Io sto con Emergency
"L'Italia dovrebbe dire semplicemente 'consegnateci i nostri tre connazionali subito e in ottime condizioni"
I tre medici italiani di Emergency, fermati sabato scorso nell'ospedale di Lashkar Gah, in Afghanistan, sono stati trasferiti da Helmand a Kabul. Qui potranno essere visitati dall'Inviato speciale del ministro degli Esteri, Attilio Iannucci, e dall'ambasciatore italiano a Kabul, Claudio Glaentzer.
Ne dà notizia la Farnesina. Iannucci incontrerà oggi il Presidente Karzai e gli recapiterà il messaggio di Franco Frattini e la lettera del premier Berlusconi.
Ieri il ministro degli Esteri Franco Frattini, riferendo sulla vicenda in un'audizione davanti alle commissioni Esteri di Camera e Senato, ha detto: "Non sono soddisfatto della risposta ricevuta sinora dalle autorità afghane". "Desideriamo conoscere, e conoscere con urgenza, i tipi e le configurazioni dell'accusa mossa ai nostri cittadini - ha detto Frattini - desideriamo conoscere elementi di prova".
Il titolare della Farnesina, assicurando che i nostri connazionali sono in "buona salute" e che le autorità italiane sono state autorizzate a "incontrarli uno alla volta", ha poi annunciato che uno dei tre operatori potrebbe essere presto scarcerato, se non vi saranno prove contro di lui.
L'accusa nei confronti dei tre operatori è di "detenzione consapevole di esplosivi e armi da guerra" e "di essere coinvolti in un complotto in due fasi". La prima fase, secondo l'accusa, prevedeva "un attentato in un'area civile della città, con l'obiettivo di causare vittime civili e feriti da trasferire all'ospedale". La seconda fase del presunto piano avrebbe dovuto svolgersi, secondo gli investigatori afghani "attraverso un invito al governatore di Helmand a fare visita ai feriti nella sede di Emergency", ha aggiunto Frattini. Durante la visita, "un attentatore suicida avrebbe dovuto farsi esplodere", ha concluso il ministro. Per accelerare l'accertamento dei fatti, in ogni caso, sia il ministro degli Esteri che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi hanno scritto una lettera, che verrà consegnata dall'ambasciatore Iannucci con "urgenza" al presidente Karzai.
Il titolare della Farnesina ha fatto inoltre sapere che sulla vicenda Emergency è stato creato un "team congiunto italo-afghano" con l'obiettivo di un "accertamento rapido della verità". Dall'Afghanistan l'Italia si aspetta il "pieno rispetto di tutti i diritti" riconosciuti dalla legislazione afghana, "compreso quello di presunzione di innocenza". "Il nostro auspicio - ha detto Frattini - è che le indagini possano dimostrare la verità".
Il ministro ha quindi ribadito l'impegno del governo italiano a "tutelare i connazionali all'estero", e ha sottolineato come sia "estremamente importante non politicizzare" il caso Emergency, "né in chiave interna né internazionale", perché questo "significherebbe indebolire l'azione dell'Italia". Frattini ha voluto anche chiarire che i militari britannici della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza in Afghanistan (Isaf) sono intervenuti dopo l'intervento dell'Nds, i servizi afghani. Una "pattuglia di artificieri britannici" è arrivata sul luogo dell'arresto "per mancanza di personale specializzato" afghano a trattare il materiale sequestrato nell'ospedale. Le forze britanniche, ha sottolineato il ministro, sono intervenute perché "chiamate dagli afghani".
"E' ora che chi di dovere si dia una mossa. L'Italia ha tutti i mezzi per poter dire semplicemente 'consegnateci i nostri tre connazionali subito e in ottime condizioni'". Queste le parole del fondatore di Emergency, Gino Strada, intervistato da Sky Tg24. "Questa è chiaramente una manovra politica per screditare il lavoro di Emergency. Da cittadino italiano e non da membro di Emergency - ha aggiunto il chirurgo - ritengo questa cosa molto offensiva per il nostro Paese. Chi dal nostro paese riceve due milioni di euro al giorno, anche se sotto forma sbagliata, non può permettersi di trattare cittadini italiani in questo modo. Vogliamo renderci conto che è la prima volta che c'è una guerra internazionale e non c'è un giornalista che possa dire ai cittadini del mondo cosa sta succedendo? In qualche modo 'ospedale di Emergency funzionava come punto di osservazione".
