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In Sicilia la cassa integrazione è triplicata

In un dossier la Cgil siciliana ha rilevato l'aumento delle imprese che hanno fatto ricorso alla cigo nel 2009

03 marzo 2010

Tra il 2008 e il 2009 la cassa integrazione ordinaria (cigo) in Sicilia è quasi triplicata. E’ anche aumentato il ricorso alla cassa integrazione (cigs) straordinaria. Per la prima si è passati da 4.643.587 ore (2008) a 11.176.339 (2009). La cigs è invece passata da 3.959.353 del 2008 a 4.533.499 del 2009. A fare il punto sull’andamento della cassa integrazione è un dossier della Cgil siciliana.
Secondo Pippo Di Natale, responsabile del mercato del lavoro nella segreteria regionale della Cgil, "anche il 2010 non si presenta bene e in più si ha la sensazione che il governo regionale non ne abbia piena consapevolezza, limitandosi ad inseguire le emergenze senza mettere in campo politiche anti crisi adeguate. Il 12 marzo - aggiunge - la Cgil ha proclamato uno sciopero su scala nazionale per chiedere un cambio di passo anche al governo Berlusconi".

La cassa integrazione, dunque, come spia del malessere del sistema produttivo siciliano, "fatto peraltro in larga misura di piccole aziende - osserva ancora Di Natale - che non hanno neanche i requisiti per accedere alla cassa integrazione straordinaria e che dunque al termine delle 52 settimane di cassa ordinaria potrebbero dare corso a licenziamenti. E’ per questo - aggiunge l’esponente della Cgil - che proponiamo di estendere a due anni la cassa ordinaria".
Lo studio della Cgil rileva come il 2009 tra gli ultimi 8 sia stato l’anno peggiore. Dal prospetto delle province si ricava che tra il 2008 e il 2009 l’incremento maggiore della cigo si è avuta a Caltanissetta (+759,96%), segue Ragusa con + 713,89%, Catania con + 476,87%, pari a 1.624.127 ore in più.
I settori dove si sono registrati i maggiori incrementi di cassa integrazione sono energia e gas con + 1.347%, l’industria metallurgica e metalmeccanica con + 106%. Ma è l’edilizia il comparto che ha mostrato maggiore "sofferenza" in termini numerici, con 15.780.838 ore autorizzate tra cigo e cigs nel 2009 con un incremento dell’83% sulla quota già alta del 2008 (8.602.94). In termini percentuali la crisi ha lasciato il suo segno soprattutto sul settore meccanico che è passato da 38,49 ore per addetto del 2008 a 104,31 ore del 2009, e su quello chimico passato a 32 a 75 ore. "In entrambi i casi - ha sottolineato Di Natale - la perdita di reddito è stata di circa 1.000 euro a lavoratore. Tutto ciò rende necessaria l’abolizione dei tetti degli ammortizzatori".

Per quanto riguarda la cassa integrazione straordinaria il dossier della Cgil rivela che su 145 richieste di intervento ben 52 sono per crisi aziendali, senza che sia prevista la ripresa dell’attività produttiva e 72 sono contratti di solidarietà, mentre le richieste per ristrutturazioni aziendali sono solo 10. "Questo quadro - afferma Di Natale - ci fa temere che la Sicilia uscirà dalla crisi con un sistema produttivo in coma profondo e pertanto necessiterebbe di una riflessione profonda da parte del governo e di un cambio di marcia rispetto gli interventi da mettere in campo per uscire dalla crisi". [Dossier Cgil - Sicilia: i numeri della crisi (pdf)]

E come se tutto questo non bastasse... - Due donne siciliane su tre sono fuori dal mercato del lavoro. E quelle poche che hanno un'occupazione, spesso non hanno un regolare contratto. Il che riduce le già scarse garanzie in termini di welfare e di servizi, come nel caso degli asili nido, o del licenziamento che spesso scatta al ritorno dalla maternità. Senza dimenticare il tema delle violenze subite, che nell'Isola riguarda il 23 per cento della popolazione femminile. Del "razzismo di genere" si è occupato il Centro Pio La Torre. "Il caro prezzo della maternità per chi lavora viene pagato con la perdita del posto da una donna su quattro, una situazione insostenibile anche nel resto d'Italia". "Secondo Social Watch, nella classifica di chi rispetta la parità dei sessi l'Italia è scesa dopo il Ruanda", sottolinea il presidente del centro, Vito Lo Monaco. Ma il razzismo di genere vale anche per gli omosessuali, costretti a nascondere la loro "diversità" per non subire varie forme di esclusione sociale, dal bullismo all'emarginazione, se non veri e propri atti di violenza.

[Informazioni tratte da Cgil Sicilia, La Siciliaweb.it]

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03 marzo 2010
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