L'aggiornamento del ''paniere'' Istat dei consumi italiani? Per le associazioni dei consumatori è tutto da rifare

Anche quest'anno l'Istat ha aggiornato il ''paniere'' dei prodotti usato per calcolare gli indici dei prezzi al consumo. Ad uscire dal ''paniere'' prodotti che hanno avuto breve permanenza, come il decoder che inserito nel 2004, già non si trova più nella lista dei consumi degli italiani.
Nel 2005 è rientrato invece un apparecchio che sembrava ormai messo fuori per sempre: il telefono fisso.
Fuori anche il pediatra (per l'attività "intramuraria"), la pedicure, la torta preconfezionata, il cotton fioc, l'antenna satellitare, il lettore cd, l'autoradio, il compasso, i pattini a rotelle, gli accessori per i cellulari, le riparazioni di videoregistratori, mentre, oltre al telefono fisso, entrano i prodotti di pasticceria fresca, l'estetista, le varietà di pesce locale e i costumi da bagno per uomo.

"L'aggiornamento annuale della composizione e della ponderazione del paniere - spiegano all'Istat - ha la finalità di mantenere nel tempo la capacità degli indici dei prezzi di riflettere i cambiamenti nei comportamenti dei consumatori, e di adeguare i pesi assegnati a ciascun prodotto alla mutata struttura dei consumi delle famiglie".
A cambiare nel paniere 2005 non sono solo alcuni prodotti, ma anche i pesi di alcune voci fondamentali. In particolare, registrano un incremento del peso (cioè della percentuale considerata all'interno del paniere, per comporre l'indice generale dei prezzi) i capitoli 'Trasporti', 'Abitazione, acqua, energia e combustibili', 'Mobili, articoli e servizi per la casa', 'Bevande alcoliche e tabacchi', 'Istruzione' e 'Altri beni e servizi'. Si riduce il peso dei capitoli 'Prodotti alimentari e bevande non alcoliche' e 'Abbigliamento e calzature'.
Insomma, aumenta il peso dei consumi di servizi e diminuisce quello dei beni.
Facile capire il motivo dell'aumento del capitolo 'Trasporti', come conseguenza del forte aumento dei prezzi della benzina. Il capitolo 'Abitazione' risente della nuova valutazione, introdotta dall'Istat quest'anno, delle spese condominiali, che prima venivano considerate contestualmente agli affitti. Il settore acquista così nel paniere un peso del 9,3 per cento, considerato comunque ancora assai distante dalla realtà da associazioni dei consumatori, sindacati che da diverso tempo contestano i dati Istat sull'inflazione.

Secondo le associazioni dei consumatori e i sindacati dal paniere Istat vengono sottovalutate le voci di spesa più rilevanti per fasce deboli e anziani: alimentari e sanità. Le associazioni dei consumatori continuano quindi a bocciare l'attendibilità dei criteri scelti dall'istituto.
L'Istat riaggiorna il paniere dei beni di riferimento per il calcolo dell'inflazione: il nuovo elenco comprende 562 prodotti rappresentativi, tra cui 12 prodotti nuovi rispetto al 2004, mentre 5 beni che figuravano l'anno scorso sono stati esclusi. Ciò che è rimasto invariato è il giudizio delle associazioni dei consumatori sulla rappresentatività del paniere: insufficiente.
Il Movimento di difesa del cittadino ha definito l'aggiornamento ''irrazionale e ingiustificato''.
''Le scelte dell'Istat - afferma una nota dell'associazione - non rispondono ai mutamenti effettivi nel comportamento di acquisto degli italiani''. Intesaconsumatori pone invece l'accento sulla necessità di una diversificazione del paniere per le varie fasce sociali o di reddito.
Una vecchia richiesta dei consumatori, che l'Istat promette ogni anno di accogliere dimenticandosi sistematicamente di farlo.