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Intimidazione ai giornalisti Ferruccio De Bortoli e a Nino Amadore per il loro impegno contro la mafia

15 gennaio 2008

Il direttore del Sole 24 Ore Ferruccio De Bortoli aveva definito la decisione della Confindustria siciliana di espellere chi paga il pizzo “una nuova stagione di coraggio civile” e aveva rivelato sul quotidiano di domenica di aver ricevuto una busta con due proiettili riferendo anche di intimidazione giunte ad un giornalista impegnata contro la mafia. “Episodi che non possono essere taciuti” aveva sottolineato il direttore ribadendo la difesa del Sole a favore della legalità.
Ad essere preso di mira dall'ennesimo atto di intimidazione in Sicilia contro un giornalista è stato questa volta Nino Amadore, redattore del Sole 24Ore-Sud a Palermo, il quale nei giorni scorsi ad Agrigento ha trovato la propria auto fortemente danneggiata. Il giornalista del Sole, che negli ultimi mesi ha seguito la rivolta degli imprenditori siciliani contro la mafia e contro il racket, la sera precedente aveva presentato al Polo universitario della città dei Templi su invito di Nino Randisi, segretario del sindacato dei giornalisti di Agrigento, il suo libro "La zona grigia, professionisti al servizio della mafia". Quanto accaduto è stata “l'opera di un imbecille o di più imbecilli al servizio della stupidità umana. Se qualcuno con questo gesto ha ritenuto di fare una cortesia ai boss ha sbagliato bersaglio: io non mi fermo”, ha commentato Amadore.

Per Leone Zingales dell'Unione cronisti si è trattato dell'ennesimo gesto di intimidazione verso la stampa: “Evidentemente - ha detto - un certo modo di fare informazione, quello che pubblica i nomi e i cognomi di corrotti, mafiosi e collusi sta infastidendo non solo i piccoli malavitosi e i capibastone, ma anche coloro che oggi gestiscono comitati d'affari inquinati e che pensano di potere imbavagliare la stampa coraggiosa”. Sul caso è intervenuto anche il segretario dell'Assostampa di Palermo, Enrico Bellavia: “Tra censure, perquisizioni e minacce siamo al minimo storico nella storia recente del libero esercizio dell'attività giornalistica in Sicilia”.
Solidarietà al giornalista del Sole-24 Ore è arrivata dal Comitato di redazione del Giornale di Sicilia e dagli imprenditori impegnati sul fronte della lotta al racket e per la legalità: da Antonello Montante, presidente di Confindustria Caltanissetta, a Giuseppe Catanzaro presidente di Confindustria Agrigento, al vicepresidente di Confindustria con delega per il Mezzogiorno, Ettore Artioli.
A nome di tutti parla Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia: “Faccio fatica a pensare che si possa trattare di una semplice coincidenza dopo la presentazione del coraggioso libro di Amadore, il quale è impegnato da tempo sui temi del contrasto alla criminalità attraverso la sua attività di giornalista. Occorre fare chiarezza”.

Sulla vicenda è intevenuto anche il ministro dell'Interno, Giuliano Amato. In un comunicato, il ministro afferma che “vanno subito individuati i responsabili. Gli inquirenti - aggiunge - sono già impegnati in questo senso e faranno ogni sforzo per raggiuingere l'obiettivo”. Amato ha sottolineato che “Il Sole 24 Ore sta dando un importante contributo in questi mesi al risveglio della società siciliana e meridionale contro la criminalità organizzata”. Il ministro ha detto anche che “in Sicilia c'è un clima nuovo, una società che non accetta più i condizionamenti delle cosche e lo Stato sta facendo la sua parte con i ripetuti arresti dei boss. Insomma c'è una nuova alleanza che isola i mafiosi e li condanna alla sconfitta”.
E solidarietà bipartisan è arrivata, sia a De Bortoli che a Nino Amadore, per le minacce ricevute per il loro impegno contro la mafia. Dopo gli attestati provenienti da destra e da sinistra ieri è intervenuto il premier Romano Prodi che ha espresso anche a nome del governo solidarietà per “le minacce gravissime” ai due giornalisti, “oggetti di pesanti intimidazioni, che cercano di arginare la volontà della Sicilia di reagire alle logiche mafiose”.

- ''Noi, la cronaca e le intimidazioni'' di Ferruccio De Bortoli

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15 gennaio 2008
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