Intanto a Termini Imerese torna la cassa integrazione
Anche il governatore Lombardo contro il piano del Lingotto: ''No alla riconversione Fiat''
I lavoratori dello stabilimento Fiat di Termini Imerese saranno in cassa integrazione dal 22 luglio al 2 agosto. Lo hanno reso noto i sindacati, che ieri mattina hanno ricevuto la comunicazione dall'azienda. Dal settembre scorso sono cinque i mesi di cig nello stabilimento palermitano.
L'altro ieri le tute blu avevano proclamato quattro ore di sciopero nei due turni, bloccando in mattinata la linea ferroviaria alla stazione di Fiumetorto e nel pomeriggio la Statale 113.
Gli operai protestano contro l'annuncio del Lingotto di voler interrompere dal 2012 la produzione di auto, pur non chiudendo lo stabilimento siciliano.
Ieri pomeriggio i sindacati hanno incontrato il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, a Palazzo d'Orleans proprio per discutere dei piani di Fiat per lo stabilimento termitano. "Non accettiamo ipotesi di riconversione - ha detto il governatore Lombardo -. La Fiat troverà nella Regione un interlocutore che assumerà impegni precisi in funzione di risorse disponibili che dovranno essere investite in tempi definiti: serve il completamento del porto di Termini Imerese, un grande stabilimento che possa ospitare macchinari per la produzione di una nuova auto e non una riconversione della fabbrica che appare molto vaga e non ben definita".
Secondo il presidente della Regione siciliana "occorrono investimenti per la ricerca. Se parliamo di auto del futuro e di nuovi carburanti è chiaro che bisogna innovare. Siamo pronti a utilizzare i fondi strutturali di cui si sta programmando l'impiego. Questo è un piano che evita di procedere alla spicciolata e di affrontare continue crisi".
L'assessore regionale all'industria, Marco Venturi, al termine dell'incontro ha sottolineato che "la Regione siciliana si impegna a impiegare 250 milioni di euro per lo stabilimento Fiat di Termini Imerese che erano sparititi dal cosidetto piano A". L'assessore ha spiegato che servono dei tavoli nazionali e regionali "per aver un rapporto diretto con la Fiat. Per proporre alle industrie del nord di investire in Sicilia bisogna partire dalla affidabilità della Regione siciliana".
Per la Cgil Sicilia e la Fiom di Termini Imerese "il fatto che anche per il Presidente della regione lo stabilimento Fiat siciliano debba continuare a produrre autovetture - a cominciare dal progetto sulla Lancia Y rimasto in sospeso e poi con produzioni innovative - e gli impegni presi nel tavolo di oggi sono un primo passo". Da sottoporre tuttavia "viste le esperienze negative del passato - ha detto Mariella Maggio, segretaria generale della Cgil regionale - alle opportune verifiche. Controlleremo che alle parole seguano i fatti".
Concetto ribadito da Roberto Mastrosimone, numero uno della Fiom di Termini Imerese, che parla di "giudizio sospeso", rilevando che "più di una volta è capitato che impegni presi dalla regione restassero sulla carta. In ogni caso - ha aggiunto - i tempi sono stretti e le risposte da dare sono urgenti, altrimenti la lotta dei lavoratori sarà dura". "Non c'è un'alternativa alla produzione di vetture", ha rimarcato Mastrosimone aggiungendo che "mentre si lavora a un piano per il prosieguo dell'attività dello stabilimento in quest'ambito è d'obbligo che venga completato il progetto deciso con l'accordo dell'aprile 2008 che ha stanziato 550 milioni di euro per la produzione della Nuova Lancia Y e che è rimasto in sospeso. Peraltro una parte di questi fondi sono stati già spesi ed è già disponibile un finanziamento pubblico di 46 milioni di euro: finanziamenti che nel momento in cui la produzione di auto smetterà saranno perduti".
Per Mastrosimone, inoltre, "bisogna tornare al progetto A che prevedeva 220 mila vetture l'anno, il pieno utilizzo dunque degli impianti, il raddoppio degli addetti, e il trasferimento di tutto l'indotto a Termini Imerese, che così non farebbe solo assemblaggio ma costruzione delle vetture".
[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, Adnkronos/Ing, Ansa.it]