In tanti, sotto la pioggia, per la ''Grande marcia di Natale per l'Amnistia, la Giustizia e la Libertà''
Oggi la seduta straordinaria della Parlamento per discutere il da farsi
Il giorno di Natale a Roma, malgrado la pioggia, sono stati tantissimi a marciare per l'Amnistia, la Giustizia e la Libertà. La manifestazione, organizzata da Marco Pannella e alla quale hanno partecipato esponenti di tutti i partiti politici, è stata un successo di presenze e adesioni.
La marcia per l'amnistia è partita da Castel Sant'Angelo e si è conclusa davanti al Quirinale. Nel corteo hanno sfilato Giulio Andreotti, Francesco Cossiga, Fausto Bertinotti, Emanuele Macaluso, Giuliano Ferrara, Stefano Rodotà e tanti, tanti altri.
In testa al corteo un grande striscione bianco sul quale era scritto a caratteri cubitali neri ''Amnistia per la Giustizia e la Libertà''. A sfilare in testa numerosi esponenti radicali, tra i quali Pannella ed Emma Bonino; c'erano poi molti diessini, tra questi Napolitano, D'Alema e Brutti; e molti socialisti, fra cui Villetti, De Michelis, il presidente della Regione Abruzzo Del Turco, Boselli.
Tra le prime file del corteo anche don Mazzi e don Andrea Gallo, anch'essi tra i promotori della marcia, accanto a Russo Spena, Marco Taradash, Paolo Cento, Franco Giordano e Leo Solari. Hanno partecipato alla marcia anche alcuni giornalisti, tra i quali Lucia Annunziata, il direttore dell'Unità, Antonio Padellaro, e Valentino Parlato.
Il corteo era preceduto da un camion aperto, sul quale ha suonato una jazz band. Sul camion sono stati attaccati molti palloncini gialli e verdi con su scritto 'Amnistia'. Molti i gonfaloni di enti locali.
Il ministro alle Pari Opportunità, Stefania Prestigiacomo, non ha partecipa alla manifestazione, ma ha tenuto a far pervenire la sua adesione: ''Sono convinta - afferma la Prestigiacomo - della necessità di un gesto di clemenza e che il Parlamento debba fare una scelta, anche tenendo conto della drammatica situazione delle carceri''.
La tappa più significativa della manifestazione di fronte al carcere di Regina Coeli, con i brevi interventi di Don Antonio Mazzi, don Andrea Gallo e Marco Pannella.
''Siamo qui perché si finisca di adoperare il carcere come strumento di tortura invece che di rieducazione, ma siamo qui anche per dire che non accettiamo i programmi del guardasigilli che prevedo o di aumentare la carceri anziché di liberarle'', ha detto don Mazzi.
Da don Gallo un messaggio al presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini: ''Caro Casini, con la convocazione del 27 dicembre alle 9 si rischia di esser presi in giro dal Parlamento''.
Infatti, nonostante le significative presenze il presidente della Camera Pier Ferdinado Casini ha subito frenato gli entusiasmi: ''La piazza va rispettata, ma è il Parlamento che deve decidere e legiferare. Niente sarebbe più intollerabile che suscitare aspettative nella popolazione carceraria senza realistiche possibilità di soddisfarle''. ''Ho convocato la Camera dei deputati per il 27 dicembre - ha proseguito Casini - perché ciascuno si assuma le sue responsabilità''.
An e Lega Nord si sono già dichiarate contrarie alla seduta straordinaria della Camera. Per un provvedimento di amnistia e indulto è necessario il sì di due terzi del Parlamento.
Marco Pannella ha polemizzato con quanti nel passato non hanno fatto nulla per porre in modo forte ''la questione sociale della situazione delle carceri e della giustizia in Italia'', e con i sindacati, per la loro mancata adesione. ''Quelle strutture parastatali che in un modo sapiente sanno organizzare un milione di persone a Roma o 500.000 in altre città - ha detto - hanno qualcosa di antropologico contro questo tema''. Pannella ha infine lanciato un appello per ''una nuova forma di unità che tenga conto come per la prima volta la massima questione sociale e istituzionale si manifesta''.
Ha preferito invece tenere basso il livello dello scontro politico Massimo D'Alema. ''Non voglio neanche discutere con il ministro Castelli - ha commentato il presidente dei Ds - chi dice di no all'amnistia, se ne assumerà la responsabilità. Questo è un tema - ha aggiunto - che il Parlamento dovrebbe affrontare con giustizia e umanità''.
Anche in altre città sono state organizzate manifestazioni per l'amnistia. ''Le carceri siciliane sono sovraffollate e costituiscono una vera emergenza'', ha detto Turi Lombardo, componente della direzione nazionale dello Sdi, davanti al carcere dell'Ucciardone.
Di amnistia ha parlato nel corso dell'omelia nel carcere di San Vittore a Milano anche il cardinale Dionigi Tettamanzi, che ha celebrato la messa di Natale per i detenuti. Davanti a San Vittore c'è stato anche un presidio: tra i manifestanti, l'ex prefetto di Milano Bruno Ferrante e l'onorevole Giuliano Pisapia. Iniziative analoghe davanti alle carceri di Bari, Bolzano e Cagliari.
Quasi 60 mila i detenuti nelle carceri italiane: un record nella storia repubblicana
Mai così sovraffollate. Le carceri italiane hanno raggiunto il record di presenze degli ultimi dieci anni: 59.649 detenuti in 207 istituti. I dati del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap), aggiornati al 31 agosto scorso, fotografano una situazione drammatica. Destinata a peggiorare, secondo l'associazione 'Antigone' (che si batte per i diritti nelle carceri), con l'entrata in vigore della ex Cirielli che in un anno, secondo le stime dell'associazione, porterebbe un aumento di 20 mila detenuti.
In sei regioni (Campania, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Toscana, Trentino Alto Adige e Veneto) è stato superato il limite "tollerabile" regionale. Il massimo regolamentare di detenuti, a livello nazionale, è di 42.959 reclusi. L'aumento della popolazione detenuta (56.806 uomini e 2.843 donne) si è verificato soprattutto negli ultimi mesi: alla fine dello scorso febbraio i detenuti erano 56.940, all'inizio di giugno 59.012. I condannati sono attualmente 38.279, mentre gli altri 21.370 sono in attesa di giudizio. Gli stranieri sono circa 19 mila.
Negli ultimi dieci anni il numero di detenuti ha avuto un costante aumento, seppure con oscillazioni mensili: dai 47.350 presenti alla fine del 1996, si è passati mano mano ai 51.814 alla fine del 1999, ai 55.275 di dicembre 2001. E' di ieri l'annuncio del ministro della Giustizia Castelli dell'assegnazione degli appalti per 4 nuovi istituti di pena a Tempio Pausania, Cagliari, Oristano e Sassari per un totale di 1.400
nuovi posti. [Repubblica.it]