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Infanzia violata

Bambini soldato, sfruttamento sessuale e terrorismo: il nuovo rapporto dell'Onu sui bambini e la guerra

19 ottobre 2007

Bambini abusati, violati dalla guerra, arruolati come soldati nei tanti conflitti che infiammano il mondo e privati di ogni elementare diritto: alla salute, all'istruzione, a vivere un'infanzia normale protetti dalla propria famiglia o dalla comunità d'origine. Il nuovo rapporto dell'Onu 'Children and Conflict in a Changing World', sui bambini e la guerra, fotografa una situazione agghiacciante dove sempre più piccoli innocenti, soprattutto nel terzo mondo ma non solo, ogni anno diventano vittime di arruolamenti forzati, detenzioni illegali e sfruttamento sessuale. Il rapporto, elaborato dal Rappresentante Speciale del Segretario Generale dell'Onu per i bambini nei conflitti armati, Radhika Coomaraswamy, e dall'Unicef, è stato realizzato a 10 anni dall'illuminante studio di Gracia Machel su 'L'impatto delle guerra sui bambini', che per la prima volta ha richiamato l'attenzione della comunità internazionale su un tema così importante come quello dell'infanzia violata dalla guerra.

Il vivere un conflitto fondamentalmente priva i bambini della loro infanzia, li segna profondamente compromettendo la loro salute e lo sviluppo della loro personalità. Malgrado i numerosi passi avanti che sono stati compiuti nel corso degli ultimi 10 anni per proteggerli dai più efferati crimini di guerra come il reclutamento illegale da parte di gruppi armati e la violenza sessuale, il documento dell'Onu fa ancora una volta la cronaca di una situazione allarmante ed esorta la comunità internazionale ad adottare misure concrete per fermare gli abusi sui più piccoli. 'La comunità internazionale è stata attiva nella definizione di una solida cornice legale per la protezione dell'infanzia' ha dichiarato il Rappresentante Speciale del Segretario Generale dell'ONU per i bambini in guerra Radhika Coomaraswamy 'molto però deve essere ancora fatto, per assicurarne l'ottemperanza, per combattere l'impunità e affrontare tutte le violazioni contro i bambini'.

Il rapporto difatti mostra cifre da capogiro che tendono a crescere. Si stima che nel 2002 l'arruolamento illegale di bambini soldato sia stato segnalato in 18 paesi in guerra mentre nel 2004 tale pratica si sia registrata in 43 paesi. Complessivamente i sequestri finalizzati all'arruolamento, sfruttamento sessuale e lavoro forzato in Uganda, dall'inizio della guerra, sono stati circa 25mila mentre in Nepal i bambini rapiti, tra il 2002 e il 2006, sono stati circa 22mila. I piccoli reclutati nelle guerre di solito, sono vittime di stupro, schiavitù sessuale, induzione alla prostituzione, mutilazione dei genitali e altre brutalità con conseguenze mediche e psicologiche spesso permanenti. Mentre i maschi sono utilizzati per combattere, le femmine in genere sono impiegate per cucinare, pulire, a volte per combattere ma soprattutto come schiave sessuali al servizio dei guerriglieri, in angoli del mondo dove le malattie a trasmissione sessuale e l'Aids sono diffusissime. Le malattie fisiche però, non sono l’unica grave conseguenza dell’arruolamento. Tutti i bambini soldato porteranno nella loro vita ferite psicologiche difficili da rimarginare. L’essere stati testimoni o l’aver compiuto atrocità avrà serie conseguenze sulla loro esistenza ma anche sul tessuto sociale che li circonda che molto difficilmente li riaccetterà una volta liberati e tornati a casa.

Nel 2006 circa 18,1 milioni di bambini sono stati costretti ad abbandonare le proprie comunità, 5,8 milioni ridotti alla condizione di profughi e 8,8 milioni sfollati all'interno dei confini dei loro paesi. Ai veri e propri rapimenti si affianca la detenzione illegale. Dalle stime ufficiali si evince che nel 2007 circa 400 bambini palestinesi sono stati rinchiusi nelle carceri israeliane per reati minori, privati del diritto alle visite familiari e in alcuni casi giudicati da tribunali militari, in violazione delle norme internazionali sulla giustizia minorile. Negli ultimi anni sono aumentati drammaticamente anche gli attacchi a scuole o ospedali. Si conta che nel 2006 in Afghanistan, sono stati oltre 100 gli attacchi con bombe e missili contro edifici scolastici, mentre sono circa 105mila i bambini che non hanno potuto frequentare la scuola a causa delle condizioni d'insicurezza provocate dai conflitti. Si stima che circa un terzo delle vittime dei residuati bellici sono bambini e che in 85 paesi armi leggere e ordigni inesplosi sono all'origine della morte e menomazione permanente di milioni di piccoli, uccisi dagli interessi economici delle aziende occidentali che commercializzano tali armi.

Una vera e propria strage degli innocenti dunque, cui vanno aggiunti anche i minori che perdono la vita in seguito a malattie dovute alle fatiscenti condizioni igieniche o alla mancanza d'acqua, alla malnutrizione, o al negato accesso  all'assistenza umanitaria. In Iraq, Darfur e Ciad ad esempio, le difficoltà d'accesso all'acqua e a servizi igienici di base hanno causato epidemie e aggravato lo stato nutrizionale dei bambini. Il rapporto dell'Onu invita inoltre, la comunità internazionale a tenere alta la sua attenzione sul problema del terrorismo che sempre più tende a reclutare giovanissimi per compiere attentati suicidi ed esorta tutti gli Stati membri dell'Onu a mantenere gli impegni assunti verso i bambini, fornendogli accesso a servizi di base come l'istruzione, la sanità, il supporto nutrizionale, l'acqua e i servizi igienici. Un'altro importante appello riguarda l'impegno a porre fine all'impunità per i responsabili di crimini efferati contro i più piccoli, la garanzia che i crimini di guerra vengano perseguiti e il rispetto delle principali norme internazionali in materia, molte delle quali furono adottate dopo la pubblicazione dello Studio della Machel.

- Rapporto 'Children and Conflict in a Changing World'

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19 ottobre 2007
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