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Ingroia spacca! (il Csm)

Il Consiglio superiore della magistratura "promuove" l'ex pm di Palermo ma...

25 luglio 2014

Il Csm "promuove" l’ex pm di Palermo Antonio Ingroia, riconoscendogli il conseguimento della sesta valutazione di professionalità per il quadriennio compreso tra il 2007 e il 2011: nella sostanza si tratta di un grado superiore a quello che aveva quando, un anno fa, ha lasciato la magistratura, con conseguenti benefici in termini di pensione e Tfr. Ad aprile la questione della promozione aveva ricevuto lo stop del Csm ed era ritornata in Commissione.
Ma sulla decisione il plenum di Palazzo dei marescialli continua ad essere spaccato: la promozione d’Ingroia, infatti, passa per un solo voto di scarto tra favorevoli e contrari: 8 contro, 7 e 4 astenuti.

La delibera riconosce tuttavia che l’ex magistrato palermitano ha tenuto comportamenti "connotati da oggettiva gravità", quando ancora indossava la toga. Il riferimento è a una serie di interviste che furono oggetto di due procedimenti disciplinari conclusi con il non luogo a procedere, visto che il pm più esposto del processo sulla trattativa Stato-mafia aveva intanto lasciato la magistratura. Tra le altre, quella in cui Ingroia accusò la Consulta di aver preso una decisione politica e "mortificato" le ragioni del diritto, accogliendo il conflitto di attribuzioni del capo dello Stato contro la procura di Palermo proprio nel procedimento Stato-mafia. Di queste condotte il Csm non ha però potuto tenere conto, come evidenzia la delibera approvata, perché successive al periodo oggetto di valutazione.

Percorso difficile, per il Csm, anche per la nomina del nuovo procuratore di Palermo. Salvo un improbabile colpo di scena sembra ormai tramontare l'ipotesi che l'attuale Consiglio, a pochi giorni dalla scadenza del suo mandato, riesca a nominarlo.
Dopo la frenata arrivata dal Quirinale, con la lettera con cui la presidenza della Repubblica ha richiamato i consiglieri a provvedere in via prioritaria a coprire i vertici degli uffici giudiziari che sono da più tempo senza titolare, tra i quali non c'è Palermo, si è registrato un nuovo stallo nella Commissione per gli incarichi direttivi del Csm. E anche oggi, come era successo due giorni fa, non sono state inoltrate al ministro della Giustizia le tre proposte alternative per la nomina a procuratore di Palermo di Guido Lo Forte (che oggi guida la procura di Messina), Sergio Lari (ora procuratore di Caltanissetta) e Francesco Lo Voi, (rappresentante italiano a Eurojust).

Ormai restano soltanto altre due riunioni di Commissione e l'ultima seduta del plenum, che può provvedere alla nomina solo dopo il parere del ministro della Giustizia, è fissata per il 30 luglio. Tempi che fanno ritenere molto probabile che il posto che sta lasciando il procuratore Francesco Messineo, che va in pensione dal primo agosto per raggiunti limiti di età, resterà senza titolare almeno per un mese intero, considerato che non si sa ancora quando si insedierà il nuovo Csm, non essendo stati ancora eletti dal Parlamento gli otto componenti laici.

[Informazioni tratte da ANSA, Corriere del Mezzogiorno, Repubblica/Palermo.it]

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25 luglio 2014
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