"Non li vediamo da sabato mattina e non sappiamo più niente di loro da quando l'ambasciatore ha potuto incontrarli, domenica. Da allora buio assoluto". E' quanto ha raccontato a 'PeaceReporter' una delle infermiere italiane di Emergency che si trovava a Lashkar Gah lo scorso sabato, quando Matteo Pagani, Matteo Dell'Aira e Marco Garatti sono stati prelevati dall'ospedale e che è riuscita ieri a rientrare a Kabul con gli altri 4 colleghi dello staff internazionale. "Noi stiamo bene - ha dichiarato in un'intervista telefonica - ma siamo molto preoccupati per la sorte dei nostri colleghi, di cui non sappiamo più nulla. Lunedì non hanno concesso all'ambasciatore italiano di rivederli e a oggi non sappiamo dove siano detenuti". L'infermiera ha poi ricostruito i fatti di sabato, spiegando che proprio quella mattina Garatti sarebbe dovuto partire per Kabul ma il suo volo era stato cancellato e che nel primo pomeriggio c'era stato anche un allarme bomba all'interno dell'ospedale che aveva fatto scattare l'evacuazione di tutto lo staff internazionale. "Dopo un po' l'amministratore ci ha detto che l'allarme era rientrato e che potevano tornare tutti al lavoro. Ma proprio in quel momento ci ha chiamato l'infermiere afgano del pronto soccorso, dicendoci che dei militari erano entrati all'ospedale armi in pugno".
Emergency ha designato l'avvocato Afzal Nooristani, come difensore dei tre italiani fermati. "Ogni imputato avrà un avvocato", ha detto Nooristani capo dell'"Organizzazione di aiuto legale dell'Afghanistan" (Loa), un gruppo che si occupa di difesa dei diritti umani, precisando che anche i sei afghani arrestati, oltre ai tre italiani, "se vorranno avranno un difensore". Il problema, ha aggiunto il legale, è che "non sappiamo dove sono gli arrestati e di quali reati sono imputati".
E a proposito di accuse, secondo i servizi di informazione di Kabul il chirurgo Marco Garatti sarebbe coinvolto nel rapimento del giornalista italiano Daniele Mastrogiacomo e complice nell'assassinio dell'interprete dell'inviato di Repubblica. A dichiararlo "un'autorevole fonte governativa afghana" all'agenzia di stampa Pajhwok. Secondo Kabul Garatti avrebbe intascato 500 mila dollari, parte cioè del riscatto pagato per la liberazione di Mastrogiacomo. Emergency ha subito respinto le accuse: "Marco Garatti si trovava a lavorare nell'ospedale di Emergency in Sierra Leone" ha detto la presidente di Emergency, Cecilia Strada, e ha replicato alle accuse sottolineando che si tratta "dell'ennesima notizia incontrollata che si legge in questi giorni". "Come è facilmente accertabile dalle autorità - ha detto Cecilia Strada - Marco era in Sierra Leone. E basta guardare i passaggi alle frontiere per accertare chi sta dicendo la verità". Dunque "non ha certo potuto invitare qualcuno a Lashkar Gah". E quanto all'accusa di aver ricevuto 500mila dollari come compenso per la sua "collaborazione" con i talebani, Cecilia Strada afferma che "qualsiasi persona con un minimo di buonsenso sa che nessuno pagherebbe 500mila euro ad un noto chirurgo per un lavoro che un qualsiasi criminale afghano fa per 50. Dunque si tratta dell'ennesima sciocchezza".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa]
- Nuove accuse a Garatti: "Il chirurgo coinvolto nel caso Mastrogiacomo" di Lorenzo Cremonesi (Corriere.it)
- Curiamo tutti, non taceremo mai di fronte agli orrori della guerra di Gino Strada (Repubblica.it)
- Via da Lashkar-gah... (Guidasicilia.it, 13/04/10)
E crescono, intanto, le adesioni (sono già oltre 280.000) all'appuntamento lanciato da Emergency per sabato prossimo "Io sto con Emergency": a manifestare a Piazza Navona ci saranno il Pd, il Partito comunista dei lavoratori e la Cgil.
IO STO CON EMERGENCY
Pullman da Palermo per la manifestazione che si terrà sabato 17 Aprile 2010 in Piazza Navona a Roma
Il gruppo dei volontari di EMERGENCY PALERMO organizza più pullman per partecipare alla manifestazione.
L’organizzazione è la seguente: Partenza: venerdì 16, sera ore 19.00 - Ritorno: domenica 18, mattina
Costo (indicativo): 40 euro.
Dato che servono conferme per prenotare il pullman, chi è interessato contatti il prima possibile uno dei numeri sotto indicati o scriva a emergency.pa@libero.it
Sheila: 3205593867 / Tiziana: 3358380189 / Giusi: 3381804856
INFO
Emergency Palermo
Piazza Marina, 71 - 90100 Palermo
Telefono 091 333316
Coordinatore gruppo 320/5593867
emergency.pa@libero.it