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L'amministratore delegato di Italcementi indagato per mafia

Il dirigente sarebbe coinvolto nell'inchiesta sulla Calcestruzzi Spa

16 giugno 2008

La procura distrettuale antimafia di Caltanissetta ha iscritto nel registro degli indagati l'amministratore delegato di Italcementi, Carlo Pesenti. A riferirlo sono state fonti giudiziarie venerdì scorso. Le ipotesi di reato contestate, secondo le fonti, sono concorso in riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, frode nelle pubbliche forniture e truffa, con l'aggravante dell'articolo 7, e cioè dall'avere favorito la mafia.
I legali del manager milanese hanno subito negato ogni addebito, definendo l'iscrizione di Pesenti nel registro degli indagati "un atto dovuto". "Il carattere del tutto marginale degli aspetti economici legati all'inchiesta riguardante alcuni ex dipendenti della Calcestruzzi e la rilevanza localistico/provinciale dei fatti oggetto d'indagine portano a fare ritenere che l'avviso di garanzia sia il frutto di un atto dovuto", si legge in un comunicato diffuso dagli avvocati Franco Coppi e Francesco Bertorotta.

Pesenti, dunque, sarebbe coinvolto in qualche maniera nell'inchiesta sulla Calcestruzzi Spa, sequestrata nei mesi scorsi perché accusata di mafia e di aver fornito alle imprese calcestruzzo di qualità inferiore a quello previsto nei capitolati d'appalto.
L'inchiesta è coordinata dal procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari, dal procuatore aggiunto Renato Di Natale e dal sostituto della Dda, Nicolò Marino.
L'indagine a carico dell'ad emerge da una richiesta al gup di incidente probatorio avanzato dalla difesa di alcuni indagati coinvolti nell'inchiesta sulla Calcestruzzi Spa, fra i quali Fausto Volante, direttore di zona per la Sicilia e la Campania, che venne arrestato lo scorso gennaio, e Mario Colombini, ex amministratore delegato della Calcestruzzi. Sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa e frode in pubbliche forniture aggravata dall'avere agevolato la mafia. Secondo gli inquirenti la Calcestruzzi, che fa parte del gruppo Italcementi, avrebbe proceduto, non solo nella provincia di Caltanissetta e in Sicilia, ma su tutto il territorio nazionale, alla creazione di fondi neri, "da destinare - sostengono i pm - quantomeno in Sicilia, alla mafia".
L'azienda avrebbe fornito inoltre calcestruzzo di qualità inferiore a quello richiesto dalle imprese che eseguivano appalti pubblici.
L'inchiesta si basa anche sulle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, fra i quali Angelo Siino, Alberto Carlo Ferrauto e Salvatore Paterna, quest'ultimo ex dipendente dell'azienda, arrestato e condannato per mafia nei mesi scorsi.

Anche l'Italcementi Spa è stata iscritta nel registro degli indagati per "responsabilità amministrative". L'accusa per cui è indagata è concorrenza con minaccia o violenza, aggravata dall'avere agevolato la mafia. Le tesi dell'accusa, secondo il difensore di Italcementi Alberto Alessandri, suscitano "sconcerto e stupore". "Non sono ipotizzabili - ha affermato l'avvocato Alessandri - fatti specifici, come invece vorrebbe la procura di Caltanissetta, a carico di Italcementi e del suo consigliere delegato, anche per il fatto che Carlo Pesenti non ha mai svolto ruoli diretti in Calcestruzzi". "Riteniamo opportuno - hanno aggiunto i difensori di Pesenti - che la magistratura faccia al più presto chiarezza, e siamo certi che la correttezza dei comportamenti dell'amministratore delegato sarà dimostrata al di là di qualsiasi dubbio".

Nelle scorse settimane la Calcestruzzi Spa ha riaperto i quattro impianti in Sicilia chiusi lo scorso 22 dicembre proprio a causa dell'inchiesta della Dda di Caltanissetta, inchiesta che aveva portato al sequestro di cinque opere pubbliche che si sospettavano esseere state costruiti con calcestruzzo "depotenziato" fornito dalla società del gruppo Italcementi.
L'azienda, sotto il controllo di un'amministrazione giudiziaria, ha riavviato la produzione nei siti di Palermo-Brancaccio, Termini Imerese, Marsala e Trapani dopo avere ottenuto la certificazione da parte dell'Organismo di certificazione dei prodotti e dei servizi delle costruzioni e dell'edilizia in genere (Icmq). Sono dunque saliti a sei gli impianti operativi nell'isola, con quelli di Gela e Priolo Gargallo.

In occasione della riapertura dei quattro impianti l'amministratore giudiziario della Calcestruzzi Spa, Gaetano Cappellano Seminara, durante una conferenza stampa ha parlato di "un nuovo corso nell'isola". Pur non entrando nel merito dell'inchiesta giudiziaria, Seminara ha sottolineato che "da gennaio tutta la produzione viene svolta all'insegna della legalità e della trasparenza". "Nell'isola - ha aggiunto il direttore generale di Calcestruzzi Spa, Claudio Cervellati - abbiamo avviato un profondo cambiamento sia sulla produzione sia sul management. Prima dell'inchiesta della magistratura producevamo male e perdevamo soldi, con impianti mal tenuti". In conferenza stampa, inoltre, la Calcestruzzi Spa, ha chiesto all'Atecap (l'associazione che raggruppa i produttori di calcestruzzo) di promuovere nuove regole nel settore improntate alla trasparenza e alla qualità del sistema e ha minacciato di uscire dall'organizzazione se questo non avverrà. (Leggi "Calcestruzzi Spa riapre in Sicilia" - Guidasicilia.it 05/06/08).

[Informazioni tratte da La Sicilia.it, Repubblica.it, Reuters.com]

 

 

 

 

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16 giugno 2008
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