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Ingroia contro il ddl Alfano

"Se il ddl Alfano diverrà legge si determinerà il sostanziale e definitivo esaurimento dello strumento delle intercettazioni''

26 settembre 2009

"Se il ddl Alfano diverrà legge si determinerà il sostanziale e definitivo esaurimento dello strumento delle intercettazioni. Una pietra tombale sulla modalità d'indagine principale degli ultimi anni".
A dichiararlo è stato il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia durante l'iniziativa "Intercettazioni, libertà di stampa, diritti costituzionali" promossa dal Centro Studi Pio La Torre e da Articolo 21, Ordine dei Giornalisti di Sicilia, Fnsi, dalla rivista Ossigeno e dall'Associazione della stampa siciliana, che si è svolta venerdì 25 settembre nell'Auditorium Rai di Palermo. "Stabilire che si possano disporre le intercettazioni solo in presenza di gravi indizi di colpevolezza e non di reato ne impedirà di fatto l'utilizzo - ha spiegato Ingroia - arrecando gravissimi danni anche alle indagini sulla criminalità mafiosa. Perché, se è vero che le nuove norme non si applicano ai processi per mafia è vero anche che molti procedimenti che poi si trasformano in indagini per associazione mafiosa sono avviati a carico di cosiddetti insospettabili, quindi con procedimenti ordinari su cui si applicherebbero le nuove norme".

"La limitazione delle intercettazioni e della loro pubblicazione sui giornali costituisce una lesione del diritto costituzionale a essere informati - ha detto Vito Lo Monaco, presidente del Centro Pio La Torre - si vuole limitare la possibilità di mettere a nudo la zona grigia e gli intrecci nella gestione della Cosa pubblica, degli appalti, dei servizi, della sanità".

"Il simbolo della giustizia è la bilancia con i suoi due piatti, uno è rappresentato dai pm e l'altro dagli avvocati: questi piatti devono essere uguali e io credo che in questo momento non lo siano"
. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, intervenendo a Palermo alla commemorazione del giudice Cesare Terranova e del poliziotto Lenin Mancuso, uccisi dalla mafia 30 anni fa. "Il diritto alla segretezza delle comunicazioni non un diritto di serie B. Lo sforzo che stiamo facendo con la legge sulle intercettazioni è di tenere in equilibrio tre diritti costituzionali: il diritto di cronaca, l'obbligo alle indagini e appunto la segretezza delle comunicazioni", ha detto infine Alfano. [ANSA]

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26 settembre 2009
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