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Iolanda Occhipinti e Giuliano Paganini sono stati liberati

I due cooperanti della CINS erano stati rapiti in Somalia lo scorso 21 maggio

06 agosto 2008

Due mesi e mezzo di attesa, avvolti nel più totale silenzio stampa chiesto dal Ministero degli Affari Esteri, e poi, ieri, finalmente l'incubo è finito: Iolanda Occhipinti e Giuliano Paganini, i due cooperanti della Ong italiana CINS (Cooperazione Italiana Nord-Sud) rapiti in Somalia il 21 maggio, sono stati liberati.
La conferma ufficiale della loro liberazione è arrivata ieri pomeriggio dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, alla Camera dei Deputati. Frattini ha preso la parola in aula per esprimere la "soddisfazione" del governo per la liberazione dei due cooperanti italiani. "Iolanda Occhipinti e Giuliano Paganini - ha spiegato il ministro degli Esteri - sono liberi e in buona salute e stanno per atterrare a Nairobi". Un applauso di tutta l'assemblea di Montecitorio ha accolto la notizia.

Iolanda Occhipinti 51enne di origini ragusane e Giuliano Paganini agronomo pistoiese, sono ora a Nairobi, in Kenya, e già oggi faranno ritorno in Italia. Entrambi  hanno contattato le famiglie già ieri. "Intorno alle 16 ho ricevuto una breve telefonata ed ho sentito per pochi secondi la voce di una donna che diceva di essere mia madre e che stava molto bene. La notizia della liberazione mi rende veramente felice, se Dio vuole è finito un incubo", ha detto il figlio di Iolanda, Giovanni Tumino. Anche la moglie di Giuliano Paganini, Fulvia Cappello, è stata contattata dal marito. "Mi ha detto di stare tranquilla, che sta bene e che per ora non poteva dirmi di più".

Settantasei giorni fa insieme al loro due è stato rapito anche un collega somalo, Abderahman Yusuf Harale, rappresentante locale dell'Ong CINS, di cui però non si sa ancora nulla. L'Adnkronos nella notizia battuta nella prima serata di ieri ha parlato della sua liberazione mentre tutti gli altri organi di informazione continuano a non avere notizie certe. Mariano Benni, direttore dell'agenzia di stampa missionaria Misna che si occupa soprattutto di Africa, contattato dalla redazione di SkyTg24 ha detto: "Non si sa più nulla di lui, ci sembra molto grave".
I due cooperanti italiani, hanno passato la prima notte di libertà nella residenza dell'ambasciatore italiano a Nairobi Pierandrea Magistrati. "Quando hanno lasciato Mogadiscio - ha raccontato Yussuf Hassan, lo stringer del Corriere della Sera nella capitale somala - Jolanda sembrava in buone condizioni mentre Giuliano appariva un po' sofferente e assai dimagrito. Hanno passato tutta la prigionia nel sobborgo settentrionale della città, nei pressi del mercato del bestiame, la zona più pericolosa e insicura. Purtroppo non si sa nulla del terzo rapito, il somalo Abduraham Yussuf Harale, detto John, separato dai due italiani un po' di giorni fa. Ho contattato la famiglia: è disperata e teme che possa essere stato ucciso".

Delle trattative per la loro liberazione, condotte direttamente da Roma o da mediatori inviati dall'Italia con estrema discrezione e riserbo, non si sa nulla. A fronte di una prima richiesta di un milione di dollari per il riscatto, secondo fonti somale, il prezzo per la liberazione sarebbe stato fissato a 700 mila dollari. Altre informazioni parlano di centomila dollari pagati in contanti e della promessa di ulteriore denaro dopo la liberazione. Fonti della Farnesina hanno smentito le voci riguardanti il pagamento di qualsiasi riscatto. "Non risulta il pagamento di un riscatto per la liberazione dei due cooperanti italiani", hanno fatto sapere dalla Farnesina. Per altro nessun governo ha mai ammesso pagamenti per il rilascio di ostaggi. Lo stesso ministro Frattini ieri, ai cronisti che lo interrogavano sulle modalità della liberazione, ha detto: "Noi non commentiamo né sulle operazioni, né su altro. Saranno gli stessi ostaggi a spiegarci".
Attualmente si hanno solo informazioni confuse sulla dinamica della liberazione: non hanno trovato alcuna conferma le ipotesi che i rapiti sarebbero stati "venduti" dal gruppo che li ha catturati il 21 maggio agli insorti islamici che controllano la zona di Johar, una cinquantina di chilometri a nord di Mogadiscio. I rapitori, invece sembra siano proprio solo banditi motivati anche da una vendetta tra clan. All'inizio del maggio scorso, esattamente il 2 maggio, davanti al quartier generale del CINS c'è stata una misteriosa sparatoria: un assalto all'organizzazione secondo il rapporto del "Somalia NGO Consortium", un ombrello che riunisce le agenzie umanitarie attive in Somalia (ma il CINS non è iscritto); una sparatoria ad un vicino posto di blocco, secondo lo stesso CINS. C'erano stati comunque almeno tre morti. Due assalitori e una guardia della sede dove risiedevano gli italiani e il loro capo della sicurezza, Abduraham Yussuf Harale 'John'. Proprio John sarebbe stato ritenuto responsabile di quei morti e quindi avrebbe provocato la vendetta dei parenti delle vittime in una sorta di rappresaglia.

