Indagato per mafia il presidente di Confindustria Sicilia
Antonello Montante si difende e parla di "aggressione" e "delegittimazione in atto contro i vertici di Confindustria"
Sarebbe finito sotto inchiesta per reati di mafia il Presidente degli industriali siciliani Antonello Montante, 52 anni, responsabile Legalità di Confindustria nazionale.
L’indiscrezione è stata riportata oggi dal quotidiano Repubblica.
Montante, sarebbe iscritto nel registro degli indagati da due Procure, quella di Catania e quella di Caltanissetta. Montante, con un ruolo anche nell’Agenzia dei beni confiscati, viene tirato in ballo da alcuni collaboratori di giustizia. A suo carico, sempre secondo il quotidiano, vi sarebbe anche un’altra inchiesta a Catania scaturita da una denuncia.
Antonello Montante, 52 anni, originario di Serradifalco (Caltanissetta), è titolare dell’omonima fabbrica di biciclette fondata negli anni ‘20 del secolo scorso. Insieme al suo predecessore Ivan Lo Bello, è stato tra gli artefici del codice etico e della svolta anti racket di Confindustria. Montante, che è anche presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta, il 20 gennaio scorso è stato infine designato - su proposta del ministero dell’Interno - componente dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati.
Il diretto interessato parla di "aggressione" e "delegittimazione in atto contro i vertici di Confindustria", rilanciando il recente allarme del Palazzo di giustizia di Caltanissetta. Una manovra "subdola", realizzata anche attraverso "il discredito mediatico". E, ribadendo la fiducia nei confronti della magistratura, assicura che "andrà avanti" nella sua azione.
Sono tre i collaboratori di giustizia che lo accusano e che hanno parlato di appalti e relazioni antiche con nomi discussi, un paio dei quali, a esempio, furono testimoni di nozze di un giovanissimo Montante. Ma l'industriale nisseno non ci sta e anche attraverso il suo staff assicura che non farà nessun passo indietro, che significa pure niente dimissioni dai suoi incarichi.
Dimissioni che gli hanno chiesto immediatamente i parlamentari 5 stelle dell’Ars. "Montante lasci il suo incarico all'Agenzia nazionale per i beni confiscati. Opportuno anche un suo passo indietro in Confindustria".
"Se le notizie stampa dovessero rispondere al vero - dicono la capogruppo Valentina Zafarana e il deputato Giancarlo Cancelleri - Montante non può far finta di nulla. E' vero che essere indagato non equivale assolutamente ad un giudizio di colpevolezza, è altrettanto vero, però, che Montante è il delegato per la legalità di Confindustria e componente dell'Agenzia nazionale per i beni confiscati, in pratica un simbolo antimafia. E un simbolo antimafia non può essere sfiorato dal benché minimo dubbio. Pertanto si dimetta, in attesa che la giustizia faccia il suo corso".
Le dimissioni di Montante sono invocate anche dai componenti M5S delle commissioni regionale e nazionale antimafia.