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Influenza A: sale a 28 il biliancio delle vittime

La morte nelle persone più giovani è da attribuire alla mancanza di ''memoria immunitaria''

06 novembre 2009

Salgono a 28 le vittime della "nuova influenza" in Italia. All'ospedale di Mestre (Venezia), è morto l'uomo di 55 anni affetto dal virus A/H1N1 ricoverato in rianimazione dal 2 novembre. Il paziente soffriva di leucemia, bronchite ed era diabetico. E' morta anche una bambina di 9 anni a Campobasso affetta da gravi patologie neoplastiche.
"La mortalità è maggiore nelle persone di oltre 50 anni perché questa influenza si diffonde così facilmente che attacca tutti e attacca molto i giovani, che non hanno la memoria immunitaria. Quindi non sorprende sia così, l'importante è l'outcome finale e che il Paese sia preparato a gestire questi casi". Questa la dichiarazione di Ferruccio Fazio, viceministro alla Salute, a margine dell'assemblea generale delle Istituzioni Sanitarie e Socio-Sanitarie dell'Aris (Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari), promossa all'interno della "Settimana della vita collettiva", a Roma. "Oggi - ha continuato il Viceministro - abbiamo una rete condivisa con le Regioni per la gestione dei casi gravi e per fare in modo che questo 30% di casi gravi nei giovani, di fatto, venga gestito correttamente. Con la fine del picco - ha proseguito - cominceremo con calma a raccomandare la vaccinazione a tutti per evitare una seconda ondata di influenza, l'anno prossimo. Ricorderete che sia la spagnola sia l'influenza del 1968, colpirono in maniera forte nella seconda ondata, sempre più pericolosa della prima - ha sottolineato in conclusione -. Abbiamo gli strumenti, che sono i vaccini, e dobbiamo evitarla".

L'altro ieri il viceministro Fazio ha invece incontrato la commissione Sanità delle Regioni, incontro al quale ha partecipato anche il ministero del Welfare, e con questa ha affrontato la questione dei quantitativi dei vaccini contro la influenza A che è stata sollevata da alcune Regioni. "Le strategie vaccinali e tutte le spedizioni dei prodotti sono frutto di riunioni concordate con le Regioni, che hanno sempre partecipato alle unità di crisi. Quindi le lamentele che alcuni esponenti regionali hanno esternato alla stampa mi auguro vengano chiarite al più presto", ha detto Fazio.
Alla fine, comunque, l'intesa con le Regioni sulla copertura e la distribuzione dei vaccini è arrivata. "Abbiamo raggiunto un'intesa che garantisce la copertura e la distribuzione dei vaccini a tutte le Regioni", ha detto Fazio.
Il viceministro della Salute ha poi spiegato che il virus dell'influenza A "va eradicato dal nostro Paese entro il 2010 per evitare che diventi cattivo", e ha ricordato a più riprese l'importanza di vaccinare i malati cronici ("Bisogna fare in fretta, anche perché occorrono due settimane dal momento dell'inoculazione del siero per essere immuni") per poi passare alle altre categorie, ovvero giovani e bambini. "Contiamo di vaccinare i giovani entro fine anno, ma non dite che è troppo tardi - ha ammonito rivolgendosi ai giornalisti - perché occorre limitare la diffusione del virus per far sì che non muti in una forma peggiore. Se si ricombinasse, ad esempio, con l'influenza aviaria la mortalità lieviterebbe, e lì sì che sarebbero guai".
Fazio ha poi ribadito anche la sicurezza del vaccino ("E' stato testato e garantito dalle agenzie europea e italiana per i farmaci, l'Emea e l'Aifa su tutte le categorie che intendiamo vaccinare, bambini compresi. Tutti i farmaci hanno un leggero margine intrinseco di rischio) e ha difeso a spada tratta la strategia vaccinale adottata dal nostro Paese: "Anche il presidente Usa Obama - ha affermato - ha avuto difficoltà nella distribuzione dei sieri. La nostra strategia ci ha garantito di ottenere dosi tra i primi al mondo".
Secondo l'ultimo aggiornamento dalla rete di medici sentinella Influnet, è più che raddoppiata nell'ultima settimana di monitoraggio l'incidenza totale delle sindromi influenzali che, come hanno spiegato gli esperti, in questa fase sono perlopiù associate al virus H1N1. Nella settimana dal 26 ottobre al 1 novembre si è saliti a 8,96 casi per mille assistiti, contro i 4,12 casi per mille della precedente rilevazione. Gli italiani colpiti sono quindi quasi 540 mila (537.600), contro i circa 250 mila (247.200) della settimana prima.

