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L'80% delle imprese del Sud soffre la crisi...

... ma oltre la metà crede ancora in una ripresa. Tra le priorità: più infrastrutture ma non il Ponte sullo Stretto

22 novembre 2011

Nonostante più dell'80% delle imprese del Mezzogiorno abbia subito i contraccolpi della nuova crisi, oltre la metà (54%) continua a nutrire fiducia nella propria capacità di superare le attuali difficoltà.
E' questo il risultato dell'indagine su piccole e medie imprese e Mezzogiorno condotta da Confcommercio, dalla quale emergono le richieste che il mondo imprenditoriale rivolge al governo: taglio dei costi della politica, utilizzo dei fondi Ue per il Sud, e cessioni del patrimonio pubblico. Un secco no per il ponte sullo stretto, ma migliori strade e autostrade.

Se il 54% delle imprese resta ancora fiducioso, gli imprenditori non mancano comunque di sottolineare il pesante impatto avuto dalla crisi. Tra le principali conseguenze dell'attuale fase economica, si legge nella ricerca, le imprese segnalano, in particolare, il calo delle vendite (fenomeno avvertito da quasi i 3/4 delle imprese e che trova riscontro anche nella contrazione dei ricavi nel corso del 2011 per il 60% delle imprese), l'aumento dei prezzi praticati dai fornitori (38,5%) e l'aumento dei ritardi dei pagamenti. Non solo, per colpa della crisi, l'81,7% delle imprese ha rinunciato a forme di innovazione e una quota simile non lo farà nemmeno nel biennio 2012-2013. Per questi motivi, secondo le imprese del Mezzogiorno il nuovo governo dovrebbe intervenire con urgenza sulla riduzione dei costi della politica, sull'utilizzo dei fondi europei per il Sud e sulle cessioni del patrimonio pubblico. Le politiche per il lavoro (per l'82% delle imprese), un più agevole accesso al credito (53,2%), una maggiore efficienza dei trasporti (49,3%), politiche per il turismo (48,2%) e per l'innovazione (46,8%) sono ritenuti gli interventi strutturali prioritari per la crescita.
Allo stesso tempo, resta indispensabile il contrasto ai fattori che limitano la competitività delle pmi - uno su tutti il peso della pressione fiscale, indicato dal 51% del campione - così come l'impegno contro la criminalità, la contraffazione (in aumento per un'impresa su due) e l'abusivismo, fenomeni che rappresentano una vera e propria tassa (il 40,9% delle imprese del Sud impiega oltre il 2% dei ricavi per proteggersi da furti, rapine ed estorsioni).

Tra le infrastrutture che servono di più al Mezzogiorno, la prima è il rafforzamento della rete stradale e autostradale (il 51,4%), seguito da quella ferroviaria. Il ponte sullo Stretto è l'ultima delle priorità (6,2%).

E a proposito di Ponte ... - "Credo che non ci sia ancora un 'no'. Sarebbe veramente singolare che dopo tante aspettative, soprattutto dopo tante risorse, dopo tanti soldi che sono stati spesi anche in questi ultimi tre anni lo si mettesse in discussione". Lo ha detto il presidente della Regione Raffaele Lombardo a Catania rispondendo alle domande dei giornalisti a margine di una sua visita all'Expobit del Mediterraneo. "Ricordo che il Movimento per le Autonomie - ha aggiunto - fu formato per quella perequazione delle infrastrutture rispetto alla quale siamo in grande ritardo e dovremmo avviarci a pareggiare il conto con le regioni del nord". "Preso dall'attività di Governo - ha evidenziato il governatore - non dico di aver perso lo spirito che ci portava alla militanza, alla lotta e alla manifestazione, ma se serve ci muoveremo a migliaia perché questa storia del Ponte non continui ad essere una enorme, stratosferica, secolare presa in giro". A chi gli chiedeva perché avesse abbassato lo sguardo davanti lo stand del Ponte, Lombardo ha risposto: "Ho abbassato lo sguardo perché lo conosco a memoria e mi sono stancato di vedere modellini. Spero - ha concluso il leader del Mpa - di poterlo vedere realizzato e di poterlo percorrere".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Labitalia, Lasiciliweb.it, Adnkronos/Ign]

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22 novembre 2011
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