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Insetti, alghe, vermi, larve e scorpioni

L'Agenzia europea della sicurezza alimentare ha dato il via libera al novel food

29 ottobre 2015

Insetti, alghe, vermi, larve e scorpioni, ma anche nanomateriali, cibi costruiti in laboratorio, nuovi coloranti potranno finire sulle tavole degli europei, se avranno il via libera della Agenzia europea della sicurezza alimentare (Efsa).
La plenaria del Parlamento europeo ha approvato in prima lettura l'accordo con il Consiglio per semplificare le procedure di autorizzazione dei 'nuovi alimenti' (il cosiddetto novel food). L'Efsa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, effettuerà una valutazione nei casi in cui un alimento abbia un effetto sulla salute umana. L'accordo è stato approvato con 359 sì, 202 no, 127 astenuti.
Protestano i Verdi, sconfitti di misura in una battaglia di emendamenti: "Il Parlamento non è stato all'altezza delle preoccupazioni degli europei".

Il regolamento sui nuovi prodotti alimentari risale al 1997 ed è stata necessaria una revisione per aggiungere gli alimenti e gli ingredienti non ancora autorizzati nella Ue e autorizzare alcune tecniche. Come richiesto dai deputati, le norme proposte riguarderebbero anche gli alimenti provenienti da animali clonati aspettando l'adozione di una legislazione specifica sulla clonazione, così come una nuova definizione per i nanomateriali e le restrizioni sulla sperimentazione animale. Il testo dovrà essere votato anche dai governi. In caso contrario, ci saranno ulteriori negoziati.
Nessun divieto sugli Ogm già approvati. Sempre da Strasburgo arriva una sonora bocciatura alla Commissione europea sulla proposta di direttiva che mirava, teoricamente, a concedere agli Stati membro il diritto di vietare, a livello nazionale, l'uso di alimenti e mangimi geneticamente modificati (Ogm) già approvati a livello comunitario.

L'assemblea, seguendo il parere del relatore Giovanni La Via (Ncd, Ppe), presidente della commissione Ambiente, ha giudicato impossibile da attuare la direttiva, che avrebbe scaricato sugli stati membri la responsabilità di motivare gli eventuali "divieti o restrizioni d'uso" nazionali e di effettuare i controlli necessari a farli rispettare, senza violare i princìpi del mercato unico ue e gli accordi sul commercio internazionale, su cui vegliano rispettivamente la Corte di giustizia europea e l'organizzazione mondiale del commercio (Wto).
La Commissione ha rifiutato di ritirare la proposta, come gli chiedeva il Parlamento, e ha annunciato di mantenerla in attesa del pronunciamento del Consiglio Ue, nonostante il fatto che dai primi giri di tavola informali sia già emersa una fortissima opposizione anche da parte dei governi.

Si tratta di uno dei rarissimi casi in cui una proposta della Commissione viene respinta in blocco (senza nemmeno provare a emendarla) dal Parlamento europeo in prima lettura, e in cui la bocciatura da parte delle forze politiche (579 voti contro 106 e 5 astensioni), di destra, centro e sinistra, è quasi unanime, così com'è stato da parte di tutti i portatori d'interesse (settore biotech, industria alimentare, organizzazioni agricole, associazioni dei consumatori e ong ambientaliste) e, con tutta probabilità, anche dai ministri dei 28, che devono ancora esprimersi formalmente.
Il Parlamento europeo, dopo il rifiuto della Commissione di fare marcia indietro, ha approvato con 577 voti contro 75 e 38 astensioni una risoluzione legislativa in cui insiste formalmente per il ritiro della proposta e chiede all'esecutivo Ue (con un emendamento approvato con 377 voti contro 293 e 6 astensioni) di presentarne una nuova. [Fonte: Repubblica.it]

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29 ottobre 2015
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