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L'accettazione degli operai di Termini Imerese

Le tute blu di Fiat hanno sostanzialmente accettato l'accordo, definito da molti "il male minore"

29 novembre 2011

Ancora ieri, nonostante lo stabilimento Fiat di Termini Imerese abbia chiuso i battenti 5 giorni fa, i lavoratori si sono ancora riuniti in assemblea davanti ai cancelli. L'incontro, indetto da Fim, Fiom e Uilm, ha avuto lo scopo d'illustrare i contenuti dell'intesa, raggiunta sabato 26 novembre al ministero dello Sviluppo economico con il Lingotto, sugli incentivi alla mobilità per 640 operai dello stabilimento. All'assemblea hanno partecipato anche i lavoratori delle aziende dell'indotto.
L'accordo, siglato a Roma, prevede per l'accompagnamento alla pensione dei lavoratori della Fiat che hanno maturato i requisiti, un incentivo medio di 22.850 euro, più l'indennità di mancato preavviso e il premio fedeltà. La somma messa a disposizione dal Lingotto, che a Termini Imerese, dopo 41 anni, ha fermato la produzione, ammonta a circa 21 milioni di euro.
"Quest'accordo è il massimo della mediazione che si poteva raggiungere - ha detto il segretario provinciale della Uilm Vincenzo Comella -. Crea le condizioni per accompagnare alla pensione chi ha i requisiti e dà la possibilità a chi resta di avere una continuità lavorativa sia che si tratti di un ex dipendente Fiat o di un operaio delle ditte dell'indotto".

A Roma, intanto, è stato fissato per il primo dicembre, l'incontro tra sindacati, ministero dello Sviluppo, Invitalia e Dr Motor, l'azienda molisana che dovrebbe subentrare alla Fiat nello stabilimento siciliano. Ed è proprio sulla giornata del primo dicembre che ha spostato l'attenzione il segretario nazionale della Fiom Maurizio Landini. "Sul futuro di Termini Imerese l'accordo non è ancora completo. L'incontro decisivo ci sarà giovedi". Il sindacalista ha auspicato che anche la Regione Sicilia diventi azionista-garante del piano, sulla falsariga di quanto avviene in Germania con la Volkswagen. "Il nodo che si è risolto sabato 26 - ha spiegato Landini - è che la Fiat si è dimostrata disponibile, mentre prima non lo era, a dare degli incentivi a qui lavoratori che nell'arco di alcuni anni, attraverso la cassa integrazione e la mobilità, possono raggiungere la pensione: si tratta di circa 640-650 lavoratori. Questo potrà permettere da parte della società che subentra alla produzione di nuove auto di garantire gli impegni assunti e il tetto occupazionale". "Noi avremmo preferito evitare ovviamente la chiusura di Termini Imerese e avremmo preferito che la Fiat smettesse di produrre in quello stabilimento - ha aggiunto Landini - Questo non è stato possibile e quindi il percorso che si sta delineando va verso la continuità produttiva in una regione importante e delicata come la Sicilia". Il segretario Fiom ha poi aggiunto: "Debbo riconoscere che questo Governo, a differenza del precedente, si è posto il problema di provare a svolgere una mediazione e non semplicemente fare il tifo per la Fiat".

IL PENSIERO DEGLI OPERAI - Le tute blu della Fiat di Termini Imerese hanno, sostanzialmente, accettato l'intesa raggiunta sabato al ministero dello Sviluppo economico con il Lingotto. "Il problema sono i giovani - dice Damiano Rinella, 54 anni 34 dei quali passati a lavorare alla Fiat - staremo al loro fianco". "Noi abbiamo raggiunto il nostro obiettivo. Sono contento - prosegue l'operaio, che rientra tra coloro che hanno maturati i requisiti per il prepensionamento -, specialmente in un momento come questo in cui si discute di innalzamento dell'età pensionabile e di riforma delle pensioni. Il ministro Passera è riuscito a fare quello, che Sacconi in due anni non è riuscito a fare".

Per i sindacati l'intesa rappresenta un compromesso 'dignitoso'. "La gente aspettava questo passaggio da tempo - dice il segretario provinciale della Fiom, Roberto Mastrosimone -. C'è stata condivisione sul contento dell'accordo, che permette a 640 persone di andare anticipatamente in pensione con un'indennità, che equivale allo stipendio di un operaio". "I Lavoratori hanno capito - sostiene Vincenzo Comella - che per Termini Imerese è stato il massimo della mediazione".
"La situazione è drammatica - afferma Antonio Autista, 36 anni passati in catena di montaggio -. E' stato scelto il male minore". "Non credo sarà sufficiente - aggiunge Giuseppe Il Grande, anche lui in catena di montaggio da 34 anni - ma non ci sono alternative". "Non è un bell'accordo - prosegue l'operaio rassegnato - Anche mio genero lavora in Fiat. Mi chiedo come faranno lui e mia figlia ad arrivare a fine mese e a pagare il mutuo. Non c'é niente per cui gioire".
"Non c'è cosa gioire - commenta Salvo Mascellino, un altro degli operai che potrebbe rientrare tra i 640 - Certo questa misura è meglio di niente, io penso sia meglio andare via il prima possibile da questa barca che affonda. Dr Motor non ci dà garanzie, sono sicuro che nel 2016 dirà che non ci sono le condizioni per produrre a Termini e andrà via. Mi preoccupo per chi resterà, per i giovani che non possono usare la scappatoia del prepensionamento". Timori sull'effettiva credibilità di Di Risio e della sua Dr condivisi anche da Michele Maranto, 58 anni e 35 di contributi, anche lui tra quelli che useranno la mobilità per andare via: "C'è tanta tristezza per i compagni che resteranno, per loro si apre una fase complicata, da cui non so come si potrà uscire. Spero che Dr ingrani con le vendite, ma siamo tutti scettici su questo. Come fa una casa che attualmente vende 4 mila auto l'anno ad arrivare a 60 mila tra 4 anni?".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Ansa, Lasiciliaweb.it, GdS.it, Repubblica/Palermo, Corriere del Mezzogiorno]

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29 novembre 2011
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