L'allarme degli oncologi siciliani
I tagli alla Sanità siciliana potrebbero incidere sulle cure oncologiche
Per il 90% degli oncologi siciliani i tagli alla sanità nella Regione Sicilia potrebbero incidere sulle capacità di curare al meglio i pazienti con cancro. E' quanto emerge da un sondaggio dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), in collaborazione con la Sifo, fra i soci della Sicilia che si svolge all'ospedale Garibaldi di Catania.
Il 92% dei medici oncologi, secondo lo studio, utilizza farmaci biotecnologici efficaci contro la gran parte dei tumori. E il 62% ritiene che la decisione sull'eventuale sostituibilità con i biosimilari, prodotti simili, ma non uguali ai più complessi originali biotech, debba essere di esclusiva competenza dello specialista. Sempre alta l'attenzione per il problema della contrazione delle risorse disponibili. E per il 68% la prossima introduzione dei biosimilari di anticorpi monoclonali può favorire il contenimento dei costi, anche se il 26% sostiene sia più utile cercare margini di risparmio in altre voci di spesa.
Il tema della sicurezza per i pazienti resta centrale. Per il 38% degli specialisti infatti le maggiori criticità legate all'uso dei biosimilari derivano dal fatto che diversa potrebbe essere l'efficacia rispetto all'originatore, per il 20% potrebbero avere un diverso grado di immunogenicità, per il 12% possono scatenare allergie, mentre il 30% degli intervistati non ravvede alcuna criticità connessa al loro utilizzo.
"L'Aiom - spiega il dott. Roberto Bordonaro, coordinatore regionale dell'associazione - li ritiene utili nel contesto della ottimizzazione delle risorse disponibili, ma non si astiene dal rivendicare un controllo scientifico costante sul loro utilizzo". [Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it]