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L'agenda politica di Mario Monti

"L'Imu va data ai Comuni; le tasse vanno ridotte ma con cautela; bisogna tagliare la spesa pubblica"

07 gennaio 2013

L'Imu va modificata, con la maggior parte del gettito ai comuni. Le tasse vanno ridotte, ma con cautela: con il taglio alla spesa pubblica, è possibile una riduzione dell'Irpef e il congelamento dell'aumento dell'Iva.
Mario Monti, nella sua lunga intervista a SkyTg24, rilancia sui temi economici. E lo fa confrontandosi proprio sul terreno, quello fiscale, più battuto finora da Berlusconi e dal Pdl. Il Professore vuole rimarcare proprio la discontinuità con il suo predecessore. A novembre 2011 la situazione era catastrofica; oggi, salvo imprevisti, non serve una nuova manovra, perché i conti sono a posto. Sul fronte del lavoro, invece, è stato il Pd a frenare la riforma Fornero. Ancora, basta con il 'Monti amico delle banche' e nessun dogma nella politica industriale, anche per Alitalia. Monti non vuole fare promesse facili, ma ha già imparato a muoversi nel clima della campagna elettorale. A partire dal tema tradizionalmente più caldo, quello delle tasse. "Vanno ridotte, ma con cautela", spiega, tornando sull'ipotesi di un intervento sulla pressione fiscale verso cui ha già aperto nei giorni scorsi. "E' da rivedere l'intera struttura fiscale" e "va fatto nell'arco di un po' di anni". La strada per far scendere le tasse, comunque, è quella di "ridurre di più la spesa pubblica".

Nel documento in cui ha sintetizzato la sua agenda, che, puntualizza, "non è un programma", ci sono l'ipotesi di abbassare di un punto le aliquote più basse dell'Irpef e di congelare definitivamente l'aumento dell'Iva previsto a luglio prossimo. "Ci sono tutte queste possibilità. Queste e anche di più. Qual è la via maestra? Ridurre la spesa pubblica". Il Professore, quindi, fa riferimento alle resistenze incontrate proprio su questo fronte. "Noi ci siamo messi all'opera, ma sulla spending review abbiamo trovato in Parlamento molte difficoltà. Ad esempio, il provvedimento sulla Province non corrisponde" a quanto aveva previsto il governo.
Altrettanto chiara l'indicazione che arriva sull'imposta più contestata, l'Imu. "Va modificata" e "il gettito va dato maggiormente ai Comuni", dice Monti, puntualizzando ancora una volta che l'Imu "è un frutto del precedente governo". Che pesa sui conti delle famiglie italiane. Quanto ha pagato di Imu? "Parecchio, ma non ho qui la cifra. Si occupa mia moglie di queste cose", replica il Professore.

Resta sempre fermo, poi, l'impegno per la lotta all'evasione. "Sono pronto a continuare la battaglia di civiltà", assicura, ricordando che il suo governo ha adottato "misure senza precedenti" contro l'evasione che hanno portato a un gettito "superiore ai dieci miliardi di euro".
Le considerazioni su quanto fatto dal suo governo portano Monti anche a evidenziare la discontinuità che si è prodotta con il suo intervento rispetto al precedente governo Berlusconi. "A novembre 2011 c'era il rischio che la situazione diventasse tecnicamente catastrofica", torna a sottolineare, come ha già fatto più volte in passato. Con lo spread sotto i 300 punti, invece, "si risparmiano molti miliardi e questo risparmio va contato sul debito pubblico per gli interessi, ma anche su quello privato. Un risparmio che può essere calcolato come superiore al gettito Imu". Insomma, fa notare, tredici mesi sono serviti a cambiare rotta. Tanto che può escludere una nuova manovra, salvo imprevisti. "Sarà il nuovo governo a decidere", dice, rispondendo a una domanda. Le organizzazioni internazionali, ricorda, "ci riconoscono di avere portato il bilancio al pareggio strutturale"; i conti "sono in ordine" e una manovra potrebbe essere necessaria solo "se ci dovessero essere eventi non previsti".

