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Inaugurata ieri a Corleone (PA) la nuova caserma ''Riina'' della Guardia di Finanza

Avrebbe dovuto essere la casa della famiglia del boss Totò Riina

28 giugno 2005

Avrebbe dovuto essere la casa della famiglia Riina: tre piani, sei appartamenti, uno per la moglie Ninetta, gli altri per i 4 figli e per il cognato Leoluca Bagarella. Il padrino aveva seguito i lavori di costruzione dalla latitanza tramite un suo fedelissimo. Ma la famiglia Riina nella palazzina all'ingresso di Corleone non ha mai abitato. Il tribunale l'ha sequestrata nel '95; nel 2001, con la confisca definitiva, è entrata a far parte del patrimonio dello Stato; da ieri è la sede della Guardia di Finanza a Corleone.

Oltre 1500 metri quadrati, un valore di quasi due miliardi di vecchie lire, interni curati, una vista sulla vallata. Totò Riina, negli anni '80, aveva commissionato l'acquisto del terreno sul quale edificare la residenza di famiglia a Giovanni Di Fresco, marito di una cognata di Bagarella e formale intestatario dell'immobile. ''Era certo che il maxi processo si sarebbe concluso con un nulla di fatto e che sarebbe potuto tornare dalla latitanza a vivere a Corleone e riunire la famiglia'', racconta Pippo Cipriani, ex sindaco del paese ora assessore ai Beni confiscati al comune di Bagheria. Ma il maxi processo si risolse diversamente. Il boss venne condannato all'ergastolo e nella sua Corleone non mise più piede.
La casa finì sotto sequestro: da un'indagine dei carabinieri venne fuori che Di Fresco era il prestanome del padrino. Era Riina a ''dirigere'' i lavori dal suo covo. ''Iddu mi disse che dovevo comprare questo materiale'', diceva, non sapendo di essere intercettato dai carabinieri, Giovanni Grizaffi a cui il capomafia aveva dato incarico di seguire la costruzione. ''Iddu'' era Riina. Due anni dopo i sigilli l'amministrazione comunale decide di destinare provvisoriamente la casa a sede dell'istituto agrario. Alla cerimonia di assegnazione partecipano centinaia di cittadini. Nell'edificio viene trovata parte dei regali di nozze del boss Leoluca Bagarella. A lui e alla moglie Vincenzina Marchese, Riina aveva riservato uno degli appartamenti.

Quest'anno l'immobile è tornato al comune. L'istituto agrario si è intanto trasferito e l'amministrazione decide di assegnarlo alla Finanza. ''Finalmente - dice il sindaco di Corleone Nicolò Nicolosi che oggi (ieri, ndr) ha ufficialmente consegnato l'edificio alle Fiamme Gialle alla presenza di politici come il ministro per gli Affari regionali Enrico La Loggia e il presidente dell'Antimafia Roberto Centaro, ed esponenti delle forze dell'ordine - tutte le forze dell'ordine sono rappresentate a Corleone''. ''Oggi si consuma - ha commentato La Loggia - un gesto apparentemente piccolo che rappresenta, invece, un grande passo avanti nella lotta alla mafia''.
Dell'importanza dell'aggressione ai patrimoni mafiosi hanno parlato il prefetto di Palermo Giosuè Marino, intervenuto alla cerimonia e il presidente dell'Antimafia Centaro che ha ribadito la necessità di riformare la legge sulle confische dei beni ''in modo da accelerare i tempi delle assegnazioni''. A concludere la manifestazione è stato il comandante generale della guardia di finanza Roberto Speciale. ''Quest'atto - ha detto - rafforza la nostra presenza sul territorio e conferma il nostro impegno nella lotta al crimine organizzato che si sconfigge soprattutto aggredendo i patrimoni dei boss''.

Fonte: La Sicilia, 27 Giugno 2005

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28 giugno 2005
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