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Julian Assange torna in libertà

Al fondatore di WikiLeaks è stata concessa la libertà su cauzione, ma gli USA vogliono incriminarlo per cospirazione

17 dicembre 2010

L'Alta Corte di Londra ha deciso ieri la scarcerazione su cauzione del fondatore di Wikileaks. Ad opporsi alla scarcerazione si erano pronunciati i procuratori britannici, spiegando che esiste un "concreto rischio che Julian Assange fugga se gli verrà concessa la libertà su cauzione".
Assange era arrivato con il cellulare della polizia penitenziaria alla Royal Courts of Justice, per ascoltare la decisione dei giudici che tre giorni fa hanno concesso la libertà su cauzione, congelando però poi la decisione per 48 ore in attesa di valutare il ricorso presentato dalla procura svedese che chiede l'estradizione di Assange ricercato per stupro. Ricorso su cui si registra una smentita arrivata ieri da Stoccolma. Secondo quanto infatti dichiarato da una portavoce della Procura svedese "la decisione di fare appello contro la concessione della libertà di cauzione è stata una decisione interamente britannica, le autorità svedesi non hanno nulla a che fare con questa".
Riguardo alla cauzione, fissata a 240mila sterline, circa 282mila euro, Mark Stephens, legale del giornalista ha espresso sicurezza nel fatto che la somma sarà a sua disposizione al momento necessario. "Sembra che sia ormai nel sistema bancario", ha detto riferendosi alle diverse donazioni, "alcune molto generose", che sono arrivate a difesa della causa di Assange che sostiene che le accuse contro di lui sono infondate e strumentali, tese solo a cercare di bloccare Wikileaks.

Lasciando il carcere britannico di Wansdworth, Assange ha rilasciato qualche dichiarazione ai giornalisti. "La giustizia non è ancora morta" ha commentato il fondatore di WikiLeaks, "è magnifico sentire di nuovo l'aria frizzante di Londra". Assange ha ringraziato tutti coloro che nel mondo hanno avuto fiducia in lui, i suoi avvocati e chi ha concesso le fideiussioni "nonostante le grandi difficoltà e le avversità". "Durante il mio periodo di confino in una cella, ho avuto tempo di riflettere sulle condizioni di coloro che nel mondo sono isolati e sono in condizioni più difficili delle mie", ha spiegato il 39enne australiano. "Queste persone hanno bisogno anche loro delle vostre attenzioni e del vostro sostegno, spero di continuare il mio lavoro e di provare la mia innocenza", ha aggiunto.
Ora, in attesa dell'udienza sull'estradizione l'11 gennaio, Assange dovrà indossare il braccialetto elettronico, recarsi ogni giorno a firmare alla stazione di polizia e dovrà risiedere nella villa dell'amico e sostenitore Vaughan Smith nel Suffolk.

Dagli Usa arriva la notizia che i procuratori federali americani vogliono incriminare Julian Assange di cospirazione e cercano prove che possano dimostrare che abbia incoraggiato ed aiutato Bradley Manning a violare gli archivi segreti del governo. E' quanto rivelato dal New York Times, sottolineando come i procuratori stiano passando al setaccio una serie di documenti con l'obiettivo di dimostrare che Assange sia stato l'istigatore e non il semplice fruitore della violazione del sistema protetto del governo per la quale il soldato semplice, analista dell'intelligence militare in Iraq, è in prigione dallo scorso giugno e rischia una pesante condanna. In particolare, gli inquirenti si stanno concentrando sulle trascrizioni delle 'online chat' che Manning ha avuto con Adrian Lamo, un ex hacker che alla fine, preoccupato dalle dichiarazioni del soldato, ha avvisato l'Fbi. In quelle consersazioni online, Manning affermava di essere in contatto diretto con Assange, attraverso una linea Internet criptata, mentre stava scaricando i file governativi. Inoltre Manning ha sostenuto che Assange gli avrebbe fornito accesso ad un server dedicato per poter scaricare sul sito di Wikileaks parte del materiale sottratto.
Intanto il segretario di stato americano, Hillary Clinton, ha annunciato la creazione di un nuovo incarico al Dipartimento di Stato di Washington di coordinatore per la sicurezza informatica, con il compito di garantire la protezione del materiale secretato o considerato confidenziale. Il nuovo incarico verrà creato nel quadro di un più ampio piano destinato a riformate il Dipartimento e la diplomazia americana in modo da renderne il lavoro più dinamico, efficace, e rapido nella risposta alle crisi ed agli sviluppi internazionali, ha spiegato la Clinton. Il governo americano ha peraltro promosso una revisione complessiva della sicurezza dei documenti confidenziali e della corrispondenza diplomatica a seguito della pubblicazione da parte di Wikileaks dei dispacci degli ambasciatori americani nel mondo.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Corriere.it]

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17 dicembre 2010
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