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Italiani, strana gente...

Sette italiani su 10 hanno lo smartphone, ma uno su due non arriva a fine mese

31 gennaio 2015

Lo smartphone supera il pc ed è almeno nel 67% delle case degli italiani, eppure il 47% della popolazione segnala di non riesce ad arrivare a fine mese con le proprie entrate.
Sono due dei dati che emergono dal Rapporto Eurispes 2015.

Le abitudini elettroniche - I telefonini intelligenti diventano quindi il dispositivo più diffuso nelle famiglie italiane, al 67% contro il 64,4% del pc portatile e il 62,7% del computer fisso. Anche se con un po’ di ritardo rispetto agli altri Paesi, quindi anche l’Italia sembra avviarsi a diventare iperconnessa. Lo smartphone viene usato prevalentemente per chiamare ed essere chiamati (99,5% del campione) e per inviare e ricevere sms (88%). Molto diffusa anche l’abitudine di fare filmati e foto (65,3%), mentre la moda dei "selfie" coinvolge solo il 29,9% degli intervistati. Per quanto riguarda altri dispositivi, circa un terzo del campione afferma di possedere un tablet/ipad (36,8%), l’abbonamento alla tv a pagamento (36%), una smart tv (33,3%), un lettore mp3/Ipod (30,7%), una console per videogiochi (29,1%), mentre solo l’11,3% ha un e-book.

La vita sui social network e la privacy - Sempre secondo il Rapporto, la quasi totalità del campione (il 95,7%) è attiva su Facebook. Su Twitter lo è il 43,2%, su Google plus il 40,1%, su Instagram il 34,2% e su LinkedIn il 20,9%. Ma attenzione: "ben il 43,1% di chi ha un profilo su Facebook afferma di aver sentito violata la propria privacy perché qualcuno ha pubblicato online foto in cui era presente", spiega l’Istituto di ricerca. Questi social network vengono monitorati anche con lo smartphone (41,8 del campione). Più in generale, Internet viene utilizzato per cercare informazioni di interesse personale (98,4%), inviare e ricevere mail (88,2%), vedere YouTube (64,6%) e i social network (60%), ma anche per fare acquisti online (59,9%) e controllare il conto bancario (53%).

Crolla il potere d’acquisto, salgono e-commerce, saldi e outlet - Queste abitudini di connessione sembrano, però, in contrasto con il dato che quasi un italiano su due (ripetiamo: il 47%) non riesce ad arrivare a fine mese con le proprie entrate. Una percentuale che è aumentata di 16,4 punti rispetto al 2014. Solo il 44,2% degli intervistati dichiara, invece, di riuscire ad arrivare a fine mese senza grandi difficoltà. Inoltre 7 italiani su 10 (71,5%) sottolineano l’erosione del proprio potere d’acquisto. A mutare non sono quindi soltanto i modelli di consumo, con la contrazione degli acquisti considerati superfluo (tempo libero, pasti fuori casa, parrucchiere, estetista, ecc.), ma anche i modelli di acquisto (e-commerce e mercato dell’usato). Secondo il Rapporto, infatti, le famiglie si rivolgono sempre più spesso a punti vendita economici come grandi magazzini, mercatini, outlet (lo fa l’84,5% contro il 75,3% dello scorso anno) e si rimandando gli acquisti ai saldi (l’88,2% contro l’82,9%).

Prodotti non di marca e mezzi pubblici - Stando ai dati, è aumentata di ben 13 punti la percentuale di chi si è rivolto ai discount (70,9%) per la spesa alimentare e sale all’81,7% (+5,8) la percentuale di italiani che cambia marca di un prodotto alimentare se più conveniente. Di conseguenza si riducono anche le spese per la benzina, con un maggiore utilizzo dei mezzi pubblici (41,6%), per gli animali domestici (49,5%), per la baby sitter (53,5%) e i collaboratori domestici in genere(60,8%).

Spese mediche a rate - Rilevante, infine, il dato sui tagli sulle spese mediche (32,3%) che va di pari passo con l’aumento delle rateizzazioni per coprire i costi per curarsi (46,7%,+24,3%).

