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Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni

Anche quest'anno Allen: un altro capitolo di una commedia umana cominciata negli anni Settanta

03 dicembre 2010

Noi vi segnaliamo
INCONTRERAI L'UOMO DEI TUOI SOGNI
di Woody Allen

Amore, sesso e tradimenti segnano le esistenze di un gruppo di persone le cui passioni, ambizioni e ansie sono il motore dell'azione. Dopo quarant'anni di matrimonio Alfie lascia la moglie Helena per iniziare una nuova vita. Depressa e disperata la donna decide di consultare una veggente con la speranza di farsi addolcire il futuro. Intanto la figlia pensa che possa esserci del tenero con il suo nuovo datore di lavoro, mentre il genero decide di lasciare il suo impiego d'autista per portare a termine il suo primo romanzo, aiutato dalla splendida musa ispiratrice Dia.

Anno 2010
Tit. Orig. You Will Meet a Tall Dark Stranger
Nazione Usa, Spagna
Produzione Dippermouth, Mediapro, Versátil Cinema & Gravier Productions, Antenna 3 Films & Antenna 3 TV
Distribuzione Medusa
Durata 98'
Regia, Soggetto, Sceneggiatura Woody Allen
Con Naomi Watts, Josh Brolin, Anthony Hopkins, Anna Friel, Antonio Banderas, Freida Pinto, Ewen Bremner
Genere Sentimentale


In collaborazione con Filmtrailer.com

La critica
"Essere contemporanei di Woody Allen è una fortuna, come esserlo stati di altri geni prolifici e longevi, Georges Simenon per esempio. Ogni anno c'è un film che vale sicuramente la pena di vedere. Un altro capitolo di una commedia umana cominciata negli anni Settanta. Nuovi caratteri, altri memorabili personaggi, battute divine e la filosofia di sempre. Il New York Times la definisce un pessimismo metafisico, ma a noi europei ricorda piuttosto lo stoicismo. Ogni nuovo film di Allen è in fondo un apologo sul senso della vita, o sul non senso. "Shakespeare disse una volta", comincia citando Macbeth, "che la vita è il racconto di un idiota, pieno di rumore e furia, che alla fine non significa nulla". Con questa premessa nichilista, Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni promette esiti cupi, per fortuna non mantenuti. La storia è un intreccio di coppie, ma la vera protagonista è Helena, interpretata dalla magnifica Gemma Jones, un'anziana madre abbandonata da un marito in cerca di seconde o terze giovinezze (Anthony Hopkins), che trova rimedio alla disperazione diventando adepta fanatica di una cartomante.

In un certo senso è un film sulla religione, perché per l'ateo Allen la religione o la cartomanzia sono più o meno la stessa cosa. Ma il punto di vista è al solito originale. Non conta se sia vero o no, l'importante, per citare un capolavoro di Allen, è che "funzioni". L'assurda e ridicola fede in una sgangherata illusionista seguace della reincarnazione funziona per Helena assai più di quanto abbiano funzionato la psicanalisi, gli psicofarmaci e la bottiglia di whisky. Funziona in ogni caso assai più delle illusioni, in apparenza più razionali, degli altri personaggi. La fuga dalla vecchiaia del suo ex marito, Alfie, lo porterà dritto fra le braccia di una seconda moglie prostituta, da noi si direbbe escort, Charmaine (Lucy Punch), destinata a prosciugargli i capitali e a tradirlo con l'istruttore della palestra. L'illusione di aver sposato un romanziere di genio distrugge la figlia Sally (Naomi Watts), che tenterà di rimontare con altri sogni infelici, dall'innamoramento per il fascinoso capo Greg (Antonio Banderas) all'ambizione di aprire un'attività di gallerista d'arte. L'illusione del successo letterario spinge l'immaturo marito Roy (Josh Brolin) a tradire in maniera ignobile il migliore amico e a illudere a sua volta la giovane e ingenua Dia (Freida Pinto). È una commedia dei tradimenti, dove tutti ingannano tutti, a cominciare da se stessi. L'unica scoperta truffatrice, la cartomante, è paradossalmente la sola a giocare pulito e ad avere un effetto positivo.

