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Internet, e-mail, cellulari, sms: l'italiano è ''homo telematicus fai da te''

09 luglio 2002
L'italiano è ''homo telematicus fai da te''.

E' vero infatti che ha scoperto Internet, usa moltissimo telefonia mobile e sms, posta elettronica e navigazione a vista ma il 60% della forza lavoro usa il computer senza alcuna preparazione e frequenta poco l'e-commerce e la pubblica amministrazione on-line.

In una situazione di grave crisi quale quella che ha investito gli Stati Uniti e buona parte dei paesi europei dopo l'11 settembre, l'Italia comunque ha potuto vantare nel 2001 un'espansione del suo mercato ICT dell'8,7% rispetto all'anno precedente, per un valore complessivo di oltre 63 miliardi di euro.

In particolare, le telecomunicazioni hanno realizzato un incremento superiore di quasi il 5% alla media mondiale. In altri settori si registra invece un certo ritardo rispetto alle attese.

E' quanto emerge dall'VIII Rapporto sulla tecnologia dell'informazione e della comunicazione in Italia, elaborato dal Forum per la tecnologia dell'informazione, con il patrocinio e in collaborazione del Cnel.

Prima di tutto c'è da registrare in Italia un vero boom della rete. Lo scorso anno nel mondo 514 milioni di persone erano collegate: 155 milioni in Europa e 19 milioni in Italia, con una percentuale sulla popolazione (33,37%) di poco inferiore a quella tedesca (34,49%) ma superiore a quella della Francia e della gran parte degli altri paesi Ue.

Mentre nel 1997 gli utenti italiani della Rete erano 400 mila. Però se in Italia circa il 60% della forza lavoro usa il computer, per due terzi non ha ricevuto alcuna formazione specifica o addestramento.

Da una parte infatti è innegabile che si stia delineando una sorta di ''famiglia telematica''. A fine 2001, ben 8 milioni di famiglie italiane risultavano ampiamente dotate di apparati digitali (Tv satellitari e pay-tv, telefonini, installazioni di Pc e connessioni Internet), anche se il legame maggiore rimane quello con i telefoni cellulari e la televisione.

Nello stesso tempo rimane il divario tra Nord e Sud, che pur rappresentando il 36% della popolazione e il 28% delle imprese italiane, contribuisce alla spesa per l'ICT solo nell'ordine del 15%.

Un gap che, se non si corre tempestivamente ai ripari, rischia di divenire insanabile.

Fonte: Ansa

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09 luglio 2002
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