In Sicilia è crisi di governo!
Il Pd ha ritirato il sostegno a Crocetta: "Non ci riconosciamo più in questo governo"
Il Partito democratico ritira il sostegno in Sicilia al governo di Rosario Crocetta. La direzione ha votato a maggioranza la relazione del segretario regionale Giuseppe Lupo; soltanto sette i voti contrari. "Noi non ci riconosciamo più nel governo Crocetta - ha detto Lupo - Non ci sentiamo più vincolati a sostenere una azione di un governo che sta commettendo errori gravi che si ripercuoteranno sui siciliani". E ha accusato Crocetta di "buttarla in rissa, facendo passare il messaggio che il Pd fosse interessato alle poltrone e che sia il partito degli scandali".
Con questo voto, il partito chiede ai quattro assessori che lo rappresenta in giunta di dimettersi: si tratta di Luca Bianchi (Economia), Nelli Scilabra (Formazione), Mariella Lobello (Ambiente) e Nino Bartolotta (Infrastrutture). Chi non lo farà rimarrà a titolo personale e sarà deferito ai garanti del partito. Tre dei quattro assessori (assente Bartolotta) hanno seguito il dibattito in direzione, solo la Lo Bello ha preso la parola, difendendo il suo operato, ammettendo qualche errore della giunta e rimettendosi alle decisioni del partito.
Lupo, ha aggiunto ai cronisti: "Prendiamo atto che Crocetta ha preso le distanze dal Pd, a questo punto non siamo più vincolati al governo. Al vertice di maggioranza non parteciperemo - ha continuato - Peraltro non abbiamo mai chiesto un vertice di maggioranza con all'ordine del giorno il rimpasto. Non è mai stato un nostro argomento né un problema di poltrone, vogliamo parlare dei problemi veri che riguardano la Sicilia. Siamo molto preoccupati per la situazione economica e sociale della Regione - ha aggiunto - riteniamo che serva un cambio di passo del governo e che sia assolutamente necessario un rimpasto della squadra di governo. Per questo, nei giorni scorsi, abbiamo proposto un rafforzamento politico della giunta. Prendiamo atto della risposta negativa di Crocetta".
Dunque, dopo soli nove mesi di legislatura, si apre la crisi di governo in Sicilia. Il Pd tuttavia non passerà all'opposizione, ma valuterà i singoli provvedimenti che il governo porterà in Assemblea regionale. A questo punto, Crocetta non ha più la maggioranza in Parlamento, potendo contare su poco meno di trenta deputati su 90 (il Pd ne ha 18).
"Sono esterrefatto - ha commentato Crocetta - In uno dei momenti più dolorosi della mia vita, con due agenti di scorta in rianimazione, mi trovo davanti al muro di gomma di un pezzo dei dirigenti del Pd. Mi tolgono il sostegno? Si assumano la responsabilità storica, io vado avanti, ho il mandato del popolo siciliano e della base del partito". "Il problema con quel pezzo del Pd - ha aggiunto il presidente della Regione - che ha fatto votare una cinquantina di persone per togliermi il sostegno è legato solo alle poltrone. Tutto è nato per una questione di poltrone, se qualcuno dice che non è così vuol dire che sono il primo a non averci capito nulla. Purtroppo però è così, perché ho offerto la massima disponibilità a dialogare, mi hanno risposto con degli aut aut, facendo i nomi degli assessori da sostituire, tra cui quello di Luca Bianchi".
Qualche spiraglio Crocetta, comunque, lo tiene aperto. "I margini per il dialogo ci sono sempre quando si parla di politica - afferma - ma se si continua a discutere di rimpastini i margini allora non ci sono". Non sarà però lui a fare il primo passo. "Io chiamare? No, chi lo pensa allora non mi conosce - aggiunge - Non posso entrare in questi giochi di potere, la verità è che tra me e loro c'è un problema di linguaggio, di comunicazione".
Da parte sua, l’assessore regionale all’Economia Luca Bianchi attende di "capire se questa svolta è condivisa dalla segreteria nazionale". In pratica, se il ritiro del sostegno a Crocetta fosse condiviso a livello nazionale, si dimetterebbe. Ma è l’unico pronto a farlo. L’assessore alla Formazione è probabilmente il membro della giunta più vicino a Crocetta e non commenta l’appello rivoltole dal partito. Anche se da più parti in casa Pd si dà per scontato che la Scilabra non si dimetterà. Come già accennato, alla direzione del Pd ha partecipato anche Maria Lo Bello, assessore al Territorio indicata dall’area Capodicasa-Crisafulli. Lei è l’unica ad aver preso la parola intervenendo pubblicamente: "Non sono d'accordo con la relazione del segretario e non intendo dimettermi".
