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Iniziato in Iran il riconteggio del 10% dei voti

Intanto Ahmadinejad annuncia una politica più dura nei confronti dell'Occidente

29 giugno 2009

In Iran è cominciato oggi un nuovo spoglio parziale delle schede delle elezioni presidenziali dello scorso 12 giugno i cui contestati risultati hanno confermato Mahomud Ahmadinejad alla presidenza. Il nuovo spoglio, condotto dai membri del Consiglio dei guardiani della Costituzione, su un campione casuale del 10% delle schede elettorali è cominciato in 22 distretti elettorali di Teheran e in altre province dell'Iran. Lo ha annunciato la televisione di stato al Al-Alam.
Mir-Hossein Moussavi, il candidato riformista che per primo ha denunciato presunti brogli elettorali, aveva chiesto l'istituzione di una commissione indipendente incaricata di controllare l'esito del voto, ma il leader supremo, Ali Khamenei, aveva respinto la sua richiesta rimandando al Consiglio dei guardiani ogni decisione in merito alla validazione del risultato elettorale.

Continua la sfida di Ahmadinejad all'Occidente - Sabato scorso, Mahmoud Ahmadinejad ha preannunciato, per il suo nuovo e contestato mandato, politiche "più decise e di potenza con l'Occidente". In un discorso, pronunciato in occasione di un incontro con esponenti del sistema giudiziario e citato dall'agenzia di stampa Irna, Ahmadinejad ha nuovamente accusato Stati Uniti e Paesi europei di aver "insultato" l'Iran con quelle che ha definito interferenze in questioni interne. "D'ora in poi, in occasione di ogni incontro internazionale vi spingeremo verso un tribunale. In quest'occasione, la risposta della nazione iraniana sarà decisiva e dura e vi farà pentire e riempire di vergogna", ha aggiunto rivolgendosi ai Paesi occidentali, senza spiegare altro, oltre a ricordare che "la fine del presidente George W. Bush è recente".
L'Iran ha denunciato poi come "affrettata", definendola un'"interferenza", la dichiarazione del G8 in cui si deplora la violenta repressione contro le manifestazioni di protesta per l'esito ufficiale del voto delle presidenziali dello scorso 12 giugno. Il portavoce del ministero degli Esteri, Hassan Gashquavi, citato dall'agenzia di stampa Isna, ha precisato inoltre come questo sia avvenuto "malgrado le elezioni presidenziali si siano svolte in modo del tutto legale, libero, e in una atmosfera di reale competizione".
Il ministero degli Esteri iraniano, nel frattempo, ha convocato l'altro ieri sera l'ambasciatore svedese a Teheran per chiedergli spiegazioni in merito all'assalto della sede diplomatica a Stoccolma avvenuto venerdì, quando alcune decine di manifestanti di origine iraniana hanno fatto irruzione nell'ambasciata.

Nella giornata di ieri, invece, otto funzionari dell'ambasciata britannica, di nazionalità iraniana, sono stati arrestati a Teheran con l'accusa di aver avuto "un ruolo importante" nelle manifestazioni di protesta seguite al voto del 12 giugno. A riferirlo è stata l'agenzia filogovernativa Fars.
"Negli ultimi giorni abbiamo ricevuto numerose, a volte confuse, notizie di arresti di cittadini britannici o di persone connesse a cittadini britannici. Continuiamo a chiedere loro notizie alle autorità iraniane", ha commentato il ministero degli esteri britannico, precisando di non essere in grado di confermare la notizia degli otto arresti.
L'azione segue i già tesi rapporti tra Teheran e il Regno Unito. Nei giorni scorsi infatti l'Iran ha espulso due diplomatici britannici e Londra ha risposto con una misura uguale. L'Iran ha anche accusato Londra di aver tentato di manomettere il risultato delle elezioni.

Contro la censura i blogger iraniani usano la tecnologia Usa - Per aggirare la censura nella Repubblica Islamica e pubblicare sui social network come 'Twitter', 'YouTube' e 'Facebook' i video delle proteste esplose a Teheran, i blogger iraniani stanno utilizzando proxy sviluppati dalla Marina militare Usa.
Lo ha rivelato ieri il quotidiano 'Washington Post', secondo cui gli iraniani si collegano in particolare al proxy 'The Onion Router' (Tor), un programma che serve a mettere in relazione l'utente con il server senza lasciare traccia in rete. Il Tor è stato sviluppato dieci anni fa dalla Marina Usa per rendere sicure le comunicazioni via Internet tra le navi americane. Oggi, la gestione di questo proxy non è più competenza del governo americano, come avveniva in passato, ma è affidata alla 'Tor Project', una organizzazione no profit, i cui amministratori fanno sapere che da quando sono iniziate le proteste a Teheran le connessioni al Tor sono incrementate del 600 per cento. "Nelle ultime due settimane abbiamo registrato il doppio o il triplo di connessioni di nuovi clienti", ha dichiarato Andrew Lewman, direttore esecutivo di 'Tor Project'. "Abbiamo più di mille nuovi clienti al giorno", ha aggiunto.
Il 'Tor' permette agli utenti di Internet, che in Iran sono più di 20 milioni, di collegarsi a siti web vietati dal governo. Navigare con i proxy è il metodo più sicuro per evitare di lasciare tracce su Internet.

[Informazioni AGI / ANSA, Adnkronos/Ing, Adnkronos/Aki]

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29 giugno 2009
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