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In vista del II Congresso del Movimento per l'Autonomia

Il presidente della Regione Siciliana: ''Crescere mantenendo l'originalità''

19 febbraio 2009

Uscire sempre di più dalla dimensione locale per accentuare il radicamento su scala nazionale, candidandosi a guidare le sfide imposte dal governo e dalla globalizzazione.
Il Movimento per l'Autonomia si prepara al secondo congresso nazionale che si terrà a Roma, all'hotel Marriot, dal 27 febbraio al primo marzo, a distanza di tre anni dal primo appuntamento nazionale che si svolse a Bari nel dicembre del 2005. Da allora, ha spiegato ieri in una conferenza stampa il leader del movimento e presidente della regione Sicilia, Raffaele Lombardo, l'Mpa ha compiuto decisi passi in avanti come dimostrano i risultati dei recenti appuntamenti elettorali in Abruzzo e in Sardegna.
"La nostra esperienza politica - ha affermato Lombardo nel suo intervento in sala stampa alla Camera - ha mantenuto il proprio carattere di originalità, via via costruendo un crescente radicamento sul territorio, anche grazie all'esperienza che stiamo maturando come forza di governo".

Oggi l'Mpa può contare su otto deputati e due senatori e non teme la concorrenza della Lega Nord, che si sta strutturando per rispondere alla sfida di un'estensione dei suoi tradizionali confini politici. Di recente, infatti, il partito guidato da Umberto Bossi ha nominato un certo numero di coordinatori locali (concentrati nelle regioni del Centro-Sud), per rafforzare l'organizzazione sul territorio in vista delle elezioni amministrative.
"Non so se la Lega Nord abbia nominato dei commissari radicati sul territorio - ha osservato Lombardo - o li abbia inviati dal Nord. Non è la prima volta che succede. E' capitato già altre volte che la Lega ci abbia provato, ma il tentativo non mi sembra sia andato a buon fine. Credo che anche questa volta finirà allo stesso modo ma per noi cambia poco. Non ci vedo nulla di offensivo, né credo potrà pregiudicare lo stato dei nostri rapporti che continueranno a essere buoni, anche nell'ambito dell'alleanza di governo".
Banco di prova risolutivo per un partito che ha triplicato i voti alle regionali in Abruzzo e raggiunto il 3% dei consensi in Sardegna, sarà, come ha spiegato ancora Lombardo, la riforma federalista. Un cambiamento che dovrà custodire un'identità "solidaristica" tra Nord e Sud e che "avrà successo - ha continuato il presidente della regione Siciliana - se non verrà ostacolato o combattuto dai partiti che, per loro natura, sono centralisti".

La platea congressuale è costituita da un migliaio di delegati che nella tre giorni di Roma si confronteranno su alcuni temi-cardine per l'identità del movimento: tutela della vita, centralità della persona, famiglia sono gli elementi che, insieme ad altri, costituiranno l'ossatura del Manifesto che l'Mpa si appresta a elaborare e approvare.
Il congresso varerà anche un nuovo statuto "più snello e adeguato alle mutate esigenze del partito", ha affermato ancora Lombardo, nel rendere noto che alle assise sono stati invitati sia gli alleati di governo, sia le forze di opposizione, nonché le rappresentanze delle forze sociali e produttive.
La sfida più ravvicinata, sono le europee, che si svolgeranno con un sistema elettorale "assurdo. Non siamo preoccupati dallo sbarramento - ha rimarcato Lombardo - che tuttavia riteniamo non adeguato alla consultazione europea perché in Europa non si pone la necessità di ridurre la frammentazione, indispensabile per garantire, invece, la stabilità necessaria per governare".

"L'Mpa - ha dichiarato il sottosegretario agli Esteri, Enzo Scotti - non è riconducibile a ciò che resta dei grandi partiti della prima Repubblica, nati dalle ideologie del secolo scorso. E' il tentativo di rispondere alla crisi della politica per garantire un raccordo tra cittadini e istituzioni. L'Mpa è una risposta alle esigenze del presente. Siamo radicati sul territorio e sempre più intendiamo esserlo per rispondere alla sfida della globalizzazione. La nostra è una visione non localistica e aperta al cambiamento".
Anche Scotti ha parlato del federalismo che dovrà essere contrassegnato "dal rigore nell'impiego delle risorse, sfruttando nel miglior modo possibile le opportunità offerte dalla riforma". Le regioni più svantaggiate non potranno che trarre beneficio dal decentramento. "Le regioni più deboli - ha concluso Scotti - possono essere una risorsa, perché il loro sviluppo e la loro crescita possono fare da traino all'economia dell'Italia". [Adnkronos]

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19 febbraio 2009
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