L'accordo per Gela è stato raggiunto...
I sindacati non abbassano la guardia: "Eni ha fatto un passo indietro ma la partita non è ancora chiusa"
Ieri nel corso della nuova riunione voluta dal ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi, dopo la rottura delle trattative tra i sindacati e l’Eni sulla situazione dei siti industriali di Gela e Porto Marghera, è stato raggiunto un accordo.
Al termine del tavolo che si è svolto giovedì, si legge nella nota del ministero, è stato firmato un verbale in cui le parti hanno ribadito la validità e l'importanza degli accordi sottoscritti nel 2013 e 2014 relativamente ai siti di Gela e Porto Marghera e l'azienda si è impegnata ad avviare il processo di manutenzione e deve garantire la conservazione degli impianti e il ripristino dell'efficienza operativa della linea 1 anche attraverso il coinvolgimento dell'indotto.
L'Eni ha illustrato uno scenario della raffinazione in Italia e in Europa in ulteriore peggioramento e in tale contesto ha predisposto un nuovo piano industriale per il rilancio e la riorganizzazione del sito di Gela. Ha inoltre confermato la realizzazione degli investimenti relativi alla seconda fase del progetto di riconversione della Green refinery di Porto Marghera nei tempi previsti dall'accordo e ha anche ribadito la strategicità del petrolchimico Versalis di Porto Marghera.
Nel dettaglio, le parti avvieranno un confronto sulle prospettive strategiche del sito Eni di Gela che si svilupperà in incontri che coinvolgeranno tutte le strutture sindacali territoriali. Il confronto terminerà entro la prima settimana di settembre. Il tavolo di confronto nazionale presso il ministero dello Sviluppo Economico verrà nuovamente convocato entro il 15 settembre.
A fronte dell'auspicata condivisione del quadro industriale, il gruppo petrolifero e le organizzazioni sindacali avvieranno, a partire da settembre, il confronto per definire un nuovo protocollo di relazioni sindacali per la competitività e lo sviluppo delle attività.
"Sono molto soddisfatta dell'importante risultato raggiunto. Grazie all'intesa siglata oggi (giovedì, ndr) è possibile riavviare un confronto tra le parti necessario per il funzionamento di siti significativi per il territorio, con la salvaguardia dei livelli occupazionali", ha sottolineato in una nota il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi.
In una nota congiunta Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil hanno espresso "un giudizio positivo" su quanto sottoscritto e hanno dichiarato "sospese le iniziative di mobilitazione definite sia a livello locale, sia a livello nazionale".
"Eni ha fatto un passo indietro ma la partita non è ancora chiusa. Bisogna dare ancora garanzie per il futuro ai tremila lavoratori diretti e dell’indotto di Gela e fare chiarezza sul piano industriale e sugli investimenti previsti per il Petrolchimico", hanno detto il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, ed Emanuele Sorrentino della Uiltec Sicilia. "Eni ha preso atto - ha aggiunto Barone -, dopo la durissima presa di posizione di sindacati e lavoratori, che non può decidere da sola il blocco degli impianti. E quindi ha garantito interventi di manutenzione che consentiranno alla raffinazione di potere ripartire. Adesso, come abbiamo più volte richiesto, il Governo nazionale deve chiarire se vuole mantenere una quota di raffinazione nel nostro Paese o se si può consentire ad Eni di investire principalmente all’estero. Assomineraria, comunque, prevede due miliardi di investimenti in prospezioni petrolifere in Sicilia. Per questo è logico mantenere capacità di raffinazione a bocca di pozzo anziché pensare di raffinare fuori dall’Isola".
Il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, commentando a caldo la siglia dell’accordo ha detto: "L’Eni sa che io sono io l’unico, vero ostacolo per la società…". "Se dovessero decidere di andare via da Gela - ha aggiunto - vedrete che la mia linea gli farà cambiare idea. Io so fino a che punto mi posso spingere per sospendere l’autorizzazione. Per quelli che rimangono è previsto un incremento della tassa sull’estrazione. La loro è una gestione coloniale".
Soddisfazione è stata espressa da Antonello Montante, delegato nazionale di Confindustria per la legalità e presidente degli industriali siciliani. "E’ prevalso - ha commentato Montante - il grande senso di responsabilità di Eni, dei sindacati e della politica tutta. Quest’intesa, che mette al centro lavoratori, imprese e innovazione, siamo certi segnerà una svolta nell’avvio di un clima di fiducia che favorisca anche nuovi investimenti, salvaguardando l’occupazione e puntando su aziende sempre più competitive".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it, SiciliaInformazioni.com, Italpress - €conomiaSicilia.com]
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