Cracolici, tra buoni e cattivi...- "Stiamo assistendo a una deriva personalistica e populista di Crocetta. Il cambiamento - ha commentato il deputato regionale del Pd, Antonello Cracolici, intervenendo alla direzione del partito - è un dato strutturale, non effimero. Abbiamo avvertito in questi mesi una lenta separazione tra l'azione del governo e l'azione politica. Se non c'è la politica, un governo non serve a nulla. E di fronte alla necessità di un rafforzamento politico, è piovuto sul Pd una valanga di insulti". "Il cambiamento, in questa terra, rischia di diventare solo una bella predica - ha aggiunto Cracolici - Considero sgradevole che in nome di valutazioni politiche, ognuno di noi debba essere giudicato da un punto di vista morale. Qui nessuno ha patenti per dare patenti a nessuno. Non esiste, chiariamoci, un presidente estroso, e tutti gli altri siamo degli stronzi. In questa terra fa tutto Crocetta. Decide lui quando sei buono e quando sei cattivo. I giorni in cui sei buono e in cui sei cattivo. Crocetta agisce solo mettendo una contro l'altro le persone. Con questo governo non si va avanti. Spero che questo incontro imprima una scossa, per primo al presidente Crocetta. Che spero non stia a sentire cattivi consiglieri. Penso a certi esponenti di associazioni imprenditoriali che si permettono persino di dare giudizi sprezzanti sul rimpasto, su come farlo, su come non farlo. Chiariamo una cosa: se qualcuno vuole rappresentare qualcosa, si presenti alle elezioni. È stata abolita la rappresentanza basata sul censo. Il cambiamento è forse un comunicato stampa, o dovrebbe essere un processo che coinvolga la società, le forze politiche, il parlamento?".
Lumia come Schopenhauer: il mondo è come lo vedi - Non è che sottovalutiamo i politici siciliani? Non è che con la fretta di giudicarli quali ascari, tiranni ed affaristi, prendiamo qualche abbaglio? Il dubbio irrompe all’improvviso. A generarlo sono le parole pronunciate da Beppe Lumia, Senatore del Pd a Roma, promotore de il Megafono in Sicilia, nonché regista del Governo Crocetta insieme con la lobby dei "professionisti dell’antimafia" di Confindustria Sicilia, nel corso della direzione regionale del Pd, tenutasi al San Paolo Palace di Palermo.
Il Senatore, con la sua capacità oratoria, ha ricordato a tutti un grandissimo filosofo: Arthur Schopenhauer e la sua opera somma: "Il mondo come volontà e rappresentazione". Di che si tratta? Detto in maniera molto rozza (non abbiamo la saggezza degli esponenti del Megafono), in questo capolavoro dell’intelletto umano, il filosofo tedesco sostiene che ognuno di noi percepisce la realtà che vuole. E, in effetti, Lumia, nel suo intervento parla di cose che, evidentemente, percepisce solo lui: "Questo è un partito che si isola dalla stampa nazionale e mondiale, che vede con simpatia un Presidente per la prima volta davvero in grado di rompere col passato. I cittadini siciliani, i giornali, l’opinione pubblica, la classe dirigente nazionale del partito vedono il presidente Crocetta come una grande risorsa" ha detto dinnanzi ad una platea inferocita che ha votato il documento del segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo, che propone l’abbandono della Giunta Crocetta.
Ma che giornali legge Lumia? Di quale opinione pubblica parla? E, soprattutto, dove vive? In Sicilia, a quanto ci risulta, si parla di un Governo che si era presentato come rivoluzionario, e che invece si è piegato ai diktati di quattro affaristi, peraltro non eletti, e si è inchinato dinnanzi a quelli degli apparati ministeriali romani legati alle oligarchie finanziarie dell’Ue. Altro che popolo Siciliano...
Forse, il Senatore dal doppio partito, non ha letto la seconda parte dell’opera del filosofo tedesco. Dove spiega che vero è che la realtà fenomenica è come c’è la rappresentiamo ma che tra noi e la vera realtà è come se vi fosse uno schermo che ce la fa vedere distorta e non come essa è veramente: il velo di Maya di cui parla la filosofia indiana, alla quale Schopenhauer spesso si rifà.
Il 21 Settembre scorso, ricorreva l’anniversario della morte del filosofo tedesco, datata 1860. Non è da escludere che il suo spirito stia vagando proprio in questi giorni nell’Universo, e che magari, si è fermato anche al San Paolo Palace hotel. Ma solo per pochi secondi. [LinkSicilia.it]
[informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, GdS.it]