L’appello di Ugl: riforma fiscale basata sul quoziente familiare - "La situazione fotografata oggi dell’Eurispes conferma, purtroppo, tutte le nostre previsioni". Lo dichiarano i segretari confederali dell’Ugl, Giuseppe Carenza e Ermenegildo Rossi, in merito al Rapporto Italia 2015 dell’Eurispes. Per Carenza "le famiglie italiane, come testimoniano i dati di oggi, sono sempre più povere e il potere d’acquisto è sempre più basso, con il rischio che anche la loro propensione al risparmio diminuisca ancor di più. Il Governo deve rendersi conto che, ormai, una riforma fiscale vera, basata sul quoziente familiare, non è più rinviabile, altrimenti famiglie, lavoratori e pensionati non riusciranno mai a far fronte a questo drammatico periodo di crisi".

Fiducia nelle istituzioni: Renzi al 18,9% - Per quanto riguarda il rapporto con le Istituzioni, quasi 7 italiani su 10 (69,4%) l’hanno vista diminuire nel corso dell’anno appena concluso. Il Presidente della Repubblica uscente, Giorgio Napolitano, ha raccolto un buon grado di consenso (45,3%), anche se in molti vedono nelle sue dimissioni un elemento positivo per il Paese che potrebbe avere l’opportunità di "svecchiarsi" (35,6%). Ma il cambio alla Presidenza non porterà alcun mutamento rispetto all’andamento della situazione italiana (43,4%). Il Governo raccoglie un tasso di fiducia al 18,9%, basso ma lievemente in crescita rispetto alle rilevazioni passate. Il Parlamento continua a segnare una diminuzione del grado di fiducia 10,1% (-6% rispetto al 2014). Male quest’anno la magistratura che fa molti passi indietro (28,8%) con un crollo di consensi del 12,6%.

La Beneamata la più amata - Per quanto riguarda le Forze dell’Ordine, i Carabinieri "vincono" il 2014 riportandosi in testa con il 73,4% di consensi (segnando un +3,5%), recuperando così in parte i 6,4 punti percentuali persi lo scorso anno. Nell’anno del loro bicentenario, si attestano quindi davanti a Guardia di Finanza (66,8%) a Polizia di Stato (63%) a Corpo Forestale (62,6% nel 2014 e 64,6% nel 2015) e a Polizia Penitenziaria (57,8%). Tra le Forze armate ampio consenso alla Marina Militare (73,5%), un decimo di punto avanti proprio ai Carabinieri. L’Aeronautica Militare ottiene il 72,3% dei consensi, con un 7,1% in più dello scorso anno. Infine, l’Esercito Italiano raccoglie un livello di gradimento del 68,4% (era il 59,3% nel 2014).

Papa Francesco trascina i fedeli: +13,6% per la Chiesa - Per quanto riguarda la religione, boom di consensi per la Chiesa cattolica (62,6%; +13,6): Papa Francesco traghetta la Chiesa nel Terzo millennio con un consenso plebiscitario, l’89,6%. Mai, nella serie storica 2009-2015, la Chiesa era stata oltre il 50%. Il consenso cresce in tutte le fasce d’età, ma con un netto miglioramento soprattutto tra i giovanissimi: dal 27,1% al 51,1%di quanti hanno dai 18 ai 24 anni; dal 34,3% al 53,5%tra i giovani dai 25 ai 34 anni. Sono soprattutto le persone rimaste vedove (77,3%) e quelle sposate (69,9%) ad attestare il proprio gradimento; segue la categoria dei separati/divorziati (63,6%), nei confronti dei quali l’apertura della Chiesa si è rinnovata.

Sì alle coppie di fatto, no a nozze ed adozioni per gay - Sei italiani su dieci (64,4%) ritengono che alle coppie di fatto debba essere garantita la tutela giuridica indipendentemente dal sesso dei partner. Ma il 59,2% degli intervistati è, invece, contrario ai matrimoni omosessuali, percentuale che sale fino al 72,2% se si parla delle adozioni. La fecondazione eterologa raccoglie, invece, il 47,2% dei consensi, la possibilità di ricorrere all’utero in affitto il 49,8% e la pillola abortiva il 58,1%. Per quanto riguarda questioni sanitarie, l’utilizzo delle staminali per le cure mediche viene sostenuto dall’86,6%, che si dicono anche favorevoli all’eutanasia nel 55,2% dei casi e al testamento biologico nel 67,5%, mentre il suicidio assistito segna il 66,5% dei contrari. La legalizzazione delle droghe leggere raccoglie, infine, il 33% dei consensi,e quella della prostituzione (65,5%). [Corriere.it]

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31 gennaio 2015
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