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In Sicilia il Pdl è sempre più spaccato

Miccichè lancia i gruppi del ''Pdl Sicilia'' e ormai sembra definitiva la rottura col coordinatore Castiglione

21 settembre 2009

I toni sono sempre più accesi nel Pdl siciliano. L'ultima dichiarazione che fa discutere arriva dal sottosegretario alla Presidenza, Gianfranco Miccichè. "Per far cadere il governo Lombardo mi hanno offerto la presidenza della Regione". Dichiarazione che Miccichè ha fatto ai microfoni del Tgr Sicilia e con la quale ha rilanciato l'ipotesi di creare dei gruppi autonomi del Pdl Sicilia, sia all'Assemblea regionale siciliana, che nei maggiori Enti locali dell'isola, proprio a partire dal comune di Palermo, dove il sindaco Diego Cammarata ha escluso i fedelissimi del 'ribelle' Miccichè dalla sua giunta. Il sottosegretario e fondatore di Forza Italia in Sicilia ha comunque assicurato di non avere intenzione di uscire dal Pdl. "Non esco dal Pdl. Ma ormai mi riconosco nel partito nazionale, non in quello regionale. Non si può accettare ancora l'azione del coordinatore di un partito di maggioranza che è il principale oppositore del presidente della Regione", ha detto Miccichè facendo chiaro riferimento a Giuseppe Castiglione, co-coordinatore del Popolo delle libertà in Sicilia, al quale ha lanciato una sfida: "Se non si riconosce nel governo Lombardo e se ha la forza, faccia uscire gli assessori dalla giunta e vada all'opposizione".

Immediata la replica di Castiglione: "Siamo alla frutta: ma adesso Gianfranco Miccichè, per il bene suo e del Pdl, deve fare i nomi, altrimenti taccia". "Non so da che parte gli è stata fatta e a che titolo questa proposta - ha risposto Castiglione - ma a questo punto Micchichè ha il dovere di dire pubblicamente chi è stato, altrimenti è solo un millantato credito...". Il co-coordinatore del Pdl in Sicilia ha poi sottolineato la "strana reazione del sottosegretario". "Noi continuiamo, e lo abbiamo fatto anche oggi - ha spiegato - a fare appello a Miccichè per l'unità del partito perchè lo riteniamo una e lui reagisce cosi". Castiglione definisce infine "un grave errore politico" quello di Micciché: "Invece che pensare a gruppi autonomi, Gianfranco dovrebbe lavorare per l'unità del partito. Ed è uno sbaglio - ha detto il co-coordinatore del Pdl - appiattirsi sulle posizioni del governatore Lombardo, al quale ci piacerebbe dare un buon voto. Ma come facciamo? Questo governo sconta un deficit politico e di natura amministrativa: dov'è finito il piano energetico, dov'è la delibera che attuerebbe la riforma degli Ato rifiuti, dove sono i curriculum dei manager della Sanità, a che punto è la spesa dei fondi comunitari?".

Micciché, però, sembra voler andare avanti e già al comune di Palermo ha trovato già l'appoggio di alcuni consiglieri. "In consiglio comunale a Palermo già cinque consiglieri, tre dell'Udc e due del Pdl - ha informato Miccichè - hanno aderito alla costituzione del nostro progetto di un gruppo autonomo".

"Sono sorpreso e indignato per la irresponsabilità di chi non comprende che oggi l'unità del PdL è un valore che non dovrebbe essere messo in discussione". Il sindaco di Palermo, Diego Cammarata giudica così la proposta del sottosegretario Gianfranco Miccichè sulla costituzione di gruppi autonomi. "La nascita di gruppi di un 'Pdl Sicilia' - ha aggiunto - è un attacco al presidente Berlusconi in un momento in cui dovremmo invece essere tutti protesi a fare argine di fronte ai tentativi di destabilizzazione della sua leadership". "È bene - ha aggiunto - che sia chiaro che chi si prepara al dopo Berlusconi dovrà ancora attendere molto tempo. Se ne faccia una ragione. Non sono interessato al Partito del Sud nè tantomeno a formazioni che sono travestite da PdL, ma in realtà in Sicilia ne minano la solidità e ne indeboliscono la primazia a vantaggio di un piccolo partito autonomista".
Per Cammarata "una cosa è l'alleanza, una cosa è la sudditanza. Non potrò consentire la nascita ambigua di gruppi che contengono la denominazione PdL ma che invece si muovono su logiche separatiste". "Se questo avverrà, poichè la mia fedeltà e la mia lealtà al presidente Berlusconi e al PdL sono fuori discussione - ha detto - mi autosospenderò dal Partito fino a quando non verrà chiarito in maniera inequivoca che esiste un solo PdL che detta la linea politica regionale e nazionale, che è quello nel quale io mi riconosco, e che questo PdL non consente l'apertura di succursali autonome e autogestite".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, La Siciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it]

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21 settembre 2009
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