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In Sicilia è la provincia di Trapani quella maggiormente dotata di Infrastrutture economiche

Ultima la provincia di Enna

27 giugno 2005

E' Trapani, soprattutto grazie alla struttura portuale, la provincia maggiormente dotata di infrastrutture economiche della Sicilia, facendo registrare il valore, fatta 100 la media italiana, di 112,2 secondo l'indice Unioncamere-Tagliacarne. La seconda è Catania (109,0), l'ultima è Enna con il 47,5.
I dati sono stati presentati nel corso dell'Assemblea nazionale di Unioncamere, che si è tenuta a Trieste il 24 giugno scorso.
L'indice Unioncamere-Tagliacarne delle infrastrutture è la sintesi della valutazione dei dati disponibili sul territorio opportunamente aggregati, tenendo conto delle infrastrutture rapportate ai relativi bacini d'utenza demografica e all'estensione dell'area geografica presa in esame.

Questa la classifica per singoli settori infrastutturali:

Rete stradale. Il primato spetta alla provincia di Messina (143,7), seguita da Trapani (124,5) ed Enna (105,3). Le altre province si collocano al di sotto della dotazione media italiana. Il dato minore lo fa registrare Ragusa con 44,9, al 97mo posto tra le 103 province italiane.

Rete ferroviaria. Tutte le province, salvo quella di Messina (103,9) si trovano al di sotto del dato medio nazionale. E' ancora Ragusa a fare da fanalino di coda della regione, con un valore al di sotto di oltre 40 punti la media regionale.

Porti. Trapani è la provincia che risulta maggiormente attrezzata nella regione dal punto di vista portuale (494,3). Su base nazionale Trapani è collocato al nono posto secondo questa categoria infrastrutturale. A livello regionale Siracusa si pone in seconda posizione (351,5), seguita da Catania (207,3) e Messina (167,6). Sotto il cento le rimanenti province.

Aeroporti. La provincia maggiormente servita in questo senso risulta ancora Trapani (133,4), che si posiziona prima di Palermo (120,4) e Catania (113,4). Al centesimo posto a livello nazionale l'indice di Ragusa (11,9). Globalmente presa la Sicilia è tra le prime dieci regioni italiane in ordine alla voce aeroporti.

Impianti e reti energetico-ambientali. Questo parametro è quello che vede la Sicilia maggiormente al di sotto della media nazionale, che non è raggiunta da nessuna provincia. Da sottolineare la posizione di Enna che con 32,8 punti è l'ultima a livello regionale. Siracusa (86,7), Catania (78) e Palermo (68,9) sono le prime tre province della Sicilia.

Telefonia e telematica. Catania fa registrare il valore più alto (111,4), seguita da Palermo (84,0) e Messina (69,3). Il valore minimo è quello di Enna (32,2). Su scala nazionale la provincia di Catania si colloca al 20mo posto.

Reti bancarie e di servizi vari. Il valore medio regionale corrisponde a 62,6. In testa risulta Palermo (73,4), seguita da Messina (73,3), Catania (70,9) e Ragusa (70,3). Enna, con indice pari a 27,2, è la penultima provincia italiana, prima di Nuoro (21,6). In media regionale Siracusa (66,6) e Trapani (56,7).
Caltanisetta e Agrigento sensibilmente al di sotto del dato regionale.

Infine Catania risulta la provincia più attrezzata dal punto di vista delle strutture ricreative e sociali (68,3), delle strutture per l'istruzione (148,5) e delle strutture sanitarie. Palermo e Messina, per le strutture sanitarie, fanno rilevare indici sopra la media nazionale (rispettivamente 134,2 e 119,5 per Palermo, 120,9 e 120,7 per Messina).

Commentando questi risultati Riccardo Sangalli, presidente di Unioncamere, ha dichiarato: ''In merito alle infrastrutture economiche rilevate in Sicilia, i dati aggiornati al 2004 ci presentano ancora una situazione al di sotto della media italiana, fatte salve le strutture portuali. In questo contesto, tuttavia, Palermo, Messina e Catania riproducono un deciso scostamento dal resto della regione. Gli standard competitivi contemporanei, tuttavia, non tollerano i cosiddetti 'casi isolati', poiché l'economia di un intero Paese fa perno sulle virtualità derivanti dalla capacità di fare sistema. Per questo - ha concluso Sangalli - il problema siciliano deve essere gestito e risolto, pena la perdita di livelli competitivi su scala nazionale''.

Fonte: La Sicilia

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27 giugno 2005
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