Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

In Sicilia, oltre la crisi il clientelismo...

L'allarme del presidente di Confindustria Sicilia: ''Non è più tempo di distribuire risorse assistenziali a pioggia''

03 aprile 2009

La crisi economica e finanziaria, che sta colpendo tutti in maniera globale, "in Sicilia è più pesante che nel resto del Paese" dove gli "effetti potrebbero essere devastanti" e per questo "alla Regione non può essere più il tempo di distribuire risorse clientelari e assistenziali a pioggia ma di risanare il bilancio".
L'allarme lanciato nelle scorse settimane dal presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello è chiaro. "Senza una disciplina finanziaria rigorosa - ha affermato Lo Bello - rischiamo di avere una crisi della finanza pubblica che si somma a quella dell'apparato produttivo privato che potrebbe avere effetti devastanti per la nostra economia, molto più che nel resto del Paese. Il governo della Regione è consapevole della situazione e che dovrà fare tagli rilevanti per ripristinare condizioni di vivibilità e di sostegno al sistema produttivo".

"L'appello che faccio - ha aggiunto il presidente regionale di Confindustria - è a tutta la classe politica e specialmente all'Ars: non è più tempo di distribuire risorse clientelari e assistenziali a pioggia, ma bisogna risanare il bilancio e sostenere gli sforzi del sistema produttivo e di chi oggi rischia o perde il lavoro". "La crisi è pesante a livello nazionale, e ancora di più a livello regionale - ha spiegato Lo Bello - il nostro apparato produttivo sta soffrendo, comprese anche le migliori imprese. La nostra crisi si somma a una crisi strutturale che non ha il resto del Paese e cha ha portato dal 2000 in poi la Sicilia ad allargare il divario con il resto dell'Italia".

"Dobbiamo ragionare sulla congiuntura odierna ma anche su un dato strutturale che sta impoverendo la Sicilia - ha osservato ancora Lo Bello - e che dipende prevalentemente dal fatto che ancora è prevalente un sistema assistenziale-clientelare che distrugge ricchezza e ci porta lontano dai Paesi più sviluppati e dal Nord Italia. A questo si somma una criticità delle finanze pubbliche, che c'è a livello nazionale ma che è forte anche a livello regionale, dove ci sarà un calo delle entrate per una riduzione del gettito dell'Iva e dell'Iperf". "Sotto questo profilo - ha rilevato - io credo che oggi la classe politica debba avere un principio di responsabilità collettiva: non si possono più spendere soldi in mille rivoli, perchè rischiamo una crisi della finanza pubblica che avrebbe effetti devastanti sul nostro sistema economico".

Insomma, secondo il presidente dell'associzione degli industriali di Sicilia "ci vuole responsabilità, tagliare i costi improduttivi, non aumentare le forme di precariato ma caso mai integrare le somme nazionali con strumenti di mercato, cassa integrazione o altro, e avviare un piano di risanamento che liberi risorse per sostenere il sistema imprenditoriale siciliano oggi in difficoltà. Da parte della classe politica, e so che la presidenza della Regione in questo senso è pienamente consapevole della situazione attuale, mi aspetto una Finanziaria di rigore della finanza pubblica e che le risorse possibili vengano destinate tutte a  supportare il sistema  produttivo siciliano"[La Siciliaweb.it]

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

03 aprile 2009
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia