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Indagato il fratello del bambino sbranato dai cani

Ieri ad Acireale i funerali del piccolo Giuseppe Azzarelli. Il fratello Ivan verrà interrogato oggi dal procuratore di Catania

24 luglio 2009

Si sono svolti ieri pomeriggio, nella chiesa di San Sebastiano, ad Acireale, i funerali del piccolo Giuseppe Azzarelli, il bambino di 6 anni morto martedì scorso vicino la sua abitazione, nella frazione San Cosimo di Acireale, dopo essere stato azzannato da alcuni cani (LEGGI).
Nella basilica, a dare l'estremo saluto a Giuseppe, centinaia le persone, tra cui molte donne e bambini. Ai funerali, oltre alla madre Alfia, al padre Nino e alla sorella maggiore Graziella, c'era anche il fratello Ivan, 19 anni, che l'altro ieri, sentito come persona informata sui fatti, aveva detto ai carabinieri che i cani che hanno sbranato il fratello erano suoi (LEGGI). Ivan durante la celebrazione delle esequie è stato colto da malore, ed è stato portato fuori in braccio da alcuni parenti.
Al termine della funzione, la bara ha lasciato la cattedrale salutata da un lungo applauso e da un suono di campane. Sul sagrato alcuni degli amici e dei parenti della famiglia hanno rivolto un applauso sarcastico al sindaco di Acireale, Nino Garozzo, al grido di "un applauso al sindaco, che lascia in giro i leoni".

Indagato il fratello del piccolo Giuseppe - Intanto si apprende da ambienti della procura di Catania che Ivan Azzarelli, il fratello 19enne di Giuseppe, è indagato. Una delle ipotesi accusatorie è omicidio colposo. Il ragazzo dovrebbe essere ascoltato oggi in procura.
Ivan, che l'altra sera aveva detto davanti ai carabinieri che si occupava lui dei cani, ieri mattina ha però negato che fossero suoi e ha dichiarato che si limitava solo a portare loro da mangiare qualche volta. "Quelli trovati nel terreno abbandonato vicino casa mia, non sono i miei cani. Io da loro ci andavo una volta ogni tanto, gli davo da mangiare perché mi facevano pena", ha detto all'emittente televisiva catanese Telecolor. Ivan ha aggiunto di non sapere se in quel terreno abbandonato qualcuno praticasse l'addestramento clandestino dei cani.
A margine della cerimonia funebre, il legale della famiglia, l'avvocato Rosario Pennisi, parlando della posizione giuridica del fratello ha detto: "Non abbiamo ricevuto nessun atto formale dalla Procura. Sappiamo che c'è un'indagine in corso ma non sappiamo nè qual è l'oggetto dell'indagine nè chi sono gli indagati". "Ho appreso - ha aggiunto il legale - dai giornali che Ivan aveva fatto delle dichiarazioni delle quali non conosco nè posso conoscere il contenuto, ma ad oggi non abbiamo avuto nessuna richiesta di interrogatorio da parte della Procura". "Non ho ancora parlato con Ivan - ha aggiunto - ma so che ha fatto delle dichiarazioni discordanti, probabilmente in un momento doloroso e non so quale valenza possa essere attribuita alle dichiarazioni che ha reso nell'immediatezza. Vedremo domani, se dovesse essere interrogato: ci vedremo prima e stabiliremo una linea difensiva".

Un piano del governo contro i combattimenti dei cani - Il Sottosegretario alla Salute Francesca Martini ha incontrato ieri il Comandante dei Carabinieri dei Nas Generale Cosimo Piccinno per predisporre un piano di azione contro i combattimenti clandestini dei cani. "Esprimo la mia partecipazione - ha detto Martini - ai genitori del piccolo Giuseppe e chiedo alla magistratura di fare luce su eventuali comportamenti del fratello". "Ho concordato con il generale dei Nas, Cosimo Piccinno, un'operazione di snidamento, di lotta e di investigazione rispetto ai combattimenti clandestini dei cani al sud" ha detto ancora il sottosegretario riguardo il caso siciliano di Acireale. "Per quanto riguarda l'ennesimo caso siciliano che ci ha abituati quasi settimanalmente a casi di degrado - ha spiegato - sto lavorando con l'amministrazione regionale per dare corso ad un programma congiunto affinchè vengano attivate politiche di recupero di cani vaganti sul territorio e la loro identificazione e quindi un controllo che ha a che fare non solo con le aggressioni ma anche con la salute pubblica". La Martini ha detto di stare indagando con contatti diretti con il veterinario della zona nell'area in cui i cani erano detenuti in maniera impropria ed erano oggetto di maltrattamenti. "I cani, di grossa taglia, non erano identificati e non erano sterilizzati - ha concluso - e si presume che fossero utilizzati per i combattimenti clandestini".

[Informazioni tratte da Repubblica.it, La Siciliaweb.it, Ansa.it]

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24 luglio 2009
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