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L'accordo sarà chiuso a gennaio

Il ministro Romani sullo stabilimento Fiat di Termini Imerese: "Siamo ormai in fase finale per l'accordo di programma per il rilancio del distretto industriale di Termini"

25 gennaio 2011

L'accordo di programma per la riconversione del polo industriale di Termini Imerese da cui Fiat è in uscita sarà siglato entro fine mese. Lo ha assicurato il ministro allo Sviluppo Economico, Paolo Romani, ieri a margine di un incontro. "Stipuleremo l'accordo di programma entro la fine del mese. Siamo nella fase finale", ha detto il ministro. Nell'accordo di programma "ci sono sette investimenti che sono stati accettati e c'è la possibilità di portare gli addetti a 3.300 unità con sette tipologie manifatturiere diverse, di cui due nell'automotive", ha detto il ministro. Fiat ha annunciato la dismissione delle proprie produzioni nello stabilimento siciliano per la fine del 2011.
"Mi pare che ci sia una straordinaria occasione per il distretto industriale che sembrava dismettere tutto azzerando i 1.500 collaboratori mentre si riportano 3.300 dipendenti con sette tipologie manifatturiere diverse, di cui due nell’automobile" ha aggiunto Romani. "Ho l’impressione che potremo fare di Termini Imerese un caso di scuola su come da uno stato di crisi creare un nuovo disegno industriale, con nuovi investimenti industriali".

Secondo il segretario della Fiom di Palermo, Roberto Mastrosimone, "è grave che il ministro Romani annunci l’imminente definizione dell’accordo di programma per la Fiat di Termini Imerese tenendo all’oscuro i rappresentanti dei lavoratori. L’impegno era quello di farci conoscere i dettagli e la qualità delle proposte dei sette raggruppamenti, dovevano convocarci per metà gennaio, ancora aspettiamo". "Si sbagliano se pensano di far passare come nulla fosse accordi calati dall’alto - ha aggiunto il sindacalista - Così facendo la vicenda rischia di complicarsi".

Le sette proposte - L’advisor Invitalia ha da tempo comunicato che ci sono sette proposte per il rilancio dello stabilimento con un investimento produttivo complessivo di un miliardo di euro, di cui 184mila euro di risorse pubbliche. Due riguardano il settore dell'automotive, le altre riguardano la produzione di serre florovivaistiche, la realizzazione di studios cinematografici, lo stoccaggio di biomasse per energia elettrica, le protesi ortopediche e un'azienda di logistica.
Quelle che sembrano in pole position e sembrano convincere maggiormente il governatore regionale Raffaele Lombardo (ma non i sindacati che vogliono saperne di più e conoscere nel dettaglio i progetti) sono due proposte nel campo dell'automotive e che fanno capo ai gruppi Rossignolo e Cape. "I due progetti, che non sono incompatibili - aveva spiegato Lombardo -, sono entrambi molto interessanti in quanto l’uno, quello di Rossignolo, assorbirebbe tutti i lavoratori che facevano riferimento alla Fiat, mentre il secondo, quello di Cimino per la produzione di centraline per auto elettriche, rappresenterebbe una forte spinta in termini di innovazione e sviluppo, soprattutto in una regione come la nostra".

[Informazioni tratte da Ansa, Reuters.it, Corriere del Mezzogiorno.it]

 

 

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25 gennaio 2011
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