Risposte anche per chi continua a rimarcare la 'vicinanza' di Monti ai salotti buoni della finanza e alle banche. "E' uno dei segni di superficialità nel dibattito pubblico", replica il Professore, ricordando che "il governo Berlusconi era contro la tassazione delle transazioni finanziarie. L'Italia bloccava la Tobin Tax, io ho cambiato posizione e ora si sta facendo". Infine, una scelta di campo per la politica industriale. "No a posizioni astratte o dogmatiche", anche su Alitalia.
A proposito della sua decisione di salire in politica, Monti dice che la stava "covando già da prima", ma a fare da acceleratore è stato l'atto di sfiducia del Pdl che gli "ha rafforzato il convincimento".
Alla domanda se ci fosse un patto con Alfano, Bersani e Casini per escludere una sua candidatura, Monti risponde: "Un patto no, ma io stesso pensavo che non mi sarei candidato perché non sarebbe stato necessario farlo, ero ottimista sulla possibilità che il Paese, dopo lo sforzo intenso di tredici mesi, continuasse in direzione della crescita con le riforme. Poi, con le preoccupazioni emerse in Italia e all'estero sul dopo elezioni, ho pensato di promuovere uno sforzo nella società civile, accanto a politici ben filtrati dal punto di vista del rigore di comportamento, per aiutare l'Italia a riformarsi e a riavvicinare politica e società".

Quanto ai tempi di ufficializzazione delle candidature della sua lista dice che li presenterà "nei prossimi giorni, non so se già martedì". Conferma poi a Sky Tg24 che con ogni probabilità Luca di Montezemolo non sarà in lista, mentre per quanto riguarda esponenti di Italia Futura "sono vagliati a uno a uno da me, così come molti esponenti della società civile". Inoltre, aggiunge Monti, non ci saranno 'premi' per i fuoriusciti di Pd e Pdl: "No, anche perché non è un premio. Queste persone le desideravamo. Pensi a Ichino che sempre meno si è ritrovato nelle politiche del Pd come, ad esempio, sul fronte del mercato del lavoro. Un posto glielo avremmo offerto anche se non fosse stato in Parlamento".
Accetto con piacere un confronto con Berlusconi e Bersani, conclude a Sky Tg24, "sarò onorato di essere a fianco di questi veri politici".

Mario Monti e la Sicilia - "La Sicilia, dal 2008 a oggi, ha speso solo il 14% dei 7 miliardi di euro previsti dalla programmazione 2007-13. Meno di un quinto. E di questi, 300 milioni sono stati congelati dalla Ue in mancanza di 'controlli adeguati' su progetti e procedure. Lo spreco dei fondi comunitari è uno scandalo la cui responsabilità non ricade solo sulle spalle del Sud, ma dell'intero sistema-paese e della politica, a tutti i livelli. I fondi strutturali dell'Unione europea rappresentano un'occasione unica di investimento per la crescita nelle regioni del nostro Mezzogiorno. Lo spreco di queste risorse è uno scandalo che il nostro Paese non può più permettersi". Lo dice Mario Monti in un'intervista al Quotidiano di Sicilia.
"E' assolutamente fondamentale dotare il Meridione dei propri strumenti per sviluppare una visione chiara e possibile di un futuro, dove il talento, l'impegno, l'inventiva, siano premiati a scapito della dipendenza, dallo Stato o, peggio, dalla criminalità organizzata. Per fare ciò, bisogna investire in quelle parti di società che possono essere, esse stesse, e non per compiacenza o carita', i piloti del cambiamento", sottolinea il premier uscente.

Sulla lotta alla criminalità organizzata, il 'professore' spiega che il suo programma "prevede il potenziamento dell'Agenzia beni confiscati alla mafia in modo di snellire le procedure volte alla gestione dei beni sequestrati e confiscati. L'obiettivo è quello che lo Stato riesca a gestire i beni confiscati, garantendo la continuità dell'attività". "I lavoratori, se non coinvolti nelle attività criminali, devono essere il primo bene da salvaguardare. Come pure deve continuare la preziosa esperienza del riutilizzo sociale dei beni sottratti alle mafie, un segnale preciso ed inequivocabile nei territori della scelta di campo dei cittadini. Dobbiamo tenere alta la guardia contro la progressiva infiltrazione delle mafie nelle zone dove erano meno presenti. Ci sono state importanti operazioni contro le mafie in Lombardia e Piemonte, come pure nel Lazio, in Liguria, Veneto ed Emilia. Per quanto riguarda le infiltrazioni mafiose nella vita politica la legge sull'incandidabilità manda un segnale preciso. Bisogna andare anche oltre, seguendo ad esempio il codice di autoregolamentazione dei partiti preparato dalla Commissione Antimafia", rimarca Monti. [Informazioni tratte da Adnkrons/Ign]

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07 gennaio 2013
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