Il virus A/H1N1 in Sicilia - Sono 1.500 le persone alle quali è stato già somministrato, nelle strutture dell'Asp di Palermo il vaccino contro l'influenza da virus A/H1N1. Il dato fa riferimento ai primi giorni della campagna di vaccinazione.
"Sono state ampliate e potenziate le strutture dedicate alla somministrazione del vaccino - dice il direttore generale dell'Asp, Salvatore Cirignotta - non si è registrata alcuna carenza e tutti i centri hanno dosi sufficienti a soddisfare la richiesta degli utenti. Tra l'altro, nei prossimi giorni è previsto un altro carico di dosi che garantirà la continuità del servizio".
Sono circa 20 mila le dosi di vaccino pandemico già distribuite ai centri dell'Asp e alle strutture ospedaliere di Palermo e provincia. Al momento devono essere vaccinati il personale sanitario e socio sanitario, le donne al secondo e terzo trimestre di gravidanza, i bambini tra i 6 mesi e 17 anni con patologie (dell'apparato respiratorio, malattie metaboliche, cardiovascolari, neoplasie, condizioni di depressione immunitaria, etc); i bambini, tra 6 e 24 mesi, nati pretermine e i soggetti a rischio di età inferiore ai 65 anni.
"La procedura di accesso è semplice ed immediata - dice il direttore sanitario dell'Asp di Palermo, Anna Rita Mattaliano - per le donne al secondo e terzo trimestre di gravidanza, basterà esibire un certificato del ginecologo o di una struttura pubblica che attesti la settimana di gestazione. Per i bambini che rientrano tra le categorie a rischio serve una certificazione del pediatra e per le persone, con pluripatologie, che rientrano tra i soggetti a rischio è sufficiente anche l'esenzione ticket o idonea documentazione che attesti la patologia".
Per soddisfare la crescente richiesta di informazioni, l'Asp di Palermo ha attivato un apposito servizio telefonico rivolto all'utenza: chiamando al numero 335.5652024 si possono ricevere informazioni di carattere sanitario, epidemiologico ed organizzativo sull'influenza da virus A. A rispondere, tutti i giorni della settimana, dalle 8 alle 20, è un dirigente medico del dipartimento di Prevenzione dell'Azienda.
È possibile avere notizie sulla pandemia influenzale o visionare l'elenco dei centri di vaccinazione aziendali collegandosi anche a questo sito internet: www.ausl6palermo.org.

