesa pubblica. Spendiamo una considerevole mole di pubbliche risorse ma abbiamo la più alta percentuale di disoccupazione fra tutte e le regioni, addirittura il doppio della media nazionale".
Il procuratore ironizzando ha detto che ogni anno, contabilmente parlando, è migliore del successivo in quanto ogni anno a venire è peggiore del precedente. "L'esame della contabilità della Regione - ha aggiunto - mostra nel 2008 un incremento degli impegni di spesa di 2 mld e 900 mln passando da 18 mld e 200 mln del 2007 ai 21 mld e 100 mln del 2008 con un aumento del 16%. Vanno dedotti 2 mld e 640 mln che derivano dal contratto di prestito dello Stato e sono destinati al ripianamento dei debiti della sanità ma dedotta tale cifra c'è un aumento di impegni di spesa di circa 300 mln".

Ritornando alle spese della Regione, l'esigenza di iniziative per "fronteggiare il rischio di possibili futuri incrementi dei costi" relativi al personale e una "più profonda razionalizzazione delle strutture amministrative al fine di incidere significativamente sulla dotazione organica dei dipendenti regionali" sono gli aspetti, inerenti i costi del personale, sui quali, secondo il giudizio di parificazione del rendiconto generale della Corte dei conti, dovrebbe concentrarsi l'iniziativa del governo regionale.
"Ulteriori notevoli oneri - si legge nel rendiconto - gravano poi sul bilancio regionale per l'erogazione delle prestazioni previdenziali o per il pagamento delle retribuzioni in favore del personale delle scuole regionali e di quello alle dipendenze degli enti di formazione o in servizio presso altre amministrazioni dell'Isola ma con oneri a carico, in percentuale molto elevata, sull'erario regionale".
Per la Corte "è urgente intervenire sulla regolazione di istituti contrattuali che prevedono particolari indennità". Il riferimento è, tra l'altro, all'accordo contrattuale sulle prerogative sindacali che "garantisce ai dipendenti della regione siciliana permessi pari a 1.056 minuti per dipendente a tempo indeterminato, contro i 90 minuti riconosciuti dalla contrattazione nazionale". 

Il presidente Raffaele Lombardo, per commentare quanto rilevato dalla relazione della Corte dei conti, ha preferito parlare dell'unico dato positivo: "Dal rendiconto generale dell'esercizio finanziario 2008 della Regione siciliana - ha detto - emerge che il Piano di rientro della sanità è degno di ogni sottolineatura". "Almeno - ha sottolineato - cominciamo dalla sanità. E' chiaro che il contesto complessivo della finanza regionale resta disastroso; anche se non possono non apprezzarsi misure come quella del blocco delle assunzioni e del Piano di formazione professionale che avrebbe portato un costo ulteriore di 100 milioni di euro".
La tendenza alla riduzione della spesa sanitaria, comunque, impegna oltre il 53 % dell'intero bilancio. Infatti, per la sanità ogni siciliano - neonati compresi - è indebitato per 1.764 euro (il debito pro capite era di 1.514 nel 2006 e di 1.711 nel 2007). Positiva è la valutazione sul piano di rientro portato avanti dal governo regionale che ha consentito di ridurre il deficit da 572 milioni nel 2007 a 331,8 nel 2008. Ma l'andamento non è uniforme: mentre s'interrompe la crescita del costo del personale (35 per cento) crescono la spesa per beni e servizi e quella farmaceutica che è di quattro punti superiore al tetto del 16,4 per cento fissato dalla normativa nazionale. La spesa complessiva nel 2008 è stata di 11 miliardi e 534 milioni: c'è un incremento di tre miliardi rispetto all'anno precedente ma è riconducibile al "contratto di prestito" stipulato con lo Stato per ripianare i debiti di ospedali e aziende sanitarie. Tolta questa somma, i soldi in più impegnati nel 2008 ammontano a 337 milioni.

[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, Ansa.it, AGI]

- "Entrate bluff e spese sfrenate" (Repubblica/Palermo.it, 24/06/09)

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01 luglio 2009
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