Informazione e ''pollai''
E' polemica sul regolamento sulla par condicio in Rai: 'Annozero', 'Ballarò' e 'Porta a Porta potrebbero chiudere per un po'
E' polemica sul regolamento sulla par condicio in Rai, approvato l'altro ieri sera dalla Vigilanza in vista delle regionali del 28 e 29 marzo. Le nuove regole, che bloccano di fatto le trasmissioni di approfondimento politico a ridosso del voto, potrebbero far saltare 'Annozero', 'Porta a Porta' e 'Ballarò'.
Per il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi la scelta della commissione di vigilanza Rai è "una decisione non scandalosa del Parlamento che va rispettata". In particolare il premier si è scagliato contro le "trasmissioni pollaio" che "con le risse tra le parti" hanno "concorso molto ad abbassare il livello di apprezzamento dei cittadini nei confronti della classe politica".
Il regolamento sulla par condicio sarà valido anche per le emittenti private, ma solo nella prima fase della campagna elettorale, dall'11 al 28 febbraio. Lo ha deciso la commissione Servizi e prodotti dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Una scelta prudente, legata alla necessità di approfondire alcuni questioni relative alla seconda fase della campagna elettorale. Da prassi, il regolamento che l'Agcom vara per le tv commerciali rispecchia quello che la commissione di San Macuto mette a punto per il servizio pubblico.
L'opposizione però non ci sta. Boccia il testo il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. "La decisione va rivista, perché tocca profili di libertà", osserva. "Non bisogna fare di ogni erba un fascio - precisa -. La preoccupazione dei Radicali è storica, veder garantito l'accesso. Quella della maggioranza è di chi vuol ovattare la realtà e nascondere i problemi".
Il presidente della Rai Paolo Garimberti ha annunciato che oggi il cda Rai discuterà dell'impatto sull'azienda del regolamento che presenta "aspetti che richiedono un immediato approfondimento". L'Ufficio di presidenza della Vigilanza ha stabilito che sarà Sergio Zavoli a verificare, sentendo i vertici Rai, se è possibile trovare una soluzione "il più possibile condivisa".
Da parte sua il radicale Marco Beltrandi, relatore della delibera, difende il testo: "Avremo per la prima volta negli spazi più ambiti del palinsesto Rai una vera par condicio". Mentre i consiglieri di amministrazione della Rai dell'opposizione (Rodolfo De Laurentiis, Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten) lanciano un appello al presidente Zavoli e all'intera commissione di Vigilanza affiché venga riformulato il regolamento.
E intanto, si leva la protesta della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Il segretario dell'Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, Carlo Verna ha conferma "una giornata di sciopero dei giornalisti Rai" che "cadrà non prima di quindici giorni secondo la legge sul servizio pubblico". "Non sarà l'unica iniziativa - annunciano Verna e il presidente dell'Fnsi Roberto Natale - si punterà anche a coinvolgere i cittadini in una forma di protesta simile a quella del 3 ottobre, giornata per la libertà di stampa".
Per il Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti "pretendere di oscurare i talk show della Rai perché non si riesce a trovare un modo per regolamentarli in periodo di campagna elettorale è un atto grave verso il servizio pubblico e i suoi utenti". L'Ordine chiede quindi alla commissione parlamentare di Vigilanza di riesaminare la sua decisione "offrendo così ai cittadini la possibilità di essere informati per capire e scegliere in maniera consapevole".
Forte la reazione del conduttore di 'Annozero' Michele Santoro alle nuove regole: "E' un abuso di potere che non ha alcun fondamento legale".
Critico anche il padrone di casa di 'Porta a Porta' Bruno Vespa: "Trovo molto grave l'azzeramento dei programmi informativi prima delle elezioni e spero che ci possano essere degli spazi di mediazione.A me questi azzeramenti non piacciono e comunque il programma 'Porta a Porta' ha rispettato più la par condicio di altri" .
Attacca il testo anche il conduttore di 'Ballarò', Giovanni Floris: "Siamo davanti all'ingordigia della politica che si mangia l'editore, l'azienda, i conduttori, i giornalisti e anche gli ospiti. Oltre, naturalmente, ai telespettatori che pagano il canone". "Esistono i programmi appositi - ha sottolineato Floris - che assicurano spazi alle parti politiche, ma queste ultime vogliono di più, e pretendono di occupare trasmissioni di successo sperando che il pubblico resti incollato alla fascia oraria, a prescindere da quello che va in onda. Non credo sia il ruolo dei parlamentari quello di disegnare i palinsesti, fare gli inviti per il martedì sera, selezionare gli argomenti da trattare: i parlamentari hanno compiti ben più alti e importanti. Non è d'altronde compito di un giornalista parlare di argomenti stabiliti a prescindere, con interlocutori decisi da altri. Non credo infine sia l'aspirazione del pubblico Rai quella di scoprire (al posto della trasmissione che ama) un susseguirsi di dichiarazioni di candidati alle Regionali".
Duro, infine, il commento di Rosario Trefiletti, presidente Federconsumatori, che chiede la "soppressione" della Commissione di Vigilanza Rai "visto che inizia a fare anche dei veri e propri danni al tessuto democratico del Paese, imponendo regole allucinanti per i vari talk show televisivi e programmi di attualità, che, di fatto, saranno costretti ad interrompere le trasmissioni".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it, Corriere.it]