A Trapani vaccinate mille persone - "A Trapani e provincia la sindrome da influenza A è sotto controllo, grazie a un piano di intervento sanitario disposto dall'Asp". Il prefetto di Trapani, Stefano Trotta ha illustrato ieri nei dettagli le misure adottate per contrastare la diffusione del virus H1n1. All'incontro hanno partecipato Maria Concetta Martorana, direttore sanitario dell'Asp di Trapani, Bartolomeo Gisone, direttore del dipartimento di Prevenzione della Asp e Osvaldo Ernadez direttore del distretto sanitario di Trapani.
Al dipartimento di Prevenzione dell'Azienda sono arrivati 10 mila vaccini sui 61 mila previsti in tutto per la provincia di Trapani che sono stati distribuiti nei 23 centri di vaccinazione dei 24 comuni della provincia. Fino a ieri erano state immunizzate mille persone che hanno risposto positivamente al vaccino senza il sopravvenire di alcun effetto collaterale.
È stato predisposto il potenziamento della rete ospedaliera attraverso l'implementazione del personale sanitario nei prontosoccorsi, sono state stampati dei pieghevoli e locandine ed è stata concordata una conferenza di servizio con il provveditorato agli studi e i dirigenti scolastici della provincia. Nei prossimi giorni i medici di medicina generale riceveranno 50 pulsossimetri, apparecchi per la misurazione dei livelli di saturazione dell'ossigeno nel sangue, per migliorare l'assistenza domiciliare, per tutti coloro che contrarranno il virus. "In ogni presidio ospedaliero - ha detto Martorana - sono stati predisposti dei percorsi di triage specifici per il contagio da virus e allestite camere preposte alla cura delle persone contagiate. Inoltre sono già stati realizzati, dal dipartimento di prevenzione, dei percorsi formativi per il personale sanitario sul virus A/H1n1".
Nei prossimi giorni il prefetto Trotta convocherà i sindaci della provincia.

I RICOVERATI - Una donna di 54 anni è stata ricoverata nell'ospedale di Sciacca perchè affetta da influenza A. La donna è in isolamento nel reparto di medicina del Giovanni Paolo II. Il direttore del reparto il dottor Antonio Carroccio precisa: "La situazione è sotto controllo, la paziente non corre pericolo di vita".
È in lento ma progressivo miglioramento la paziente ricoverata nell'Ismett a causa di complicanze respiratorie di influenza causata dal virus H1N1. La donna di 38 anni, alla ventiseiesima settimana di gestazione è stata trasferita nel reparto di Terapia Intensiva lo scorso 25 ottobre dall'Ospedale Umberto I di Siracusa, dove era stata ricoverata il 21 di ottobre e sottoposta a ventilazione meccanica in seguito alle complicanze respiratorie di influenza causata dal virus H1N1. Le condizioni del feto sono state monitorate giornalmente. La prognosi della paziente rimane ancora riservata.
È in condizioni stazionarie ma non è grave il diciottenne ricoverato in rianimazione nell'ospedale Umberto I di Enna, perchè colpito dal virus H1N1. La conferma sul tipo di influenza è arrivata l'altro ieri dopo gli esami di laboratorio. Il giovane, che soffre di una grave patologia congenita, era stato ricoverato tre giorni fa a Nicosia e ieri è stato trasferito a Enna. Secondo il direttore sanitario dell'Azienda provinciale sanitaria, Giovanna Volo, il giovane è stato ricoverato in rianimazione a scopo precauzionale.

