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INVASIONE RANDAGIA

Da una parte: ''Nessuna mattanza incondizionata''. Dall'altra: ''Abbattete tutti i cani pericolosi''

18 marzo 2009

Nel primo lungometraggio dei registi palermitani Ciprì&Maresco, Lo Zio di Brooklyn, lo sfondo per la storia grottesca e surreale narrata è una Palermo che sta crollando in un baratro assoluto verso l'annietamento assoluto. La Città è vissuta soltanto da esseri "post-umani" brutti, cattivi, sporchi e storpi che ben presto verranno tolti di mezzo da giganteschi branchi di cani randagi che hanno preso d'assalto ogni luogo. I fedeli amici dell'uomo si trasformano in simboli apocalittici che, resi ciechi   da una fame primordiale da un furore ancestrale, azzannano e sbranano tutto quello che è possibile sbranare...

Sicuramente i cani che in questi giorni hanno terrorizzato la provincia Ragusana, che hanno ucciso il piccolo Giuseppe Brafa, di 10 anni, ferito un bambino di nove anni e reso in fin di vita una giovane turista tedesca, non vengono direttamente dagli inferi come quelli terribili del film di Ciprì&Maresco, ma meritano certamente l'appellativo di cani killer.
Stamane all'alba, tra Scicli e Marina di Modica, forze dell'ordine e appartenenti al corpo forestale della Regione Siciliana hanno ripreso le ricerche dei cani randagi liberi. Le indicazioni fornite loro sono di non abbattere i randagi ma di catturarli vivi. Per questo saranno utilizzati anche proiettili contenenti sonnifero e sono state piazzate 'esche' per i randagi, pezzi di carne con del sedativo.
"Sottolineo l'attenzione per la tutela dell'incolumità pubblica con un'azione immediata nel rispetto delle leggi vigenti ma no alla mattanza incondizionata". Questo ha specificato il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, dopo aver avuto colloqui su quanto accaduto con il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, e con il prefetto di Ragusa Carlo Fanara. "I cani vanno catturati come si catturano tigri e leoni, attraverso anestetico. Sto combattendo per evitare una mattanza che riporta il nostro paese a paese del terzo mondo. La cattura dei cani deve avvenire - ha detto - nel rispetto delle leggi vigenti". Martini ha espresso "costernazione per i gravissimi fatti accaduti " e nella "consapevolezza della gravità assoluta" il sottosegretario ha sottolineato "la grave mancanza dei sindaci rispetto all'applicazione delle leggi vigenti"

Infatti esiste la Legge 281 del 14 agosto 1991 definita, appunto, "Legge quadro in materia di animali da affezione e prevenzione del randagismo": "I cani vaganti ritrovati, catturati o comunque ricoverati presso strutture... non possono essere soppressi" e "non possono essere destinati alla sperimentazione". Nello stesso testo si precisa che i cani "ricoverati nelle strutture", "possono essere soppressi in modo esclusivamente eutanasico, a opera di medici veterinari soltanto se gravemente malati, incurabili o di comprovata pericolosità".
Sempre secondo la 281 sono le regioni che devono disciplinare con propria legge "l'istituzione dell'anagrafe canina presso i comuni o le unità sanitarie locali", nonché adottare "un programma di prevenzione al randagismo". Sono i Comuni, poi, "singoli o associati" e le comunità montane, a dover provvedere al risanamento dei canili comunali esistenti o costruirne di nuovi "nel rispetto di criteri stabiliti con legge regionale e avvalendosi dei contributi destinati a tale finalità dalla regione".
Il codice penale, da parte sua, con l'articolo 544 bis sui "delitti contro il sentimento per gli animali", prevede che "chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi".
In base poi al Dpr 320 del '54, regolamento di polizia veterinaria, si prevede che i cani che hanno morso e sono stati catturati restino in osservazione nei canili per 10 giorni al solo fine della verifica antirabbica. 

