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Ingroia è pronto a metterci la faccia

La candidatura del pm: "Credo che siano arrivati i giorni della responsabilità"

27 dicembre 2012

"L'Italia è oggi un Paese ammalato, soprattutto di iniquità economica, sociale e giuridica. Il ventennio berlusconiano ha lasciato macerie". Lo scrive l'ex pm Antonio Ingroia nel suo ormai consueto diario guatemalteco pubblicato su Il Fatto Quotidiano.
Il magistrato descrive la situazione italiana caratterizzata dalle "macerie dello Stato di diritto e dello Stato sociale", col risultato che "gli italiani meno tutelati oggi sono più poveri di diritti - scrive - e con le tasche vuote". Tutto questo "mentre i più ricchi e i più potenti" rischiano meno.
La critica di Ingroia colpisce anche Mario Monti, che "non è affatto incolpevole di tutto ciò", anzi "ne è doppiamente responsabile per averci convinto col suo prestigio - prosegue Ingroia -  che avrebbe rimesso l'Italia in piedi. E così non è stato". Il magistrato, pur riconoscendo a Monti uno stile "ben diverso dal berlusconismo", parla di linee e scelte politiche "del tutto in linea con quelle neoliberiste dei governi Berlusconi".

"E' una situazione di emergenza quella che abbiamo davanti - è il pensiero del magistrato -. Un'emergenza non solo finanziaria, ma anche politico-istituzionale e morale". Si tratta "di una vera e propria emergenza democratica di fronte al rischio di tracollo". Di fronte a questa situazione, l'ex pm si chiede cosa sia giusto fare e scartando l'ipotesi del "restare a guardare ai bordi del fiume", dà l'ennesima conferma del suo impegno in prima persona: "Credo che siano arrivati i giorni della responsabilità - dice Ingroia -, in cui ciascuno deve impegnarsi e rischiare per dare il proprio contributo, piccolo o grande per salvare il Paese. Credo che tocchi agli italiani andati all'estero come me, che hanno costruito una bella immagine del nostro Paese in giro per il mondo, avere un obbligo di riconoscenza nei confronti dell'Italia. E un dovere di responsabilità a impegnarsi. Per quel che mi riguarda sono pronto a metterci la faccia, assumendomi tutti i rischi che ne conseguono. Ma dobbiamo farlo tutti". Da qui l'appello "a tutti gli italiani che credono ancora nella possibilità di salvare questo Paese che va cambiato".

- Un magistrato partigiano come presidente... (Guidasicilia.it, 24/12/12)

 

 

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27 dicembre 2012
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