L'acqua è poca e...
Vertenza Aps: "Se entro il 31 ottobre non si troverà una soluzione si rischia grave crisi igienico-sanitaria"
Ormai è una corsa contro il tempo. Se entro il 31 ottobre non si troverà una soluzione alla vertenza Acque potabili siciliane, nel palermitano potrebbe verificarsi "una gravissima e irreversibile crisi igienico-sanitaria, oltre alla perdita di professionalità".
Parole a firma del presidente dell’Anci Sicilia nonché sindaco del capoluogo, Leoluca Orlando, che fotografa così le poco rosee prospettive del servizio idrico integrato nella provincia di Palermo, che dall’1 novembre potrebbe non essere più garantito dato che le reti saranno restituite alla curatela fallimentare di Aps, a meno che la Regione o lo Stato non trovino sei milioni di euro per avviare una fase di start up con l’azienda municipale del capoluogo, l’Amap.
Per questo si ripongono grandi speranze nell’incontro di giovedì a Roma tra l’Anci Sicilia e il sottosegretario del Ministero delle Infrastrutture, Erasmo De Angelis, grande esperto in materia e coordinatore della missione Italia Sicura.
Un vertice, quindi, o meglio un tavolo tecnico al quale prenderanno parte sindacati e assessorato regionale all’Energia e al quale si giunge dopo l’intercessione del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, sceso in Sicilia per discutere dei fondi comunitari con il governatore Rosario Crocetta. Un cambio di testimone, dunque. Il governo nazionale che prende il posto di quello regionale, che non ce la fa. O che, semplicemente, non può, perché al momento è azzerato. Aps è fallita un anno fa ma al suo posto non è subentrato ancora nessuno, complice una riforma regionale degli Enti locali monca che non ha assegnato funzioni ai liberi consorzi.
Non è bastato, finora, l’interessamento della Prefettura, che ad inizio anno ha requisito le reti idriche e le ha consegnate all’Ato che, per mano del commissario straordinario della Provincia, Domenico Tucci, ha affittato il ramo d’azienda della fallita Aps e i relativi 202 lavoratori garantendo il servizio negli ultimi dodici mesi. L’assegnazione all’Ato era temporanea e c’è stato anche un bando per assegnare il servizio a privati. La vincitrice, Onda Energia, a sorpresa si è tirata indietro. Non è difficile immaginare perchè: nel quadriennio 2009/2012 Aps ha subito perdite annue di sei milioni, che potrebbero salire a otto con l’adeguamento tariffario dell’Authority nazionale. Nel frattempo il decreto "Sblocca Italia" impone all’articolo 7 che il servizio sia affidato ad un ambito territoriale ottimale che lo gestisca in modo unitario per tutti i Comuni. Tutti, anche quelli, una decina, che si erano rivolti al Tar ed erano riusciti a farsi assegnare le reti. Una sentenza ribaltata, appunto, dall’ intervento del governo.
Quell’ambito ottimale, in attesa della costituzione di una società consortile da parte di Palazzo d’Orleans, potrebbe essere l’Amap "ma con un carico finanziario regionale o nazionale, perché altrimenti verrebbe meno l’equilibrio finanziario conquistato dalla partecipata", avverte Orlando, che poi affronta ancora una volta a muso duro il governatore: "Dall’1 novembre la responsabilità giuridica sarà dell’Ato idrico e della Regione. I Comuni una soluzione l’hanno proposta".
"La vicenda del servizio idrico integrato in provincia di Palermo è al limite dell’emergenza - dice Paolo Caracausi, vicesegretario regionale di Idv – l’acqua deve restare un bene pubblico, come confermato dagli italiani con un referendum. Come Idv chiediamo che tutti i soggetti interessati facciano la loro parte, Comune di Palermo in primis con il coinvolgimento dell’Amap. Speriamo nell’intervento del governo Renzi per sbloccare la situazione". [Fonte: Italpress - Corriere del Mezzogiorno]
- Con l'acqua alla gola (magari!) (Guidasicilia.it, 16/10/14)