Virus A, giungla tariffe per test in laboratori privati: da 12 a 150 euro - Pagare di tasca propria per scoprire se febbre e sintomi influenzali sono causati dal virus H1N1 può riservare qualche sorpresa. Le tariffe dei test nei laboratori privati italiani sono estremamente variabili. Si va dai 12 euro fino ai 150. E se per i prezzi più cari la somma può essere giustificata dal tipo di analisi più sofisticato, non c'è invece giustificazione per le tariffe intermedie: insomma, chi paga il minimo si sottopone spesso a un esame del tutto simile a chi lo fa pagando 70 euro.
"Si tratta di fenomeni speculativi", spiega Vincenzo D'Anna, presidente di Federlab Italia, coordinamento nazionale delle associazioni regionali del settore che rappresenta il 40% dei laboratori d'analisi del Paese (convenzionati e non), commentando le tariffe che diversi laboratori della Penisola hanno indicato al telefono alla redazione dell'Adnkronos Salute.
Si va dai 12 euro (a Napoli) per proseguire a Roma con 14 euro, anche se nella Capitale ci sono laboratori che eseguono il test a 20, 30, 40, 50 e 70 euro. A Milano, dove comunque ci sono tariffe che partono da 20 euro, si arriva a 150 per esami di biologia molecolare, test che costa 120 a Bergamo. Ma in nessun caso, tra i centri contattati, viene spiegato al paziente che chiede informazioni o appuntamento al telefono la metodica del test che si effettuerà.
"Il test di screening costa, realmente al laboratorio, intorno ai 7-8 euro - sottolinea D'Anna - e anche se di marchi diversi gli esami sono del tutto simili. Sono basati sulla reazione antigeni-anticorpi, che dà luogo a una colorazione in brevissimo tempo". Questo, in pratica, è il test di screening rapido. C'è poi il test di biologia molecolare, "più caro, per il quali è giustificata a livello di costi la tariffa di 150 euro", ammette D'Anna. "Credo però che sia un'esagerazione fare questo tipo di test. Si tratta di approfondimento che viene fatto ricercando il materiale virale nel sangue e nel siero. Sono esami più sensibili perché una minima quantità di materiale virale viene amplificata. Il test di screening è tarato, invece, su una quantità prestabilita di anticorpi. E' probabile quindi che, al di sotto di una determinata soglia il test non si positivizzi", aggiunge sottolineando di non "capire la necessità di ricercare il virus per una patologia che comunque ha lo stesso tipo di cura della normale influenza".
Gli italiani però sono più saggi di quanto non si creda, secondo il presidente dei laboratori privati. "Non stiamo registrando la corsa alla richiesta del test - continua - se si escludono le persone che hanno avuto persone in famiglia con forma gravi di influenza". Per D'Anna gli italiani, soprattutto al Centro Sud, sono "parsimoniosi in questo campo. Anche perché hanno l'abitudine a fare esami a carico del Servizio sanitario nazionale, e non è questo il caso".
Il consiglio a non cadere nella trappola dell'esame a tutti i costi viene anche dai medici di famiglia. Giacomo Milillo, segretario nazionale della Federazione nazionale dei medici di medicina generale (Fimmg), dice che ai pazienti che chiedono informazioni su questi esami "raccomandiamo di non fare il test. Non serve assolutamente a nulla. Il test va fatto, quando serve, solo nei centri specializzati accreditati dal ministero e dalle Regioni. Gli altri esami - quelli che si vendono in farmacia o che si fanno in altre strutture - sono inutili. Tra l'altro, in assenza di complicazioni, sapere se si è colpiti da influenza A o da stagionale non ha importanza: precauzioni, cure e consigli sono gli stessi".

Influenza A, Oms: "Preoccupano casi gravi anche tra sani" - L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) "rimane molto preoccupata per il numero di casi gravi e di morti provocati dalla nuova influenza". Lo ha evidenziato Keiji Fukuda, consigliere speciale del direttore generale dell'Oms sulla pandemia influenzale, durante una conferenza stampa a Ginevra. "La maggior parte delle complicanze - ha proseguito Fukuda - si verifica in persone con meno di 65 anni, in particolare giovani. Chiaramente queste situazioni si osservano soprattutto in persone con patologie croniche e nelle donne incinte, ma non solo: possono verificarsi anche nelle persone perfettamente sane e giovani. Un quadro che è ben diverso da quella dell'influenza stagionale. Sulla base della situazione attuale, ciò che bisogna fare è non semplificare, considerando che abbiamo a che fare con due gruppi di persone: quelle che si infettano e guariscono senza problemi e quelle che sviluppano disturbi gravi. E di questo devono tenere conto i sistemi sanitari nazionali: ci sarà bisogno di uno sforzo per curare questi pazienti", ha ammonito.
Secondo Fukuda, "il virus H1N1 attualmente appare molto stabile e non c'è rischio di mutazione. Anche il pericolo di resistenza ai farmaci antivirali appare lontano e dunque questi prodotti rimangono utili. Ma, in generale, non sappiamo come evolverà il quadro della situazione in futuro". Quanto ai vaccini, "si sono dimostrati tutti efficaci e sicuri e l'Oms sta lavorando con le aziende farmaceutiche per fornire le giuste dosi anche ai Paesi che non se le possono permettere".

[Informazioni tratte da Tgcom, Adnkronos/Ing, La Siciliaweb.it, Adnkronos Salute]

 

 

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06 novembre 2009
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