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Johan Padan

A la descoverta de le Americhe: la scoperta del nuovo mondo da parte di un ''nullagonista''

08 ottobre 2002



Noi vi consigliamo di vedere...
JOHAN PADAN - A la descoverta de le  Americhe
di Giulio Cingoli



Un cartone animato tratto da una commedia di Dario Fo è comunque un evento. Per l’intelligenza e la vivacità dei dialoghi, e per l’approccio originale e antiretorico della storia, vista rigorosamente e orgogliosamente ''dal basso''. ''Esistono due tipi fondamentali di cronache sulla scoperta e conquista delle Americhe: quelle stese da scrivani al seguito degli scopritori e dei conquistatori e, dall’altra parte, il racconto dei coprotagonisti che non contano, i nullagonisti, gli zozzoni di truppa … uno di questi è Johan Padan''. Così Dario Fo, ci introduce alla storia del protagonista di una delle sue commedie, Johan Padan appunto che è diventato un film d’animazione diretto da Giulio Cingoli. Questo nullagonista nasce in una valle delle Alpi centro occidentali italiane, terra poverissima. Johan è egoista, ladro, bugiardo, tenero, affettuoso, furbo, intelligente e pronto a tutto pur di sopravvivere. La prima parte del racconto si svolge tra Venezia e Siviglia. A Venezia, il protagonista si innamora di una ragazza accusata di stregoneria sfugge all’arresto quando le guardie rinchiudono la donna nelle carceri ripara a Siviglia e di lì ''a la descoverta de le Americhe'' dove l’incontro con gli Indios cambierà la sua vita per sempre. La voce di Johan Padan è di Fiorello.


Distribuzione Mikado
Durata 83'
Sceneggiatura Dario Fo
Regia Giulio Cingoli
Genere Animazione


La critica
Associare il nome di Dario Fo a un cartone animato può meravigliare, ma fino ad un certo punto, soprattutto se si ricorda che Johan Padan - A la descoverta de le Americhe è ricavato dall’omonima opera teatrale dell’artista lombardo, nata prima come una serie di disegni - che possiamo ammirare mentre scorrono i titoli di coda - diventata poi un testo teatrale nel 1991, rappresentata la prima volta l’anno successivo e, diventata in questi anni un best seller mondiale, tradotta in ben 34 lingue.
Sebbene La strada per Eldorado, un film d'animazione targato Dreamworks (leggi Spielberg), avesse già intrapreso un’avventura similare, di stampo disneyano, con risultati quasi accettabili, Johan Padan possiede una propria peculiarità, costituita dalla lettura della scoperta dell’America da parte di un “cafone”, un “vilain”, o come direbbe lo stesso Dario Fo, uno “zanni”, inteso come un popolano un po’ truffatore, scanzonato, ma anche affettuoso e altruista.
Il giovane Johan Padan fugge in maniera rocambolesca, da un campo di addestramento dei lanzichenecchi, e si ritrova prima a Venezia, e poi – sempre fuggendo – a Siviglia, dove è costretto a imbarcarsi per il Nuovo Mondo, a bordo di una caravella spagnola. Arrivato in Florida dopo un naufragio, affronta una serie di incredibili peripezie che gli permetteranno di conquistare la fiducia degli indigeni, e di insegnar loro a combattere la schiavitù e la violenza dei conquistatori.
Insomma, da imbroglione ed egoista, Johan Padan è diventato un uomo migliore, ha acquistato coscienza della propria maturità e soprattutto del valore inestimabile della libertà. Naturalmente il cartoon non è esente dagli stereotipi del genere, come i siparietti musicali (pochi per fortuna), le figure femminili, sin troppo emancipate e un cavallone - animale ancora sconosciuto in America nel 1500 - che conferisce al simpatico Johan il carisma del solito salvatore annunciato dalle profezie [...]

Claudio Lugi


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08 ottobre 2002
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