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Invasi prosciugati e reti idriche bucate...

Un problema mai risolto... da nessuno. In Sicilia è tornata, anche questa'anno, l'emergenza idrica

28 luglio 2008

TORNA L'EMERGENZA ACQUA
(la Repubblica/Palermo.it)

Gli invasi si prosciugano e le reti idriche si bucano. Il risultato è la grande sete che non dà pace ad Agrigento né a Trapani. Che ha lasciato a secco Erice, che costringe i sindaci a punire i cittadini spreconi e che porta le istituzioni a litigare tra loro. Le dighe siciliane hanno accumulato ad oggi 460 milioni di metri cubi d'acqua cioè il 20 per cento in meno rispetto allo scorso anno e il 30 rispetto al 2006. «Il 2008 è stato un anno caino - dice Mario Cassarà, dirigente dell'Agenzia regionale delle acque e dei rifiuti - ha piovuto pochissimo. I benefici in termini di infrastrutture, da parte degli Ato, devono ancora arrivare e la resa dei pozzi e delle sorgenti è sempre minore».

A Piana degli Albanesi il sindaco Gaetano Caramanno ha lanciato l'allarme: «Siamo in emergenza idrica, abbiamo già interessato il prefetto. Saremo costretti a cercare acqua a monte». Dal lago di Piana, che non fornisce il Comune, attinge però l'Amap nella misura di 300 litri al secondo: «La capienza dell'invaso - aggiunge Caramanno - è di 28 milioni di metri cubi. Oggi siamo a 12 milioni, se arriveremo, come temo, a 9 milioni si interromperà l'attività della centrale elettrica. L'acqua del lago se la prendono pure i canadair per gli incendi. La situazione è drammatica».
A Montelepre, il sindaco Giacomo Tinervia ha firmato un'ordinanza con la quale impone l'utilizzo dell'acqua della rete comunale solo per uso domestico fissando sanzioni che oscillano dai 50 ai 500 euro per i trasgressori: «E' severamente vietato - dice Tinervia - lavare con la nostra acqua le macchine o innaffiare le piante».
E da qualche giorno sono a secco il Comune di Bagheria e i vicini Mongerbino e Aspra. La ditta che stava eseguendo lavori stradali ha rotto un tubo e per ripararlo bisognerà interrompere l'approvvigionamento. Ma anche Bagheria, al di là dell'incidente, soffre la siccità al pari di altri paesi del'hinterland.

Il sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, ha invocato l'intervento del premier Silvio Berlusconi perché a suo dire la siccità della città dei Templi è paragonabile all'emergenza rifiuti della Campania. In città l'acqua mediamente arriva ogni cinque giorni, nella zona vicino al mare ce ne vogliono otto perché esca qualcosa dai rubinetti. Sono soprattutto le periferie a soffrire l'emergenza. Nelle zone esterne di Casteltermini, Porto Empedocle e Ribera l'acqua arriva una volta a settimana.
A Gela (CL) la rottura di una parte del dissalatore ha mandato in tilt l'erogazione ed è stato necessario attivare il potabilizzatore Disueri per ridurre l'emergenza. Ora si procede con la distribuzione a giorni alterni.
Spostandosi di provincia la situazione non cambia. Stessi allarmi nel Trapanese. A Erice è stato battuto il record dell'erogazione a singhiozzo: frequenza bisettimanale. Colpa del dissalatore di Paceco che si è guastato mandando in tilt la distribuzione anche a Custonaci, Alcamo e Valderice. Ma pure con l'impianto a regime, l'acqua arriva mediamente ogni settimana e quando va bene ogni quattro giorni.

Anche le isole minori, frequentate di questi tempi dai turisti non sono rimaste immuni all'emergenza acqua. A Lipari però il problema è economico. L'amministratore giudiziario del dissalatore, Elio Collovà, lamenta che l'Ente acquedotti siciliani (oggi in liquidazione) ha maturato un debito con l'azienda di 1,8 milioni di euro. «Non possiamo andare avanti così, abbiamo costi enormi da sostenere - dice Collovà - Siamo stati costretti a chiudere uno dei tre moduli dell'impianto e questo ha comportato una minore erogazione dell'acqua nell'isola. Ma se non ci pagheranno, dal 31 luglio saremo costretti a chiudere tutto e a non fornire più acqua». Un sos spedito al governo regionale. Collovà ha anche interessato della questione la procura della Repubblica.
Allarme anche in provincia di Caltanissetta. Tre giorni a settimana arriva l'acqua a Campofranco come a Mussomeli e Niscemi, ce ne vogliono quattro, a Riesi, per permettere ai rubinetti di mettersi in funzione.

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28 luglio 2008
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