In Sicilia la maggior parte dei cartelli stradali non sono in regola
Molte contravvenzioni dunque possono essere contestate
Il retro dei segnali stradali deve essere di colore neutro opaco. Su esso devono essere chiaramente indicati l'ente o l'amministrazione proprietari della strada, il marchio della ditta che ha fabbricato il segnale e l'anno di fabbricazione non ché il numero della autorizzazione concessa dal Ministero dei lavori pubblici alla ditta medesima per la fabbricazione dei segnali stradali. L'insieme delle predette annotazioni non può superare la superficie di 200 cmq. Per i segnali di prescrizione, ad eccezione di quelli utilizzati nei cantieri stradali, devono essere riportati, inoltre, gli estremi dell'ordinanza di apposizione.
Per il Codacons "la mancanza non è di poco conto perché l'ordinanza spiega agli automobilisti le motivazioni che hanno indotto la pubblica amministrazione a mettere un divieto di sosta proprio in quel punto e non in un altro o a fare un senso unico esattamente in quella via".
"Ogni persona, e quindi anche un automobilista - sostengono le associazioni dei consumatori - ha il diritto di contestare gli atti del comune e deve avere i mezzi per potersi tutelare e presentare delle osservazioni, intervenendo nei procedimenti amministrativi".
Un vizio di forma, un'irregolarità nella procedura, che "viola la legge n. 241 del 1990 e che rende impugnabili tutte le multe prese in relazione alle disposizioni prescritte da quegli stessi cartelli". Si preannunciano, quindi, valanghe di ricorsi contro i comuni.
"E le multe che saranno date in futuro - aggiunge il Codacons - saranno illegali fino a che non saranno aggiornati tutti i cartelli. E' singolare che al cittadino si facciano pagare multe per ogni minima infrazione al Codice della strada e poi il comune stesso che emette quelle sanzioni sia il primo a non rispettare i dettami del codice".
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