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L'ambasciator che porta pena...

Nell'inchiesta sui Grandi eventi della Regione Sicilia entra anche l'ambasciatore Claudio Moreno

12 luglio 2013

L'inchiesta sui Grandi eventi della Regione Siciliana, che ha già portato in carcere il manager Faustino Giacchetto, si allarga. Per turbativa d'asta e corruzione, oltre a Giacchetto e Rossana Bussetti (altra manager arrestata nelle scorse settimane), è indagato dalla procura di Palermo anche l'ambasciatore Claudio Moreno.
Dietro la decisione dei pm Gaetano Paci e Maurizio Agnello ci sono una serie di intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno consentito di ricostruire una presunta tangente, di importo compreso tra 50 mila e 120 mila euro, che sarebbe stata riservata a Moreno ma anche ad altre persone per l'appalto di alcuni grandi eventi.

L'ambasciatore, nel '95 già condannato a tre anni per tangenti, nell'ambito di una delle inchieste di "Mani pulite", e poi salvato dalla prescrizione, era nonostante tutto tornato in sella nel 2002. Nel 2012 era commissario di governo per la partecipazione dell'Italia a due fiere internazionali, tenute a Venlo, in Olanda, e a Yeosu, in Corea. Il suo ufficio aveva la possibilità di assegnare la gestione in esclusiva della comunicazione a una ditta piuttosto che a un'altra: ad aggiudicarsela fu la Jumbo Grandi Eventi della Bussetti, che poi la concesse alla Ab Comunicazione. Fra i tre (Moreno, Bussetti e Giacchetto) ci furono scambi di mail e di lettere: in sostanza, secondo chi indaga, i bandi furono materialmente redatti dai due imprenditori e firmati dall'ambasciatore.

Il 29 marzo 2012, poco prima della Expo tenuta nei Paesi Bassi (fu aperta da aprile ad ottobre dell'anno scorso), un manager, Biagio Semilia, anche lui indagato, esperto per la comunicazione dell'ex presidente della Regione Raffaele Lombardo, chiese a Giacchetto chi dovesse "dare la moneta a Moreno".
L'interlocutore, senza sapere di essere ascoltato dalle microspie della Guardia di finanza, rispose che le avrebbe date "lei", cioè la Bussetti, nella misura di 50 mila euro. In una conversazione successiva la cifra fu portata a 120 mila euro: "Lei dà 50 mila, io do il resto", spiegò Giacchetto. "Per due?", chiese Semilia. "No, 120 mila per ognuno". La difesa della Bussetti sostiene che si tratta di percentuali dovute al ministero degli Esteri, per i servizi resi alla Regione siciliana, nella misura di 50 mila euro. Spiegazione che appare prefabbricata agli inquirenti. E poi c'è comunque il "resto", la somma che avrebbe dovuto portare tutto a 120 mila euro, che non è spiegato.

Intanto, mercoledì la Corte dei Conti, su richiesta della Procura regionale, ha sequestrato oltre quindici milioni di euro ad alcuni degli indagati nell'inchiesta sulla spesa di fondi europei per la formazione della Regione siciliana.
L'elenco delle persone raggiunte dal sequestro si apre con l'ex presidente del Ciapi (un'ente di formazione), Francesco Riggio, cui sarebbero stati bloccati beni per oltre 5 milioni di euro, e prosegue con Gaspare Lo Nigro, l'ex direttore dell'Agenzia regionale per l'impiego che ha approvato il progetto e dato il via libera all'integrazione dei fondi per il Co.Or.Ap (sequestro da un milione e mezzo).
Ci sono poi tutti i componenti del comitato tecnico scientifico del progetto, in rappresentanza del Ciapi o della Regione siciliana: Daniela Avila, Calogero Bongiorno, Luigi Gentile, Giuseppe Gattuso, Giuseppe Bonadonna, Rosario Candela, Santo Conti, Natalino Natoli, Enzo Testagrossa, Salvatore Schembri. Per loro il sequestro ammonta ad 850 mila euro ciascuno.

Ieri pomeriggio la giunta regionale ha deliberato la costituzione di parte civile nel procedimento penale dell'inchiesta "Grandi eventi" che vede coinvolto il Ciapi.
"E' un'azione che intendiamo portare avanti con forza, perché - ha detto il presidente Crocetta - questa vicenda sulla comunicazione, non solo ha danneggiato pesantemente l'economia della Regione Siciliana, ma piuttosto che rappresentare un valore aggiunto per l'immagine della nostra Regione, come doveva essere se gestita in maniera corretta, ha causato invece un gravissimo danno di immagine che è impossibile tollerare. Per questa ragione - ha aggiunto Crocetta - io e la mia giunta abbiamo deciso all'unanimità di procedere con la costituzione di parte civile nel procedimento penale nell'inchiesta "Grandi eventi", che vede coinvolto il Ciapi, per tutelare l'immagine della Sicilia in ogni sede opportuna".

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it]

- Il "Sistema Giacchetto" (Guidasicilia.it, 20/06/13)

- Nessun "Sistema Giacchetto" (Guidasicilia.it, 21/06/13)

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12 luglio 2013
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