In Sicilia una stagione di caccia più lunga e con meno vincoli per i cacciatori
Il Wwf Sicilia deluso dalla scelta di preapertura presa dalla Regione Siciliana
Ieri mattina, domenica 2 settembre, è ripartita la caccia in Italia. Sedici regioni su venti hanno scelto, ognuna con le proprie modalità, la pre-apertura per alcune specie, possibile grazie a una legge del 1992: un anticipo di due-tre settimane. Tra le sedici regioni che hanno scelto la preapertura c’è anche la Sicilia.
Contro le pre-aperture della stagione di caccia il Wwf ha presentato nove ricorsi ai tribunali regionali. Dal WWF dicono: "Erano diversi anni che non si assisteva, da parte delle Regioni, a una così generalizzata violazione delle norme che tutelano la fauna e che regolano l'attività venatoria. Deliberano di anticipare l'avvio della stagione di caccia ai primi giorni di settembre, rispetto a quanto stabilito dalla legge, ovvero la terza domenica di settembre, e prolungando così la già lunga stagione venatoria autorizzano molti giorni di caccia in più, con migliaia e migliaia di animali uccisi".
Ennio Bonfanti, referente "fauna" WWF Sicilia e membro del Comitato regionale faunistico-venatorio dell'Assessorato Agricoltura, ha detto: "Oltre 30mila fucili hanno la legittimità da parte della Regione Siciliana di scaricare piombo mortale su 26 specie (anche rare o in declino) per cinque giorni a settimana fino al 10 febbraio 2019, autorizzati ad abbattere fino a 15 animali al giorno (sic!) ed entrare anche nei terreni privati".
"La Regione - continua Bonfanti - ha emanato un "Calendario venatorio" vergognoso, il peggiore dei Governi Cuffaro e Crocetta, perché abolisce limitazioni e concede ai cacciatori di sparare con meno vincoli e per una stagione più lunga. Non è stato rispettato nemmeno l'autorevole parere scientifico di ISPRA (Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale), che aveva fortemente criticato la Regione sull'eccessiva estensione di specie e periodi di caccia, chiedendo di adottare norme più rigorose per limitare l'attività venatoria e per ridurre i periodi di caccia".
"A febbraio, in un suo intervento all'Ars, il Presidente della Regione on. Nello Musumeci dichiarò: "Io sono un animalista". Allora perché - ha detto ancora Bonfanti - approva ed avalla questa "deregulation calibro 12" che per oltre 5 mesi autorizza una vera e propria strage di animali selvatici? Come fa a dichiararsi "animalista" se il Calendario venatorio siciliano consentirà ogni giorno di ammazzare "legalmente" 450mila animali (15 esemplari per ognuno dei 30mila cacciatori autorizzati), alcuni - come allodole e tordi - pesanti meno della cartuccia necessaria per abbatterli?".
Secondo i dati del WWF, i cacciatori siciliani sono continuamente in calo ma sempre "politicamente influenti".
"Come nel resto del Paese, anche in Sicilia il numero dei cacciatori attivi è in picchiata - conclude Bonfanti -: confrontando i dati Istat del 2007 con i dati regionali del 2015, si evince un calo di circa il 30,5% delle doppiette isolane. Se nel 2006 erano 49.588 (ossia 34 ogni mille ettari di territorio cacciabile), oggi (dati 2017) nell'Isola sono 30.255. Ma, pur rappresentando lo 0,6% della popolazione siciliana, continuano - inspiegabilmente - ad esercitare una certa influenza sull'apparato politico-amministrativo della Regione Siciliana, come dimostra il Calendario Venatorio sempre sbilanciato a favore delle doppiette e contro la fauna".