Il vecchio Woody, a 74 anni, approda al soprannaturale? Naturalmente no. È certo che il tema antico del fato, della fede in un destino, affascina Allen da anni. Non era in fondo più allegro il mondo greco, con le superstizioni e il cielo popolato di dei, del nostro fondato sui sensi di colpa? Non era più felice quell'infanzia della civiltà? Del resto, con tutto il pessimismo metafisico, anche da questo capitolo del romanzo cinematografico di Allen si esce più leggeri e disposti a godersi la vita. I suoi film si dividono in genere fra quelli da vedere e quelli da rivedere in continuazione. Non vedrò Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni una dozzina di volte, come Vicky Cristina Barcellona o Match point, ma è in ogni caso da non perdere. In attesa del prossimo, girato a Parigi in mezzo al clamore suscitato dalla comparsata di Carla Bruni, e di quello dopo e dopo ancora. In questo i collezionisti di Allen d'annata ameranno un'altra galleria di caratteri borghesi da sublime satira sociale. Gli uomini eterni ragazzi d'ogni età, dal vecchio Hopkins palestrato al quarantenne Josh Brolin perennemente vestito come uno studente di Harvard fuori corso. La beata oca Lucy Punch, la nevrotica e tenera Naomi Watts. Al confronto, il cinema hollywoodiano appare il racconto di un idiota, pieno di furia e rumore, eccetera".
Curzio Maltese, 'la Repubblica'

"40 anni di matrimonio? Posson bastare. Attempato ma atletico, Alfie (Anthony Hopkins) molla la moglie Helena (Gemma Jones): lui si butta in una nuova vita, lei si deprime e si rifugia da una presunta veggente, nella speranza di farsi addolcire la pillola amara della "singletudine". Scendiamo di una generazione: la figlia (Naomi Watts) si convince di una sottile linea tenera tra sé e il nuovo datore di lavoro (Antonio Banderas), mentre il genero (Josh Brolin) lascia l'impiego d'autista per terminare il suo primo romanzo, trovando una musa (Freida Pinto) affacciata alla finestra di fronte…
London Calling, e il newyorkese Woody Allen risponde per la quarta volta: è all’ombra del Big Ben, che – promette – You Will Meet a Tall Dark Stranger, già presentato Fuori concorso a Cannes e nelle sale italiane tradotto in Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni. Titolo bugiardo, quello tricolore, perché nel Tall Dark Stranger non si cela solo la promessa di felicità in carne e ossa della cartomanzia, bensì lo spettro della signora con la falce: complici gli anni che passano, Woody pensa alla morte, e ci rende partecipi. La confezione parla d’amore, tra tachicardie e pulsioni giovanilistiche, ma la commedia batte il tempo della terza età: tutto è ancora possibile, ma l’epilogo ineluttabile. Tranquilli, la “data di scadenza” viene occultata dal solito spartito alleniano: grande direzione d’attori (su tutti, Gemma Jones e un Josh Brolin à la Norman Mailer…), leggerezza di superficie, fluidità di stile, regia per quel tanto che basta. Insomma, il solito buon vecchio Allen, che negli ultimi 29 anni ha diretto 29 film più questo: la prolificità è da coniglio della settima arte, ma la sua specie in via d’estinzione, almeno sul fronte capolavori. Tall Dark Stranger non lo è, ma nessuno si sarebbe aspettato il contrario: ormai, Allen è una festa comandata. Sempre meglio che andare al lavoro, ma la gratuità e l’imprevisto della felicità sono un’altra cosa. E non la troverete tra queste carte".
Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano'

"Woody Allen è stato più ispirato in altre occasioni, ma l'età lo rende pungente, specie con i suoi coetanei. Non a caso ha smesso di apparire nei suoi film, e tocca a Hopkins chiedere ancora tre minuti all'amante dopo aver preso il Viagra. Anche così si riesce a fare un film l'anno, senza sentirsi obbligati ogni volta al successo planetario. Ma è triste che spesso nel cinema libertà faccia rima con età."
Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero'

Fuori concorso al 63mo Festival di Cannes (2010)

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03 dicembre 2010
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