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Inchiesta shock di 'Panorama' sui canili lager presenti nel territorio nazionale. Triste primato per la Sicilia

Sempre più diffuso il business del randagismo

25 marzo 2005


Cani randagi rinchiusi in canili-lager, affari d'oro per i titolari di queste strutture convenzionate coi Comuni siciliani e un record a livello nazionale degli animali morti. E' questo l'agghiacciante quadro della situazione del randagismo in Sicilia che emerge dall'inchiesta pubblicata sul numero in edicola di Panorama, a cura della giornalista Stella Pende in collaborazione con la LAV (Lega Antivivisezione).

L'inchiesta denuncia la scandalosa situazione di Caltanissetta, dove ''nei canili privati come il Ricara, finanziato dal Comune di Caltanissetta e da molti altri, muore il 59 per cento degli animali''. A non resistere alle crudeltà, allo strazio, alle sevizie (reati per i quali è stato indagato il padrone del lager Ennio Lo Piano) sono soprattutto i cuccioli di due o tre mesi che, forse, preferiscono morire, piuttosto che restare nel canile a vita. In base ai numeri, gran parte dei cani non ce la fa a superare i 100 giorni dopo l'arrivo. Il sindaco di Caltanissetta emette settimanalmente ''ordinanze contingibili e urgenti'' per seppellire i cani nelle fosse comuni che circondano il canile. ''In quattro anni sono stati sotterrati 2mila cani''.
Nell'inchiesta di Panorama, inoltre, un altro canile privato nisseno salta al 'disonore' della cronaca: è il Canile Mimiani, vicino San Cataldo (CL). ''L'altra faccia della stessa medaglia - secondo Panorama - che opera in "strettissima" collaborazione col Ricara. Solite 'fosse comuni' dove le decine di cani che muoiono inspiegabilmente ogni mese trovano la fine''.

Per quanto riguarda Palermo, l'inchiesta riferisce che ''il canile municipale seguiva il record a ruota''. Oggi pare che la mortalità sia un po' calata. Si dice che il 38 per cento delle morti sia dovuto a cause naturali. Ma la fame, il freddo, gli stenti, la disperazione sono ''morti naturali''? O forse l'eutanasia più naturale è lo sbranamento? come racconta un video del programma ''Le Iene'' dove un branco di cani all'area aperta assale e divora il più debole, l'ultimo arrivato.
Per questo video il veterinario Angelo Todaro perse il posto, oggi, naturalmente, riconquistato. La conseguenza di quella indagine? L'eliminazione dell'area dove i cani camminavano liberi.

''Se la Sicilia è diventata la regione dei canili-lager, la colpa è di quelle norme della legge regionale n.15 del 2000 che hanno favorito il business del randagismo - dichiara Marcella Porpora, coordinatrice regionale della LAV - a vantaggio di chi ha trasformato la sofferenza degli animali in un'occasione di lucrosi guadagni. Secondo la legge regionale, infatti, i Comuni possono convenzionarsi con canili privati ai quali appaltare il servizio di cattura e custodia dei cani, deresponsabilizzando quindi l'Ente pubblico che così non affronta l'incremento demografico delle popolazioni randagie tramite le sterilizzazioni e il contrasto del fenomeno dell'abbandono. Non c'è nessun controllo su queste convenzioni che vengono stipulate secondo gli interessi dei Comuni, insensibili al benessere animale, e dei privati, interessati solo ad ottenere il massimo del guadagno. Secondo la legge 15, dal 2002 in Sicilia i Comuni non potevano stipulate altre convenzioni con canili privati, ma tale norma è totalmente ignorata; da 5 anni, inoltre, la Regione deve emanare uno 'schema tipo di convenzione' che preveda criteri economici e di tutela degli animali, ma ad oggi né il Presidente Cuffaro né l'Assessore alla Sanità Pistorio hanno mai dimostrato la volontà di adempiere ai loro doveri!''.

Per stroncare questo orribile business, chiudere i canili-lager ed affrontare in maniera corretta ed efficace il Il canile Ricara di Caltanissettarandagismo, la LAV chiede al Presidente della Regione di emanare subito il previsto ''Regolamento regionale di esecuzione'' della legge 15/2000, atteso da 5 anni.  ''Con quel provvedimento si devono mettere precisi paletti e limitazioni severe - continua Marcella Porpora - perché nei canili venga assicurato il benessere degli animali; i Comuni si dotino di strutture pubbliche per l'accoglienza degli animali abbandonati o feriti e le strutture private, come il Ricara o il Mimiani, non si trasformino negli attuali enormi campi di concentramento di randagi provenienti da tutta la Sicilia; ai cani vengano assicurate cure veterinarie, alimentazione e condizioni di vita adeguate in spazi dignitosi; Comuni e ASL provvedano con urgenza alle sterilizzazioni degli animali vaganti; l'abbandono dei cani ed i maltrattamenti siano concretamente contrastati come prescrive la legge''.

Per comprendere il giro d'affari del business randagismo in Sicilia, la LAV ha raccolto i dati ufficiali dei due canili simbolo di questa situazione: il Mimiani ha dichiarato un ricavo annuale di euro 102.000,00 per il 2002 e di euro 348.035,00 per il 2003; il Ricara ha stipulato una convenzione con il Comune di Caltanissetta che prevedeva per tutto il 2003 la cifra di euro 196.253,66, mentre i ricavi dichiarati annualmente dalla ditta ammontavano a euro 437mila per il 2000 ed euro 507mila per il 2001.
La LAV ha già promosso diversi incontri con i vertici del Comune di Caltanissetta per attuare un piano di lotta al randagismo e per fermare l'ecatombe di animali nei canili-lager; inoltre l'Associazione animalista si riserva di adire le vie legali per denunciare all'Autorità giudiziaria i casi più gravi di maltrattamento degli animali.

LAV Palermo

- L'inchiesta di Panorama

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25 marzo 2005
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