L'allarme disoccupazione in Italia deve ancora arrivare
Secondo l'Ocse il nostro è uno di quesi paesi nei quali la disoccupazione dovuta alla crisi economica non è ancora arrivata
Se in alcuni Paesi come Irlanda, Giappone, Spagna e Stati Uniti, già nel 2009 si è registrato un forte aumento di disoccupati a causa della crisi economica, "in altri Paesi, inclusi Francia, Germania e Italia la gran parte della crescita della disoccupazione deve ancora arrivare". E' quanto prevede l'Ocse, nell'Employment Outlook 2009 diffuso ieri.
Il tasso di disoccupazione in Italia ha raggiunto il 7,4% nel marzo 2009, 0,8 punti percentuali in più rispetto a un anno prima, ma stime preliminari suggeriscono un significativo incremento nel secondo trimestre, indicano gli esperti dell'Ocse nella 'Country Note' sull'Italia. Tuttavia la disoccupazione sarebbe stata più alta se un gran numero di lavoratori non avesse rinunciato a cercare lavoro (il tasso di attività è sceso di 0,4 punti in un anno, in particolare nel Sud). Di conseguenza la proporzione della popolazione in età lavorativa occupata, che era già la più bassa nell'Ocse dopo Turchia e Ungheria, è caduta di altri 0,9 punti e ha raggiunto ora il 57,4% (dati Istat marzo 2009).
LA CRISI COLPISCE I GIOVANI - Come in molti altri Paesi, i lavoratori con contratti temporanei ed atipici subiscono gran parte dell'aggiustamento occupazionale: rispetto a un anno prima, nello scorso marzo l'Italia aveva perso 261.000 posti di lavoro temporanei o con contratti atipici, cifra superiore all'intera contrazione dell'occupazione segnata nello stesso periodo. La crisi colpisce soprattutto i più giovani: il tasso di disoccupazione della fascia d'età tra 15 e 24 anni è cresciuto di 5 punti percentuali in Italia nell'ultimo anno ed è pari al 26,3%, mentre la percentuale dei giovani occupati è 20 punti sotto la media Ocse. Inoltre la transizione scuola-lavoro è molto più lunga rispetto alla gran parte dei paesi Ocse e spesso molto instabile.
Quanto agli interventi governativi a sostegno dell'occupazione, il rapporto nota che in Italia, a differenza degli altri big industrializzati, l'aumento discrezionale della spesa per il mercato del lavoro è rimasto moderato, in presenza di un elevato debito pubblico che riduce il margine di manovra durante la recessione. In particolare, l'azione del governo si è concentrata sul sostegno alla domanda di lavoro con la messa a disposizione di fondi addizionale per la Cassa Integrazione Guadagni. Tuttavia il numero di lavoratori e imprese ad aver accesso alla Cig resta limitato, anche se sono stati compiuti sforzi per estenderne la copertura. L'introduzione di un dispositivo generale non è stata considerata finora e di conseguenza rilevanti segmenti di popolazione restano sprovvisti di una protezione adeguata che li aiuti a superare la crisi.
LA CRISI CONTINUA - Se la ripresa non si rafforza rapidamente, la disoccupazione rischia non solo di aumentare, ma anche di divenire più persistente, tanto più che anche prima dell'inizio della recessione quasi metà dei disoccupati italiani era senza lavoro da almeno 12 mesi, una proporzione doppia rispetto alla media Ocse. Il rapporto sottolinea infine il rischio che si inasprisca la povertà: in Italia già prima della recessione l'11% della popolazione che viveva in famiglie con capofamiglia in età lavorativa era relativamente povera (media Ocse 10%) e la percentuale saliva al 14% nelle famiglie con bambini, dato che piazza l'Italia al quintultimo posto nell'area Ocse. Poiché queste cifre sono in gran parte dovute all'incidenza di famiglie senza lavoro, ci si può aspettare un aumento significativo della povertà come conseguenza della recessione. Anche la povertà delle famiglie con almeno un lavoro, con un tasso dell'8,2%, è superiore alla media Ocse a causa di un sistema di trasferimenti sociali poco generosi. Oltre che auspicare un adeguato sussidio di disoccupazione, il rapporto suggerisce che i governi rinforzino il sostegno alle famiglie e ai lavoratori a basso reddito durante la crisi economica.
SITUAZIONE MONDIALE - Secondo l'ente parigino per la metà del prossimo anno i disoccupati totali nell'area saliranno a 57 milioni di persone, e rispetto al minimo toccato nel 2007 in termini si tratta di 25 milioni di senza lavoro in più. Ma sul lavoro questa crisi si fa sentire con tempi diversi tra i vari paesi: "Queste previsioni implicano che per metà 2009 la maggior parte degli aumenti di disoccupazione saranno già avvenuti in Irlanda, Giappone, Spagna e Stati Uniti, mentre in altri paesi - dice l'Ocse - tra cui Francia, Germania e Italia la maggior parte dell'aumento deve ancora arrivare". Per gli Stati Uniti l'impatto sul lavoro è stato "il peggiore di qualunque recessione fin dal 1970 - aggiunge l'Ocse - guardando alla portata dell'aumento della disoccupazione. Invece, la portata di aumenti di disoccupazione in Francia, Germania, Italia e Gran Bretagna sono previste in termini paragonabili alle recessioni avvenute negli anni '70 e '80".
SICILIA, OCCUPAZIONE IN CRESCITA - In Sicilia l'occupazione sarebbe in crescita, almeno secondo quanto emerge da una ricerca svolta da Manpower che prende in esame un panel statisticamente significativo di oltre 1.000 datori di lavoro chiedendo loro quali variazioni prevedono in termini di occupazione nella propria azienda rispetto al trimestre precedente. Il dato sulle previsioni relativo al quarto trimestre del 2009 è pari a -6%, al netto degli aggiustamenti stagionali. Questo significa un aumento di 5 punti percentuali rispetto al terzo trimestre dell'anno e di 6 punti rispetto allo stesso periodo del 2008.
"Pur mantenendo segno negativo (-6%), le previsioni sull'occupazione in Sicilia, - afferma la ricerca - tenendo conto degli aggiustamenti stagionali, risultano quindi in miglioramento rispetto al terzo trimestre dell'anno come pure rispetto allo stesso periodo del 2008. Le risposte dei datori di lavoro della Sicilia in merito alle loro intenzioni di assunzione segnalano - aggiunge - che, nei prossimi tre mesi, le persone in cerca di occupazione avranno maggiori possibilità di trovarla rispetto al trimestre precedente".
[Informazioni tratte da Repubblica.it, La Siciliaweb.it]