Iolanda Occhipinti, Giuliano Paganini e Abduraham Yussuf Harale stavano curando un progetto per la razionalizzazione e il rilancio agricolo del Basso Shabele, l'area appunto dove sono stati prelevati. Un progetto finanziato dalla Cooperazione italiana e dall'Ue, ma gestito dalla Fao, che aveva scelto la CINS per l'intervento, cominciato lo scorso marzo. Paganini era impegnato nel ruolo di agronomo, la Occhipinti di amministratrice e Abduraham Yussuf di capo progetto sul posto. L'ultima, autorevole, conferma che i due cooperanti erano in vita e che contatti per la loro liberazione erano in corso l'aveva data il ministro Frattini lo scorso 24 luglio. E, ancora in quell'occasione, aveva rinnovato la richiesta ai media di muoversi con estrema cautela (LEGGI). Questo rapimento si inserisce nel contesto di un Paese, la Somalia, tuttora nel caos della guerra civile tra corti islamiche e truppe governative (sostenute dall'Etiopia) malgrado gli accordi di Gibuti. Il rapimento dei cooperanti della CINS è sembrato comunque non essere legato alla travagliata fase politica somala, come ha fatto intendere di recente il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica, che ha parlato di un sequestro a scopo ricattatorio: "I due italiani sono stati rapiti da una banda criminale"

Ora che la vicenda si è conclusa, restano da chiarire alcuni risvolti piuttosto misteriosi e bizzarri. Ci sono domande che circolano insistentemente nei circoli diplomatici non italiani di Nairobi. Cosa ci facevano i cooperanti italiani su un progetto non di emergenza ma di sviluppo in un Paese pericolosissimo, la Somalia, dove imperversa una cruenta e furibonda guerra civile? Perché è stato finanziato con due milioni e mezzo di dollari il loro progetto per sperimentare in quelle condizioni sconsigliabili e rischiose sementi OGM, quando con una cifra simile in Somalia - secondo gli esperti - si possono costruire comodamente un paio di ospedali, quelli sì necessari? Perché è stato chiesto ai nostri diplomatici e al nucleo dei nostri servizi a Nairobi di non occuparsi della vicenda gestita direttamente da Roma (infatti subito dopo il rapimento 8 agenti sono corsi dall’Italia nella capitale keniota e hanno evitato tutti i contatti con le antenne che abbiamo sul luogo)?
Infine resta il mistero di quell'attacco avvenuto il 2 maggio contro la sede del CINS in Somalia smentito da Jolanda Occhipinti ma confermato dal "Somalia NGO Consortium" e dell'aereo inviato da Nairobi pochi giorni dopo per evacuare tutti gli espatriati. Un aereo sul quale all'ultimo momento né Iolanda né Giuliano - pur essendo prenotati - erano voluti salire.

Al di la di tutti i misteri, la città di Ragusa intanto si prepara già 'festosa' ad accogliere Iolanda. "Tutta la comunità iblea l'aspetta con ansia", ha detto il sindaco di Ragusa, Nello Di Pasquale, esprimendo gioia per la liberazione della sua concittadina. "Abbiamo saputo che le sue condizioni di salute sono buone - ha aggiunto Di Pasquale - e faremo una festa al suo rientro". Proprio nei giorni scorsi il sindaco aveva fatto sistemare sulla facciata principale del Comune uno striscione con scritto "Iolanda, libera subito".

[Informazioni tratte da Aise.it, Adnkronos/Ing, Repubblica.it, Corriere.it (articolo di Massimo A. Alberizzi)]

- Rapiti in Somalia due volontari italiani (Guidasicilia.it, 21/05/08)
- Sono stati rapiti in Somalia una settimana fa... (Guidasicilia.it, 27/05/08)
- Ancora nulla sul sequestro dei due italiani in Somalia (Guidasicilia.it, 05/06/08)
- "Liberate subito Jolanda, Giuliano e John" (Guidasicilia.it, 11/06/08)
- Nessuno si preoccupa della sorte dei nostri connazionali... (Guidasicilia.it, 17/06/08)
- Il silenzio, "colpevole"... (Guidasicilia.it, 18/06/08)
- Quale sorte per Iolanda Occhipinti e Giuliano Paganini? (Guidasicilia.it, 22/07/08)

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06 agosto 2008
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