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Israele non ferma le bombe e colpisce tutto e tutti

Sale a 1.105 morti e 5.130 feriti il bilancio dell'offensiva israeliana nella Striscia di Gaza

16 gennaio 2009

Sono proseguiti la notte scorsa gli attacchi israeliani contro la Striscia di Gaza . I mezzi dell'aeronautica hanno colpito 40 obiettivi del movimento islamico Hamas, stando a quanto riferito oggi da un portavoce militare. Tra i bersagli colpiti, depositi di armi, tunnel usati per il contrabbando attraverso il confine tra Egitto e Striscia di Gaza, e postazioni dalle quali vengono lanciati i razzi contro il territorio dello stato ebraico.
Fonti palestinesi a Gaza hanno aggiornato il bilancio dell'offensiva militare israeliana a 1.105 morti e 5.130 feriti. Tra i morti quasi 350 sono bambini.

Intanto tornerà oggi al Cairo Amos Gilad, il funzionario del ministero della Difesa israeliano che già ieri era stato nella capitale egiziana per discutere della proposta di cessate il fuoco. Stando a quanto riferito da una fonte governativa israeliana citata da 'Haaretz', Amos Gilad ha presentato ieri sera ai vertici israeliani al suo rientro dal Cairo un rapporto molto rassicurante circa i progressi compiuti nei negoziati. Gilad - a capo del dipartimento diplomatico-sicurezza del ministero - appena rientrato ha riferito al premier Ehud Olmert, al ministro della Difesa Ehud Barak e al ministro degli Esteri Tzipi Livni. I tre sarebbero ancora divisi su come rispondere alla proposta, si legge sul sito del quotidiano israeliano, ed è possibile che si attenda il prossimo rapporto di Gilad al rientro da Israele per una discussione più ampia che porti a una decisione.
Dall'altra parte, Hamas ha dettato le proprie condizioni. Il movimento integralista islamico è pronto ad accettare il cessate il fuoco se l'esercito di Israele si ritirerà entro cinque, al massimo sette giorni e apra immediatamente tutti i varchi di Gaza, "a cominciare da Rafah", con l'assicurazione internazionale che restino tali.

Intanto la guerra continua. Ieri l'esercito israeliano è penetrato con i carri armati e l'appoggio degli elicotteri a Tel el-Hawa, quartiere meridionale di Gaza City. E' stata bombardata la sede di un'agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa): tre dipendenti sono rimasti feriti. Secondo il portavoce Chris Gunness, sull'edificio - dove avevano trovato rifugio 700 civili - sono arrivati tre proiettili al fosforo bianco, che hanno provocato un incendio.
È stata colpita anche la sede della Mezzaluna Rossa, che ospita anche l'ospedale di Al-Quds. L'edificio si è incendiato. Dentro c'erano 500 persone, tra operatori sanitari e feriti: tra loro si è scatenato il panico. Il Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr) ha detto di non sapere se vi siano vittime. Per il presidente del Cicr, Jacob Kellenberger, "è inaccettabile che persone ferite in cura all'ospedale siano messe in pericolo". Giovedì è stato bombardato anche un deposito della Croce rossa palestinese pieno di materiale di soccorso.
Attaccato anche Al-Shuruq, un grattacielo nel quartiere di Rimal, che ospita numerosi giornalisti di testate arabe e internazionali, fra cui l'agenzia Reuters e le emittenti Fox, Sky e Al Arabiya. Due cameramen che lavorano per la tv di Abu Dhabi sono rimasti feriti. "Gli israeliani non vogliono nessuno, colpiscono coloro che filmano i loro crimini - ha dichiarato Aiman Rozi, capo della sede di Gaza della tv di Abu Dhabi, ferito insieme a un tecnico della stessa emittente -. A Gaza non ci sono più posti sicuri, né gli uffici dell'Onu, né gli ospedali, né le sedi dei media. E che non c'è dove scappare".

L'aviazione israeliana ha bombardato anche l'abitazione del ministro dell'Interno di Hamas, Said Siam, nella parte settentrionale di Gaza. Il leader del movimento è rimasto ucciso, insieme al figlio e al fratello. "Il suo sangue non sarà versato invano - si legge in un comunicato delle Brigate Ezzedine Al-Qassam - risponderemo con le azioni, non con le parole".
Trenta i razzi sparati dalla Striscia di Gaza verso il Sud di Israele. Nove israeliani feriti da due razzi che hanno raggiunto la città di Beersheva.
L'intensificarsi dei combattimenti viene da più parti interpretato come un avvicinarsi della tregua tra Israele e Hamas.

Dura la condanna della presidenza della Ue, che ha chiesto a Israele di "prevenire il ripetersi di attacchi a obiettivi civili e umanitari, cosa inaccettabile".
La situazione preoccupa fortemente la comunità internazionale e dal Vaticano è arrivato un appello a favore delle popolazioni civili, che stanno subendo "violazioni di diritti e della dignità".
Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, in visita in Israele, si è detto "indignato" e ha definito "insopportabile" il numero di morti provocati dall'offensiva su Gaza. Il ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, ha ammesso che l'attacco all'Unrwa è stato "un grave errore". In seguito al bombardamento, l'Onu ha sospeso le operazioni a Gaza e anche l'Ong americana Care International è stata costretta a sospendere la distribuzione di aiuti umanitari.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Corriere.it, Repubblica.it]

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16 gennaio 2009
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