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L'Amia è fallita, Palermo brucia

Il tribunale ha dichiarato il fallimento per la municipalizzata che gestisce la raccolta dei rifiuti a Palermo

22 aprile 2013

Il tribunale di Palermo ha dichiarato il fallimento dell'Amia, la municipalizzata che gestisce la raccolta dei rifiuti a Palermo. La notizia è stata confermata dall'azienda: gli ufficiali giudiziari sono andati a notificare il provvedimento ai commissari.
Da alcune settimane a Palermo è allarme per i rifiuti accatastati in diverse zone e cittadini esasperati da giorni bruciano immondizia e cassonetti cercando di eliminare i cumuli o protestano gettando i cassonetti al centro delle carreggiate bloccando il traffico. I dipendenti dell'Amia, infatti, dicendosi preoccupati per il prossimo fallimento - oggi decretato - sono in stato di agitazione, con blocco dello straordinario, e organizzano assemblee.

Amia e Amiaessemme, aziende preposte al trattamento dei rifiuti e alla pulizia di strade e caditorie, hanno 2.252 dipendenti e un buco di 125 milioni di euro (anche se i tre commissari straordinari parlano di decine di milioni di crediti vantati nei confronti dei comuni). Un numero esorbitante, spesso contestato da diversi esponenti politici.
Per risolvere la questione il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, aveva ipotizzato due opzioni: la dichiarazione di fallimento e contestuale nomina di un curatore fallimentare da parte del tribunale che dovrebbe anche incaricarlo di assicurare la prosecuzione dei servizi e delle attività, mentre il Comune ne garantirebbe la copertura economica, o in alternativa la requisizione della società da parte del Prefetto che dovrebbe affidarla al Comune.
Nel provvedimento di fallimento dell'Amia, motivato con le eccessive perdite dell'azienda, il tribunale dispone l'esercizio provvisorio dell'attività fino al 15 giugno. Data che potrebbe essere prorogata. I giudici hanno nominato tre curatori fallimentari per Amia - Mario Serio, Andrea Gemma e Paolo Bastia e uno per la società satellite Amiaessemme, Francesco Macario -: spetterà a loro gestire il fallimento. La dichiarazione del tribunale segue il rigetto della proposta di concordato preventivo fatta dal Comune.

Il sindaco Orlando, avendo appreso la notizia ha espresso il proprio rammarico per una soluzione "divenuta ormai inevitabile a causa della gestione prima ordinaria e poi straordinaria degli ultimi dieci anni, rivelatesi del tutto inadeguate e sulle quali ho sollecitato più volte interventi di vigilanza e controllo da parte degli organi competenti". "Mi sono già sentito con il Prefetto - aggiunge Orlando - ed ho già chiesto di incontrare quanto prima la Curatela fallimentare, cui spetta, d'intesa con il Tribunale, di assumere le prossime decisioni. Al Prefetto ho già manifestato e alla Curatori fallimentari manifesterò ancora una volta la necessità che siano adottati tutti i provvedimenti urgenti ed indispensabili affinchè alla città sia garantita la continuità della raccolta dei rifiuti. Allo stesso tempo - conclude Orlando - ho ribadito e ribadirò in modo chiaro che il Comune è pronto a fare tutto quanto necessario e di propria competenza per garantire i servizi di igiene ambientale e dare garanzie ai lavoratori dell'Amia".

Intanto, Palermo continua a bruciare. Anche la notte scorsa, in diversi punti della città, sono stati incendiati cumuli di rifiuti. Undici gli interventi dei pompieri per sedare le fiamme. E in tre diverse zone della città la spazzatura è stata rovesciata per terra intralciando il traffico. In alcune quartieri come l'Arenella i bambini sono costretti a giocare accanto ai sacchetti dei rifiuti in putrefazione.

Una situazione incandescente che sta creando grattacapi all'amministrazione. Per l'assessore all'Ambiente e al Verde del Comune di Palermo, Giuseppe Barbera: "Un termovalorizzatore sarebbe una soluzione compatibile, in termini ambientali, energetici, economici, solo se preceduto da interventi molto rigidi e precisi di raccolta differenziata e separazione tra tipologie di rifiuti. In questo modo solo una porzione minima dei rifiuti dovrebbe finire in discarica o potrebbe essere incenerita con recupero di energia". Poi spiega: "Quel che è certo è che a Palermo e in tutta la Sicilia dobbiamo avviare una politica dei rifiuti radicalmente diversa, affidata ad una gestione efficiente che superando l'emergenza guardi al futuro; miri a ridurre la quantità di rifiuti prodotti (oltre un chilo a testa ogni giorno è un quantitativo spropositato), realizzi un ciclo di raccolta, smaltimento e riciclo davvero virtuoso".

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, Huffingtonpost.it]

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22 aprile 2013
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