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Incredibile ma vero: Cosa nostra tentò di imporre il pizzo anche all'Università di Palermo!

30 novembre 2007

C'è da non crederci, ma sembra che la mafia sia giunta a chiedere il pizzo anche all'Università! A raccontare quest'assurda vicenda è stato il rettore dell'Ateneo di Palermo, Giuseppe Silvestri, al convegno su ''Le mafie oggi in Europa'' cominciato ieri nel capoluogo siciliano. ''Quando stavamo per aprire una sede dell'università nel centro storico ed eravamo all'inizio dei lavori di allestimento, vennero subito a chiederci un contributo per la festa del santo patrono. Poi tornarono il mese successivo. Capimmo che di lì a poco ci avrebbero chiesto il pizzo. Lo denunciammo subito. E quando mettemmo fuori la targa dell'università di Palermo il fatto non si verificò più''.
Il rettore Silvestri ha parlato poi del contributo dell'università nella lotta contro la mafia e ha annunciato un prossimo incontro con il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, per ''stabilire iniziative da portare avanti insieme''. ''L'università - ha aggiunto - sta firmando con la commissione nazionale Antimafia una convenzione finalizzata a inviare gli studenti dell'Ateneo a svolgere un periodo di lavoro presso le commissione parlamentari''.

E dalla scuola siciliana arrivano dei dati che possono darci un quadro di come viene percepita oggi Cosa nostra dopo il susseguirsi di arresti eccellenti e dopo la grande ribellione degli imprenditori nei confronti del racket delle estorsioni. Infatti, nell'ambito di una inchiesta su cosa gli studenti pensano della mafia, condotta da Sviluppo Mezzogiorno, su mille studenti di 10 scuole superiori di Catania e provincia, il 61% ha risposto che nella criminalità organizzata non c'è niente di positivo. Uno studente su tre ha invece individuato nella malavita almeno un elemento positivo.
L'inchiesta, condotta dall'associazione no profit, che conta oltre 800 imprenditori e docenti universitari di tutte le regioni del Sud Italia, è stata effettuata tra il 2 e il 17 novembre scorso. Gli studenti del triennio delle diverse classi sono stati scelti a caso ed hanno risposto a un questionario fuori dall'orario di lezioni.
Su mille studenti intervistati 49 vedono nei mafiosi degli eroi, 145 riconoscono alla mafia il merito di garantire un lavoro. Sono invece 174 a compiacersi del potere dei clan mafiosi.
Le domande hanno riguardato anche la fiducia nelle forze dell'ordine: il 28% del campione di studenti ha risposto positivamente alla domanda, mentre il 37% ha manifestato una sfiducia nelle forze di polizia. Il 44% del campione, inoltre, ha dichiarato di conoscere qualcuno coinvolto in affari di mafia.

Intanto, a proposito degli ultimi ''arrestati eccellenti'', Salvatore e Sandro Lo Piccolo, ieri è andato avanti il processo per mafia ed estorsioni, denominato ''San Lorenzo 5'', del quale i due sono gli  imputati più importanti. Padre e figlio hanno nuovamente assistito all'udienza, collegati in videoconferenza da due diverse postazioni del carcere Opera di Milano.
Salvatore Lo Piccolo inforcava un paio di occhiali da vista. Sandro Lo Piccolo indossava una maglia scura. I due che sino alla passata udienza indossavano gli stessi abiti del giorno dell'arresto, hanno ricevuto nei giorni scorsi dai familiari un pacco con indumenti di ricambio. Sia il padre che il figlio hanno conferito con il difensore, l'avvocato Alessandro Campo, utilizzando i telefoni delle rispettive postazioni.
Per ieri era previsto l'interrogatorio dell'imputato Antonino La Mattina che però non ha potuto presenziare all'udienza perché ammalato. Pertanto il presidente, Anna Maria Fazio, ha rinviato il processo al 13 dicembre.

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30 novembre 2007
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