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L'acqua privata è diventata legge

La Camera ha approvato il decreto sulla privatizzazione dell'acqua

19 novembre 2009

Ieri il governo ha ottenuto la fiducia alla Camera sul decreto legge Ronchi che prevede una serie di liberalizzazioni nel settore dei servizi pubblici, tra le quali l'erogazione dell'acqua.
L'opposizione ha protestato mentre le associazioni dei consumatori hanno annunciato l'intenzione di ricorrere al referendum. Dal Pd il senatore Roberto Della Seta, capogruppo nella Commissione Ambiente, ha puntato il dito contro la Lega. "E' indecente il doppio gioco che fanno sull'acqua: con Calderoli firma il decreto che obbliga alla privatizzazione dei servizi idrici. In Parlamento però fa finta di non essere d'accordo, con l'aggravante della fiducia sul decreto. Etica pubblica vuol dire anche non prendere in giro i cittadini. E oggi i cittadini devono sapere che la Lega è uno dei principali artefici di una norma che consegnerà il business dell'acqua a quattro o cinque multinazionali, impedendo ogni efficace controllo pubblico sui criteri d'uso, sul prezzo, sulla tutela di un bene comune come le risorse idriche".
E' stato duro anche il giudizio delle associazioni dei consumatori. "Troviamo del tutto inaccettabile ed improponibile la norma sulla privatizzazione del servizio idrico". Federconsumatori ed Adusbef sono già pronte a raccogliere le firme per un referendum abrogativo. "Avvieremo tutte le misure in nostro potere per far sì che questa norma, che è un vero e proprio insulto ai cittadini, non entri in vigore", hanno affermato in una nota i presidenti delle due associazioni Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti. L'acqua, si sottolinea, "è un bene primario e vitale, che non può finire alla mercè di interessi privati".
I consumatori temono in particolare per i rincari. Francesco Luongo, responsabile del Movimento Difesa del Cittadino avverte: "Ai costi dei vari carrozzoni pubblici e aziende municipalizzate si aggiungerà la necessità dei profitti delle Spa con inevitabili conseguenze sulle tariffe e le bollette che aumenteranno di oltre il 40%, come già accaduto per la rete telefonica nazionale e per le autostrade".

E oggi il decreto "salva-infrazioni comunitarie" è diventato legge. La Camera ha approvato la conversione con 302 voti a favore e 263 contrari. Il via libera al provvedimento ha scatenato una bagarre in aula.

I 25 deputati dell'Italia dei valori hanno iniziato a sventolare manifestini con il disegno di un'Italia "disidratata" e la scritta: "Giù le mani dall'Acqua". Il presidente Gianfranco Fini ha subito invitato i parlamentari a "mettere via i manifestini". Dal settore della maggioranza si sono poi levate grida, "Scemi, scemi", dirette ai banchi dell'Idv. Per tutta risposta qualcuno ha urlato: "Baciamo le mani don Silvio".
Rilevando che questo decreto "piace solo al presidente del Consiglio e ai suoi amici", il leader dell'Idv Antonio Di Pietro ha annunciato contro di esso un referendum abrogativo.

In una conferenza stampa convocata a Palazzo Chigi subito dopo il voto, il governo ha cercato di porre fine alle polemiche con le opposizioni assicurando che l'acqua è e resterà un bene pubblico non privatizzabile. "Si è parlato strumentalmente di privatizzazione dell'acqua. È una semplificazione: l'acqua è, resta e sarà un bene pubblico non privatizzabile. L'articolo 15 ribadisce e rafforza il concetto", ha detto Andrea Ronchi nel corso della conferenza stampa assieme al collega di governo Raffaele Fitto, titolare degli Affari regionali. E sul possibile incremento delle tariffe, temuto dall'opposizione il ministro Fitto ha ribattuto che "I rischi sulla tariffa non sono una prospettiva futura ma la fotografia dell'esistente". Secondo il ministro, invece, stabilendo in via generale l'affidamento dei servizi pubblici locali tramite la gara "il decreto potrà incidere positivamente sulle tariffe". "La gestione del servizio che va a gara, a cui potranno partecipare sia aziende pubbliche che private, consente il confronto sulla competitività. Oggi la nomina dei dirigenti avviene con criteri di carattere politico. Nulla che abbia a che fare con l'efficienza del servizio. La riforma mobiliterà investimenti notevolissimi. Dai rifiuti all'acqua si potrà migliorare l'efficienza dell'attuale gestione" ha detto Fitto.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Corriere.it, Reuters]

- Condotte colabrodo e con la riforma allarme malavita di Ettore Livini (Repubblica.it)

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19 novembre 2009
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