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In tempo di sacrifici non si pensa ai divertimenti e nella Finanziaria 2006 si tagliano i fondi allo Spettacolo

La ''Finanziaria del sacrificio'' taglia i fondi al mondo dello spettacolo, che già boccheggia moribondo

08 ottobre 2005

La ''Finanziaria del sacrificio''. E' stata chiamata così da Berlusconi in persona, la Finanziaria approvata nei giorni scorsi dal governo. E' stata chiamata così dall'uomo che qualche mese fa affermava che in Italia si vive ricoperti dal benessere e dall'ottimismo.
Si cambia idea in questa vita, stupido chi non lo fa.
Quando c'è da fare sacrifici, lo sanno tutti, prima di tutto si deve pensare alle cose importanti (in Sicilia diciamo che prima si deve pensare ''o pani e a pasta''), se poi rimane qualcosa per il resto bene, altrimenti pazienza.
E sono cose importanti gli spettacoli, il cinema, il teatro, le mostre? Per una parte di persone, queste attività fanno parte dei ''divertimenti'', quindi in tempo di sacrificio bisogna non dargli importanza. Per un'altra parte di persone da questi divertimenti si ricava guadagno, e lo si ricava in tutti gli aspetti, sia in termini monetari, sia in termini di esistenza.

Bene!, con il taglio di 164 milioni di euro operato sul Fus (Fondo unico dello spettacolo) dalla Finanziaria approvata dal governo, in ordine sparso può succedere che: la Mostra del Cinema di Venezia forse non si fara; il Centro Sperimentale di Cinematografia dovrà sospendere l'attività didattica; la Cineteca Nazionale sarà costretta ad interrompere i progetti di restauro; le Fondazioni liriche si limiteranno a pagare gli stupendi ai dipendenti; I teatri stabili e le compagnie di prosa rischiano l'inattività.

Il Fus è stato tagliato di oltre il 35 %, passando da 464 a 300 milioni di euro. All'interno di questo taglio la quota a disposizione del cinema passerebbe da 84 milioni a 54 milioni, cui si aggiungerebbero altri 7,5 milioni di tagli ai fondi Lotto, che nel 2005 hanno messo a disposizione del cinema 8 milioni di euro e che nelle previsioni della Finanziaria il prossimo anno saranno ridotti a 500 mila euro. La lirica, ipotizzando che la sua quota sul Fus restasse invariata, scenderebbe da 222 a 143 milioni di euro. Le perdita della prosa, complessiva delle risorse provenienti dal Lotto, sarebbe di circa 20 milioni di euro: da 89 a 69 milioni.

Danno e beffa, amici inseparabili, il taglio arriva dopo che il Capo dello Stato aveva fatto un forte appello a sostenere l'identità culturale del paese e le attività artistiche. Ed è paradossale il fatto, per ciò che riguarda il cinema, che i tagli arrivino all'indomani di un provvedimento di riforma del settore.
Ma quanto si potrà recuperare quando la Finanziaria arriverà in Parlamento?, si chiede al ministro dei Beni Culturali Rocco Buttiglione. ''C'è da discutere - dice - un maxiemandamento alla Finanziaria e in quella sede credo che tutte le forze politiche che sostengono il governo si renderanno conto dell'inaccettabilità del taglio previsto. Tanto più che le risorse a favore dello spettacolo, essenziali per la sopravvivenza del settore, rappresentano un percentuale minima nel bilancio dello Stato. Non si salva la finanza pubblica affondando la cultura''.

Sarà. Intanto per dissentire al taglio del Fus il mondo dello spettacolo si è mobilitato e il 14 ottobre i lavoratori dello spettacolo si fermeranno. E' stato infatti convocato per quella data uno sciopero del settore e una grande manifestazione nazionale per protestare contro i tagli al Fondo Unico per lo Spettacolo. Tutte le attività si fermeranno e quindi anche i cinema che aderiranno all'iniziativa rimarranno chiusi con il rischio di uno slittamento per le pellicole la cui uscita è prevista per quel giorno. Tra queste l'attesissimo film Roberto Benigni 'La tigre e la neve', che sarà distribuito in oltre 800 sale.
''L'attacco allo spettacolo e al fondamentale diritto alla cultura dei cittadini ha raggiunto in questi giorni livelli mai toccati prima - si legge in una nota congiunta di Agis, Anica, Anac, Slc Cgil, Sindacato Attori Italiani, Fistel Cisl, Forum Attori Italiani, Uilcom Uil, Coordinamento Attori Uilcom -. La Finanziaria 2006 prevede un ulteriore taglio del 40% di tutte le risorse pubbliche per lo spettacolo, tra decurtazione del Fondo Unico che passa dai già insufficienti 464 a 300 milioni di euro, eliminazione delle quote Lotto destinate al settore e minori trasferimenti agli enti locali''. ''Tutto ciò - continua il comunicato - aggravato da pesanti ritardi normativi che rischiano di determinare il blocco delle attività cinematografiche e la paralisi totale dello spettacolo dal vivo dal prossimo primo gennaio. Un'operazione di queste dimensioni, nella situazione già estremamente precaria di tutto lo spettacolo, dovuta alle politiche fin qui adottate, provocherà una drastica riduzione dell'offerta di eventi al pubblico e metterà in serio pericolo l'esistenza di circa 5 mila aziende e il posto di lavoro di oltre 60 mila addetti, dei 200 mila che il settore complessivamente occupa''.

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08 ottobre 2005
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