Dunque, la legge c'è, che tutela le persone e gli animali; ci sono pure le indicazioni delle responsabilità e ce pure il codice penale pronto a punire chi maltratta gli animali. C'è pure, però, un bambino tolto alla vita a soli 10 anni da un branco di cani; c'è una ragazza in prognosi riservata, che è stata dilaniata a morsi nel viso, al seno, al torace, all'addome e alle gambe; e infine ci sono circa 150 persone, gli abitanti di contrada Pisciotto, zona marinara di Scicli dove sono successi i drammi, che per la paura vivono reclusi in casa in attesa che la situazione si sblocchi, che tutti i randagi pericolosi siano catturati.
La gente, comunque, continua a parlare di tragedia annunciata per i ferimenti che si erano verificati anche lo scorso anno. A settembre del 2008 ci furono due assalti più cruenti di altri, compreso quello a un'alta turista tedesca, che furono denunciati. Ma anche altri ferimenti c'erano stati, senza però esposti.

Malgrado l'esplicita richiesta del sottosegretario Francesca Martini, il sindaco di Modica, Antonello Buscema, ha emanato un'ordinanza con la quale ordina "l'abbattimento da parte di tutte le forze dell'ordine dei cani abbandonati di cui risulti la pericolositaà, presenti nel territorio comunale". L'ordinanza vale a partire dalla località balneare di Marina di Modica fino al confine con il territorio del Comune di Scicli. Il provvedimento, come detto, è in controtendenza rispetto alle indicazioni giunte dalla sottosegretaria al Welfare che aveva chiesto di dare priorità alla cattura e alla sterilizzazione dei cani, vietando l'abbattimento se non in caso di difesa personale. Una direttiva che il prefetto di Ragusa aveva seguito dopo che in un primo momento si era parlato anche di un intervento di eliminazione dei cani pericolosi liberi. Dal canto suo, il sindaco Buscema ha motivato la sua ordinanza con "gravi motivi di ordine pubblico" per i quali è necessario disporre "l'abbattimento dei cani abbandonati e pericolosi" presenti sul territorio comunale. "Ho preso questa iniziativa - ha spiegato il sindaco - dopo non avere ottenuta alcuna indicazione da parte degli enti e delle istituzioni alle quali mi sono rivolto per sapere come agire".

Intanto, se da un lato si è formato compatto un fronte anti-abbattimento (con gli Animalisti Italiani, la LAV, l'Associazione italiana difesa animali e ambiente, l'Ente protezione animali), dal lato opposto, certo non contro gli animali, il Codacons ha chiesto le dimissioni del sottosegretario Martini. Infatti, dietro le gravi aggressioni, ci sono storie di cani da strada, circa 600.000, dicono le stime ufficiali, di cui 68.000 solo in Sicilia. Ma si calcola che i randagi siano quasi un milione in tutta Italia con un Sud dove l'emergenza, ora, si è rivelata in tutta la sua crudeltà. Una problematica emergenziale che non è stata affrontata a dovere.
Intanto la Ente per la Protezione Animali ha chiesto di "fare chiarezza sull'utilizzo dei fondi che il Governo nazionale e quello regionale hanno stanziato in questi anni per far fronte al fenomeno del randagismo in Sicilia", sottolinenando che "il solo Ministero della Salute ha erogato, dal 2003 ad oggi, circa tre milioni di euro; a questo stanziamento vanno aggiunti i fondi regionali". "Evidentemente - ha rilevato l'Enpa - queste risorse non sono state correttamente impiegate se in tutta la Sicilia il randagismo continua ad essere una emergenza regionale".

L'assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, ha comunicato che proprio oggi terrà un vertice con il sindaco di Ragusa, Nello Di Pasquale, i dirigenti dell'Asl, con i responsabili della protezione civile e con il prefetto per definire un piano d'azione. Russo ha inoltre reso noto di avere chiesto agli esperti del suo assessorato di redigere una relazione sui fatti e che: adotterà "con un piano complessivo tutte le iniziative necessarie affinché siano catturati i randagi secondo le norme in vigore nella regione e in campo nazionale"; che chiederà all'Assemblea di integrare gli insufficienti fondi ministeriali al fine di creare nuovi canili.

[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, Il Sole 24ORE.com, TGCOM]

- "L'invasione dei randagi: colpa di chi abbandona" di Fabio Cutri

 

 

 

 

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18 marzo 2009
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