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Indagato il "delfino" di Miccichè

Diverse intercettazioni dimostrerebbero rapporti d'affari tra il deputato Franco Mineo e un uomo del clan dell'Arenella

15 ottobre 2010

"Solo, solo che socio che hai qua". Ci sono delle intercettazioni che, secondo gli inquirenti, lasciano poco ad una interpretazione libera o tendenziosa.
Insomma, Franco Mineo, deputato regionale eletto nelle liste del Pdl, poi passato al gruppo del Pdl-Sicilia e quindi a Forza del Sud, formazioni che fanno capo al sottosegretario Gianfranco Miccichè, parlava al telefono con Angelo Galatolo, esponente dell'omonima famiglia mafiosa del quartiere palermitano dell'Arenella e cugino del boss che porta il suo stesso nome, e con questo si vantava delle sue doti di imprenditore, facendo notare al socio che fortuna avesse avuto nel fare affari con lui.

Mineo nell'itercettazione ha dimostrato con chiarezza agli investigatori i suoi rapporti con l'uomo dell'Arenella, e proprio questa intercettazione, comprovante i rapporti tra i due è uno degli elementi dell'indagine della Dda di Palermo che ha iscritto Mineo e Galatolo nel registro degli indagati per concorso in intestazione fittizia di beni.

L'inchiesta, cominciata nel 2006, nasce da una perquisizione fatta nello studio dello storico commercialista della famiglia Galatolo. Gli inquirenti trovarono un passaggio di proprietà che provava la compravendita di alcuni immobili in cui, sotto al nome dell'acquirente, c'era scritto: "Compra Angelo G.". Per gli investigatori era un indizio che ad acquistare gli immobili fosse Angelo Galatolo. Le visure catastali hanno dimostrato che i locali erano di proprietà di Mineo, una circostanza che ha convinto la Dia che il parlamentare aveva in realtà acquistato per conto di Galatolo.
Secondo gli investigatori l'esponente del clan, saputo della perquisizione, avrebbe cercato un prestanome a cui intestare i beni per evitare di risultare il proprietario.
In numerose intercettazioni il parlamentare si vanta di tutti i soldi fatti incassare a Galatolo, formalmente usciere all'Azienda sanitaria provinciale, con gli affitti degli immobili.

La Direzione investigativa antimafia di Palermo, coordinata dal pm della Dda Piero Padova, ha perquisito lo studio all'Assemblea regionale siciliana e le due abitazioni del deputato regionale Mineo, una villa e un appartamento in via Corradino. La procura di Palermo ha invece disposto il sequestro preventivo dei locali di un bar e di due negozi di proprietà del deputato. Si tratta del bar Nuova Esedra, di una merceria e del negozio di abbigliamento Vegard. Sotto sequestro sono finiti solo i locali e non le attività commerciali gestite da soggetti non indagati che hanno affittato gli immobili da Mineo.

Nel 2006 Franco Mineo, probabilmente sospettando di essere intercettato, "sfidava" gli investigatori che tenevano sotto controllo il suo telefono: "... Maresciallo, io guadagno 300 mila euro l’anno con l’agenzia di assicurazioni? non vorrei che il maresciallo pensasse? Trecentomila euro l’anno? dichiarazione dei redditi? Venticinque appartamenti di proprieta’? Quindi maresciallo abbia pazienza? Non è una vergogna essere ricchi…". Anche questa conversazione è finita agli atti dell’inchiesta costata al deputato il sequestro dei tre immobili che, secondo gli inquirenti, avrebbe acquistato per conto di Galatolo. I locali sarebbero stati pagati in parte da Mineo, in parte dall’esponente del clan, indagato in concorso per lo stesso reato. Nell’inchiesta sono riportate decine di stralci di intercettazioni. In una conversazione con un suo "delfino" candidato al consiglio comunale di Palermo, Andrea Aiello, Mineo enunciava la sua strategia elettorale all’amico: "… Allora figlioccio, - gli diceva - tu non sei secondo a nessuno. E’ buono che Tantillo (altro candidato ndr.) spende trentamila euro. Noi trentacinquemila. Tu devi fare il primo, da oggi devi camminare per un anno a fianco a me…"

Mineo si difende alla 'maniera di Cuffaro': "Provo schifo per la mafia"- "Mai scambiato neppure mille lire con quella gente. Certo, li conosco ma nulla di più. Al massimo qualche discursu i cafè". Franco Mineo prepara la sua difesa all'indomani della diffusione di alcune intercettazioni che dimostrerebbero i legami con Angelo Galatolo. "Non so chi può avere travisato qualche frase - ha detto commentando le intercettazioni -. Ho un bagaglio culturale e una dignità che mi fanno provare solo schifo per la mafia. Ho anche rispetto e fiducia nella magistratura, chiarirò tutto”.
Poi il parlamentare di Forza del Sud parla delle sue attività: "Gli immobili di cui si parla sono tutti miei, così come le attività commerciali. Gli affitti sono tutti depositati in banca. All’Arenella conosco tutti. Che abbi parlato con qualcuno non posso escluderlo, fa parte della mia socialità. Tra l’altro ho da 28 anni la più grande agenzia assicurativa della zona: tutta l’economia di questo territorio dipende da me”.
Gianfranco Miccichè fiducioso e "incuriosito da certe coincidenze" - Sulla vicenda giudiziaria che ha colpito il deputato Mineo, è intervenuto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianfranco Miccichè. "Aspetto fiducioso l'esito delle indagini, ma sono sicuro che Franco Mineo, che conosco da quasi vent'anni, chiarirà tutto". "Rinnovo a Franco la mia stima - ha aggiunto Miccichè - Aspetto di conoscere le reali contestazioni, anche perchè sono incuriosito da certe coincidenze temporali tra quanto accade e il nostro cominciare a parlare del nuovo partito".

[Informazioni tratte da Ansa, La Siciliaweb.it, LiveSicilia.it, GdS.it]

- L'articolo di Salvo Palazzolo su Repubblica/Palermo.it

 

 

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15 ottobre 2010
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